Intervista. Aluisi: "Il Benevento tornera' prestissimo in A. Il nostro era un gruppo unico, dentro e fuori dal campo"

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Aluisi, foto AsdanzolavinocalcioAluisi, foto Asdanzolavinocalcio

L’ex portiere del Benevento, Roberto Aluisi, ha rilasciato alcune dichiarazioni a ilQuaderno.it. Diversi sono i ricordi che legano Roberto alla città sannita. A cominciare dalla promozione in serie C, fino ad arrivare ad alcuni riti scaramantici, diventati una vera e propria consuetudine.

Aluisi ricorda così quella maledetta partita contro la Juve Stabia: “Il Benevento mi acquistò dal Galatina. Dopo un breve periodo di scetticismo iniziale, i tifosi capirono subito che ero un passionale, uno che dà tutto se stesso, e da lì nacque un rapporto eccezionale. Di quegli anni ricordo lo spareggio perso contro la Juve Stabia. Trovammo un ambiente molto particolare, fui costretto a giocare quasi a centrocampo. Avevo una cinquantina di persone dietro la porta. Ricordo che l’arbitro Farina mi disse: ‘Ma questi non sono normali’. Per fortuna ho un carattere particolare: nel senso che quando sono in campo mi trasformo e, nonostante avessi 50 persone dietro di me, non riuscirono a farci gol. La rete, purtroppo, arrivò negli ultimi cinque minuti. Fu una partita a sé. Sono convinto che in una gara normale, con persone normali, avremmo fatto 3-4 gol. Si giocò in un clima surreale”.

Poi, a far sorridere Roberto, c’è la famosa promozione nel campionato professionistico: “La cosa più bella è il ricordo della promozione, quando salimmo dall’Interregionale in C2. Una cosa che ricordo con piacere fu il gol della promozione che realizzò Franco Bottalico contro il Maglie. Ci teneva tanto a segnare quella rete. Non potrò mai dimenticare la festa che fecero i tifosi. Un qualcosa da serie A, così come merita questa città".

"Di ricordi  - prosegue Aluisi - di quel periodo ne ho diversi: il sabato mattina, ad esempio, i vari Puce, Paolucci e D’Ottavio, durante il classico torello, avevano l’abitudine, diciamo così, di far pagare i più giovani. Se pagava uno tra Orsini o Aluisi, la domenica si vinceva. Quindi pagavamo l’aperitivo. Era diventato un vero e proprio rito scaramantico".

Un grande uomo era senza dubbio mister Boccolini: "Una persona eccezionale. Era uno che sapeva tenere il gruppo. Persona splendida. Ognuno aveva le sue scaramanzie: c’era chi mangiava a capotavola. Sono dei particolari che ti resteranno dentro per sempre. Eravamo un grande gruppo. Ti confesso che nonostante abbia giocato tanti anni al calcio, quel periodo non potrò mai dimenticarlo. Eravamo amici fuori e dentro al campo”.

Però, anche il Benevento attuale ha creato un gruppo in grado di poter ambire alla promozione: “E’ vero - afferma Aluisi – questa squadra è in grado di puntare molto in alto. Vincere un campionato non è mai facile, ma Bucchi è molto esperto e ha preso i tasselli giusti. Sono arrivati calciatori che lottano fino alla fine. Prestissimo questa squadra tornerà nuovamente in A. Mister Boccolini diceva sempre che i campionati non si vincono contro le squadre che lottano per salire. Quando giochi con avversari che lottano per la promozione hai stimoli diversi rispetto a quando affronti formazioni che devono salvarsi. Questa è una cosa che succede spesso. Il Benevento, lo ribadisco, è candidato ad andare in A".

La mano di Bucchi si è vista già in Coppa Italia: "Contro l’Imolese, anche se per un tempo, si è visto quello che vuole Bucchi. E’ normale che i carichi di lavoro in questi periodi incidano molto. Tra 3-4 settimane vedremo una squadra sempre più tonica”.

“Intanto – conclude Roberto – faccio un grosso in bocca al lupo ai tifosi del Benevento. Sono molto affezionato sia alla città e che a loro. Spero di rivederli prestissimo in serie A”.
Claudio Donato



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