La concezione del matrimonio cambia in Italia ma nel Sannio vince la tradizione

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La concezione del matrimonio cambia in Italia e cambia anche nel Sannio. Benevento resta in scia, alla top ten dei capoluoghi di provincia, con l’alto tasso delle unioni svolte con rito cattolico. Il capoluogo sannita è infatti 16° con il 75,9% dietro Caserta 76,8%, Avellino 83% ma davanti a Salerno 72,1% e Napoli 64,6%. Sono i risultati Istat pubblicati dall’Espresso che redigono il cambiamento delle famiglie italiane. È sempre l’Istat a spiegare come: “nel 2013, per la prima volta il numero dei matrimoni scende sotto quota duecentomila. Sono stati infatti celebrati in Italia 194.057 matrimoni (13.081 in meno rispetto al 2012)”. In Campania dal 1999 al 2013 si è avuta una diminuzione costante e continua. Si è passati infatti dai 63 matrimoni celebrati ogni 10mila abitanti, ai 40 con un calo netto del 6%.  Assodata la flessione, si riscontra al contempo l’aumento in maniera sostanziale dei matrimoni civili che in Campania toccano il 26% del 2013 (erano appena il 17% nel 1999). Benevento in merito ai matrimoni effettuati in maniera ‘laica’ potremmo dire, utilizzando un paragone calcistico, che si trova nella parte sinistra della classifica con il 24,1% con Avellino ultima tra le province campane per matrimoni civili al 17%. Scorrendo le tabelle messe a disposizione dall’Espresso è possibile fare addirittura una classifica interna alla provincia –raccogliendo i comuni fino al 10% - dove con notevole sorpresa a spuntarla è stato il comune di Pontelandolfo con il 75%, seguito da San Nicola Mandredi 70%, Sant’Arcangelo Trimonte 66,7%, Pesco Sannita 57,1%,  Ponte e Calvi con il 50%. Seguiti da San Lorenzo Maggiore con il 42,9%, Telese Terme con il 40% dei matrimoni civili e Durazzano 33,5%. Seguono a ruota Fragneto Monforte, Sant’Angelo a Cupolo, Bonea e Casalduni con il 33,3%, Airola con il 30,2%, al 30% Torrecuso mentre Melizzano tocca il 28.6%. Un gradino più giù Arpaia, San Leucio del Sannio, Campolattaro, Buonalbergo e San Lupo al 25%, San Salvatore Telesino 23,5%, Paduli al 22,7%, Circello 21,4%, Montesarchio 20,7%, Solopaca, Moiano, Tocco Caudio e Amorosi 20%, Foglianise al 18.8%. San Giorgio del Sannio 18,4%, Pietrelcina al 18,2%, Bucciano al 17,6%, Apice al 13,6%, Ceppaloni e Frasso Telesino al 13,3%, Sant’Agata de’ Goti 13%, Castelfranco in Miscano al 12,5%, Cusano Mutri, Limatola, Pietraroja al 10%.  
Proprio la trasformazione concettuale della famiglia tradizionale, ha portato anche alla crescita delle coppie conviventi che al sud si assesta intorno al 3%. Aumentano in maniera netta( a livello nazionale) anche le separazioni, nel 2012 se ne contavano ben 43 ogni 100 matrimoni.  Si determinava una certa stabilizzazione invece nei divorzi che sempre nel 2012 toccavano quota 26 ogni 100 matrimoni. In Campania la situazione è più o meno la stessa, i divorzi rimangono stabili 5 ogni 10mila abitanti, aumentano le separazioni 17 ogni 10mila abitanti.
Insomma se nel Sannio si ama ancora sposarsi con il suono delle campane, in Campania si opta per la separazione e non per il divorzio che potrebbe rivelarsi un vero e proprio salasso. Leggendo il documento ISTAT potremo vedere come: “A diminuire sono soprattutto le prime nozze tra sposi di cittadinanza italiana: 145.571 celebrazioni nel 2013, oltre 40 mila in meno negli ultimi cinque anni. Questa differenza spiega da sola il 77% della diminuzione osservata per il totale dei matrimoni nel 2008-2013. I matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera, dopo il recupero del 2012, scendono di nuovo tornando al livello di circa 26 mila (pari al 13,4% delle nozze celebrate nel 2013). La diminuzione si deve sopratutto alle nozze tra stranieri.  I matrimoni misti, cioè quelli in cui un coniuge è italiano e l’altro straniero, ammontano a 18.273 nel 2013. La tipologia prevalente è quella in cui è la sposa ad essere di cittadinanza straniera: 14.383 nozze (il 78% di tutti i matrimoni misti). Una sposa straniera su due è cittadina di un paese dell’Est Europa (Ue e non-Ue)”. Come Diminuiscono anche: “ i matrimoni successivi al primo, scendendo da 34.137 del 2008 a 30.691 del 2013, ma il ritmo della flessione è più contenuto di quello delle prime nozze. Pertanto, la loro quota sul totale continua ad aumentare, dal 13,8% del 2008 al 15,8% del 2013.  Nel 2013 sono state celebrate con rito religioso 111.545 nozze, oltre 44 mila in meno negli ultimi 5 anni (-29%). I matrimoni celebrati con il solo rito civile sono scesi a 82.512 (-9% rispetto al 2008); la loro quota sul totale raggiunge il 42,5% del 2013, dal 36,8 del 2008. Sia al Nord (55%) che al Centro (51%) i matrimoni con rito civile superano quelli religiosi”. Inoltre conclude l’ISTAT: “ l’aumento dei matrimoni celebrati con rito civile riguarda sempre più anche i primi matrimoni di coppie italiane, passati dal 20% del 2008 al 27,3% del 2013. Si conferma la prevalenza dei matrimoni in regime di separazione dei beni (oltre due su tre) e non si riscontrano più differenze di rilievo nelle diverse ripartizioni”.

Michele Palmieri

(fonte di riferimenti ISTAT, tabelle di Riferimento L’ESPRESSO).



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