La Meloni a Benevento, strada spianata per Viespoli. Netta chiusura su Mastella

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La Meloni a Benevento lancia l’investitura di Viespoli in vista delle prossime elezioni, bocciata invece la figura di Mastella.

Mezzogiorno Nazionale sostiene Fratelli d’Italia. Questa sera presso l’auditorium “G. Vergineo” del Museo del Sannio a Benevento, Pasquale Viespoli presidente di Mezzogiorno Nazionale ha salutato Giorgia Meloni, leader di FdI, nel corso dell’evento “Vista da Destra. L’Italia da cambiare” convegno promosso dall’ex senatore. Per  Giorgia Meloni Viespoli ha usato parole di grande apprezzamento, riconoscendole competenza, capacità progettuale e una visione lungimirante, requisiti imprescindibili per chi si appresti a traghettare l’Italia fuori dalla crisi e dal rischio di una ulteriore delegittimazione popolare da parte di quanti si dichiarano sfiduciati da partiti, correnti e capacità di governo.

La Meloni ha risposto indirizzando parole al miele verso Viespoli: “Parliamo – ha detto – di una persona che per questo territorio ha fatto molto, è universalmente riconosciuta come persona onesta, capace e concreta. Credo che su Pasquale anche gli altri partiti della coalizione non creerebbero problemi. Ma stiamo parlando di una cosa molto avanti, non sappiamo nemmeno quali sono i collegi”. Parole che sono diametralmente opposte nel momento in cu viene tirato in ballo il nome di Clemente Mastella. “Non lo abbiamo appoggiato al momento della candidatura a sindaco" – ha aggiunto – "e non è la figura più adatta a rappresentarci. Sarà difficile porre dei veti anche perché la composizione dei collegi - che sono uninominali - è una vicenda che riguarda tutta la coalizione. Ci auguriamo però di riuscire a rappresentare questo territorio con altre figure", Viespoli, appunto.

Tornando sui temi del convegno, l’ex senatore Viespoli ha rivendicato alla destra italiana la cultura dello Stato, senza la quale ritiene difficile potersi presentare come forza di governo credibile. “Lungi dall’essere figli di un dio minore, la destra ha una storia di lungo corso nel Mezzogiorno, tale da legittimarla alle prossime elezioni politiche”. Viespoli, ha poi ritenuto opportuno precisare che il centro-destra può essere la bussola per l’Italia, privo com’è dell’anima politica e della cultura nazionale. Lo stesso Viespoli ha poi sostenuto di non poter fare affidamento sulla Lega al Sud, anche se il fascino della “seggiocrazia” può spingere alcuni verso l’adesione ad obiettivi di divisionismo.

“A tanti di noi quel che manca è il luogo della politica” - ha continuato Viespoli che riconosce alla Meloni la leadership - “la responsabilità di ricomporre un’area di destra e la capacità di fare sistema intorno a quanti hanno voglia di raccogliere voti per fare politica e non di fare politica per raccogliere voti” ed auspica “una triarchia politica, in cui si riconoscano pari potenzialità al centro e alla destra. Rafforzare il bipolarismo di Salvini e Berlusconi significherebbe costringere il sud ad una posizione di subalternanza rispetto ad un nord egemonico. No ai partiti di scopo allora, ma a quelli di storia, come la destra, sintesi tra tradizione e modernità”.

“Non credo nel leaderismo”, ha esordito la Meloni che si è definita “interprete della comunità della destra, una comunità che spera raccolga l’invito all’impegno e alla sfida”. “Mi capita – ha proseguito – di trovare gente di sinistra che vota per noi”. Secondo l’ex ministro per la Gioventù “l’Italia ha bisogno di cambiare rotta per poter riprendere la via del successo” e cita alcuni campi di intervento come la difesa del prodotto italiano, da salvaguardare anche invertendo la gerarchia delle leggi in Europa.

“La Germania – ha puntualizzato – fa prevalere la legge nazionale quando una norma europea confligge con l’interesse nazionale. Perché non possiamo farlo noi? Occorre ridurre l’IVA al 5% sul turismo per favorire l’occupazione e migliorare le infrastrutture. Bisogna lavorare per invertire i dati sulla demografia, che danno nel 2050 una popolazione italiana ultrasessantenne, cui non sarà possibile garantire la pensione”. La Meloni, inoltre, non trova che l’attuale politica sui migranti sia quella risolutiva, “né per loro né per gli italiani” mentre “Mafia e terrorismo si combattono generando opportunità”.

Per la leader di FdI occorrerà anche rinegoziare i criteri di riparto per l’università, per evitare la famigerata fuga dei cervelli e quello della Sanità poi, spiega perché la richiesta di autonomismo di Zaia e Maroni non può funzionare: “stabilito il principio dell’egoismo locale, il passo sarà breve per innescare la validità del principio anche tra città della stessa regione”. Prima di concludere la Meloni giura “che la sfida della destra italiana si giocherà sulla proposta di presidenzialismo e federalismo per poter incidere sul cambiamento auspicato”.

Sonia Caputo



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