La Rete Sociale, Romano: provvedimenti ad horas

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Serena RomanoSerena Romano

Continua a tenere banco la vicenda Ristorò. L’altro giorno, per la seconda volta in Procura vi era entrato Gabriele Corona, di Altrabenevento, ascoltata come persona informata dei fatti. Mentre oggi arriva una nuova nota dell’Associazione “La Rete Sociale” di Serena Romano.

“Avevo già richiesto a tutti i responsabili – si legge nella nota inviata da Serena Romano - relazioni dettagliate sull’accaduto: perciò, quanto riportato in questi due ultimi giorni dalla stampa, ha solo accelerato un processo di verifica già in corso, il cui obiettivo è quello di adottare provvedimenti immediati che tengano conto delle denunce delle associazioni e dei documenti che le sostengono”.

“Questa – si legge sempre nel documento inviato dalla Romano - la dichiarazione del Commissario della Asl, Gelsomino Ventucci alla nostra associazione, dopo una serie di riunioni fiume, ancora in corso, con i vertici del Dipartimento della Salute Mentale, del settore Amministrativo, Economico-Finanziario e Prevenzione della Asl, sulla ‘vicenda Ristorò’. Cioè, sullo scandalo dei pasti forniti alla mensa scolastica e alle strutture sanitarie per anziani e pazienti della Salute Mentale, scoppiato dopo le denunce della nostra associazione e di Altrabenevento: soprattutto il video-inchiesta di quest’ultima dà ragione a chi definiva “immangiabile” un cibo somministrato dopo un viaggio di troppe ore e troppi chilometri per essere ancora gustoso”.

“Mentre alla Asl, dunque – prosegue la Romano - si stanno valutando le iniziative da prendere, anche in via cautelativa dopo la sospensione del servizio già effettuata dal Comune, aumenta l’attenzione e le reazioni dell’opinione pubblica. Solo sul sito di Altrabenevento, fino a ieri sera le persone raggiunte dal post sui pasti ai malati psichici risultavano 9.488 delle quali 3.571 avevano visto il video. Quanto alla nostra associazione, è arrivata non solo la solidarietà di diverse associazioni, fra le quali la Sezione di Benevento dell’AMMI (Associazione Mogli Medici Italiani), ma ulteriori e inquietanti denunce”. Come quella di un’operatrice in una delle strutture territoriali della Salute Mentale che ci ha scritto: “Vedendo il video sulla Ristorò, credetemi, ho sentito nuovamente quell’odore acido che si sprigionava da quelle vaschette quando le aprivo per servire ai ragazzi il pranzo o la cena, cercando anche di sdrammatizzare lo loro reazione di disgusto…. L’unica cosa che mi rincuora è che almeno qualche volta, con l’aiuto di personale più sensibile e di familiari, abbiamo organizzato pranzi biologici: per cui quella roba veniva buttata via”.

“L’aspetto più inquietante – si legge ancora nella nota - che sta venendo fuori da questa vicenda, infatti, è che lo stesso personale sanitario e parasanitario della Salute Mentale da anni ‘rimediava’ al cibo della Ristorò, quando poteva, con altre pietanze frutto di iniziative solidali, dopo avere sollevato critiche e proteste anche al proprio diretto Superiore - cioè, al Direttore del DSM – senza risultato. Ultima in ordine di tempo, la lettera del 14 aprile scorso inviata al direttore del Dsm, al Commissario Asl e alla responsabile del Provveditorato, dai primari della Salute Mentale di Morcone e Puglianello che sottolineavano: “come già osservato in numerose circostanze… è importante per il benessere e la salute mentale degli assistiti un’alimentazione quotidiana di tipo casalingo, appagante dal punto di vista gustativo ed emotivo, preparata ‘in loco’, incompatibile con una modalità ‘fredda’ e disumanizzante quale è il vitto trasportato da un centro di cottura lontano, per persone che, a norma di legge, hanno necessità e diritto ad essere assistite in una dimensione familiare e umanizzata.”
Perché – conclude - allora, queste ‘norme di legge’ sono state disattese? Perché per anni non si è tenuto conto delle lamentele degli ‘utenti-pazienti’ e dello stesso personale? Ma soprattutto perché, come sta venendo fuori, tanti sapevano che, quando possibile, quel cibo veniva respinto e sostituito con pasti più gratificanti, ma nessuno ha avviato controlli adeguati per evitare anche questo spreco di denaro pubblico? Sono questi gli interrogativi più inquietanti ai quali speriamo che il Commissario della Asl riesca a dare una risposta”. 



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