Lega Pro, addio domenica sacra. I tifosi del Benevento dovranno abituarsi allo....spezzatino

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I tifosi della Curva SudI tifosi della Curva Sud

La decisione del presidente Macalli è stata talmente mal digerita dagli ambienti che masticano calcio tanto da indire addirittura una petizione on line su activism.com, ed in poche ore ha raggiunto traguardi soddisfacenti. Su Facebook è anche apparso un gruppo dal nome emblematico: “Contro lo spezzatino di Macalli .... Vogliamo le famiglie allo stadio”, con circa 2000 iscritti in meno di 24 ore. A protestare però non sono solo gli ‘Ultras’, ma anche i lavoratori che si vedono privati di un loro diritto in nome del business e del cosiddetto ‘calcio moderno’. Insomma, nulla sarà più come prima in LegaPro : soprattutto ora che LegaProChannel (webtv ufficiale LegaPro) trasmetterà anche tutte le partite del campionato dei campanili, visibili sia in streaming che sugli smartphone.

La terza serie italiana ed il campionato più grande al mondo sarà dunque spalmato a mo di ‘pane e nutella’ dalle 19,30 di venerdi alle 20.45, con cinque diversi appuntamenti tra sabato e domenica, dove si giocherà rispettivamente tre partite alle 14,30, alle 15, alle 16 ed alle 17, e due gare alle 19,30; nel secondo caso, inoltre ci sarà una partita alle 11, due alle 12,30, quattro alle 14,30 e tre alle 16 ed alle 18. Solo uno, infine, l’appuntamento del lunedi’, con il classico posticipo con l’orario fissato alle 20,45. ll campionato comincerà il 31 agosto e terminerà il 10 maggio 2015, con tre soste il 28 dicembre, il 4 gennaio e il 5 aprile.
Sono previsti quattro turni infrasettimanali, il 6 gennaio, il 2 aprile e poi uno a settembre e uno a marzo con date diverse da girone a girone. I play-off si giocheranno dal 17 maggio al 14 giugno, i play-out dal 24 al 31 maggio. La Supercoppa, invece, prevederà un girone con le tre squadre vincitrici dei rispettivi gironi con gare di sola andata dal 2 all'11 giugno 2015.

Perché dunque non dirla tutta? La volontà non era quella di riportare la gente allo stadio, ma fare in modo che la diretta streaming andasse a sostituire l’abbonamento: alla faccia del “vogliamo le famiglie allo stadio”. Ma d’altronde l’ambiguità è un vizio, non una forma, che Mario Macalli conosce bene: “Abbiamo voluto dar vita ad un canale tematico di Lega per ricercare e conquistare anche l'interesse delle nuove generazioni. Il progetto della web tv e della trasmissione in streaming mira a incrementare la visibilità del campionato, e a rafforzare le forme di commercializzazione già esistenti, ed anche le sponsorizzazioni".
Qualcuno dica però al presidente Macalli, che negli ultimi anni gli unici ad andare negli stadi sono stati proprio i giovani dando vita ad un netto cambio generazionale anche nelle curve.
Non solo quindi grande confusione, ma l’ennesimo maldestro tentativo di trasformare in contante il calcio sulla falsariga dei campionati di serie A e B.
Purtroppo la monetizzazione e il business al calcio italiano hanno fatto solo del male ma si continua a puntare sulla stessa sterile via già battuta. A dimostrarlo è stata anche l’elezione di Tavecchio processato e condannato ben cinque volte: “4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuata in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’IVA, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d’ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, oltre a multe complessive per oltre 7 000 euro” (fonte wikipedia).

Uno stato quello che vive ora il calcio, a tratti comatoso, vegetale. Ma di conseguenza a preoccupare sono anche quelle reti di interessi privati, sponsorizzati non solo dai dirigenti ma anche dai politici, che in questo caso e solo in questo – per carità – sono davvero ultras ma del malaffare che da sempre li contraddistingue.
Ecco perché allora fa bene Oliviero Beha a scrivere sul Fatto Quotidiano: “Il pallone come il Paese sta rotolando giù per un piano inclinato? E dunque perché preoccuparsi di rimettere in asse il piano italiano (del calcio, del Paese) con l’aiuto di tutti, se quello che vogliono è continuare così, con Abete, senza Abete, con tutto il cocuzzaro di una dirigenza sportiva (Lotito, Galliani…) per lo più omologa a questo andazzo?”

E pensare che una volta si diceva: “meglio la C che il calcio business”.

Michele Palmieri



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