Lo sciopero per Gaza nelle piazze, da Genova a Roma manifestazioni in tutta Italia
10:34:0 91

(Adnkronos) - Da Livorno a Torino passando per Roma, Bologna e Genova, è iniziata in tutta Italia la mobilitazione per lo sciopero generale in solidarietà con Gaza che ha già bloccato il Paese tra stop a treni, trasporti e scuole. Nella giornata di oggi, lunedì 22 settembre, manifestazioni nelle piazze, cortei, studenti in marcia ma anche porti bloccati e sit in sull'A1 per "lottare al fianco della Palestina" e supportare la missione della Global Sumud Flotilla , in viaggio verso la Striscia. Ecco il punto sulle principali città italiane.
Con il blocco del varco portuale Albertazzi, a Genova, è partita l'annunciata giornata di mobilitazione organizzata dai sindacati di base per la Palestina. Il corteo studentesco partito da via Balbi ha quindi raggiunto il presidio, davanti alla sede di Music for Peace. I partecipanti sono oltre un migliaio, da questa mattina alle 8 sono bloccati i varchi portuali Albertazzi e San Benigno. Quindi un'assemblea pubblica, mentre nel pomeriggio, dalle 14.30, è previsto un corteo cittadino.
"L’Unione Sindacale di Base - si legge in una nota di Usb - conferma l’intera giornata di sciopero generale". "L’Usb - aggiunge il sindacato - è venuta a conoscenza che alle 15.30, sembra previsto l’arrivo al terminal Spinelli della Joanna Borchard, nave dell’agenzia Cosulich, per caricare container diretti verso Israele. La scrivente O.S. è immediatamente intervenuta presso le istituzioni comunali per sollecitare il rispetto della mozione e della volontà espressa dal comune di Genova rispetto la rottura degli accordi commerciali e diplomatici con Israele. Lo sciopero avrà anche funzione di presidiare e impedire eventuali carichi".
Dalle 6 di stamani bloccato anche il varco Valessini, si registrano lunghe code di auto e pullman davanti al varco.
Sono oltre 20mila, a quanto si apprende, i partecipanti alla manifestazione in corso a Roma in occasione dello sciopero generale per la Palestina. In piazza tra gli altri i sindacati autonomi, moltissimi studenti e organizzazioni per la Palestina. Al momento i manifestanti si trovano in piazza dei Cinquecento.
In mattinata, alcune centinaia di studenti delle scuole della zona di Monteverde sono partiti in corteo per raggiungere la piazza ritrovo dell'Unione sindacale di Base per la giornata di sciopero generale. I giovani, sotto lo sguardo dei turisti, hanno attraversato viale Trastevere gridando slogan come 'free Palestine' e 'siamo tutti antifascisti'. Una donna, in attesa dell'autobus con la famiglia, ha iniziato a gridare slogan contro la Palestina e a fare gesti offensivi contro i giovani manifestanti che hanno risposto solo verbalmente e sono passati oltre.
E sono migliaia le persone che questa mattina, nonostante la pioggia battente, sono scese in piazza a Milano per la Palestina. Il corteo è partito poco dopo le 10 da piazza Cadorna. In testa lo striscione dell’Unione dei sindacati di base, che ha indetto la mobilitazione, “bloccheremo tutto, fermare il genocidio”. Tantissimi gli studenti che partecipano alla manifestazione. “Come Unione degli Studenti non possiamo accettare che una missione umanitaria come la Global Sumud Flotilla venga attaccata da Israele per evitare che consegni beni di prima necessità ai civili palestinesi. E’ necessario che l’occidente e lo stato italiano condannino il genocidio palestinese e neghino a ogni azienda italiana di intrattenere rapporti commerciali con lo stato israeliano”, afferma Jessica Stefanini, portavoce dell’Unione degli Studenti Milano.
Il corteo è poi giunto in piazza della Repubblica, a poche centinaia di metri dal consolato Usa. “Ci avviciniamo al consolato americano, il consolato complice. Lo Stato che ha le stesse responsabilità di quelle israeliane e sioniste”, hanno urlato gli organizzatori dalla testa del corto, prima di far partire il coro “assassini, assassini” all’angolo tra piazza della Repubblica e via Turati, dove ha sede il consolato.
I manifestanti alla testa del corteo hanno quindi dato fuoco a una bandiera americana. Prima un momento di silenzio, in cui è stato fatto sentire il rumore dei droni che sorvolano Gaza. “È ora di alzare il volume”, hanno detto gli organizzatori. Il corteo è poi ripartito in direzione Stazione Centrale, dove la manifestazione dovrebbe terminare. “Gli Stati Uniti hanno enormi responsabilità per tutte le guerre degli ultimi anni”, hanno denunciato i manifestanti.
Anche a Torino, come in molte altre città italiane, è iniziata la giornata di mobilitazione indetta a sostegno della popolazione palestinese promossa dai sindacati di base. Dopo aver bloccato gli ingressi al campus universitario Einaudi, gli studenti universitari hanno attraversato il centro città e si sono diretti in piazza Arbarello dove si sono uniti agli studenti medi in corteo verso piazza Carlo Felice, davanti alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, al presidio promosso dai sindacati di base per lo sciopero a sostegno del popolo palestinese.
‘Blocchiamo tutto’ e ‘Non un euro per la guerra’ sono gli striscioni che, accompagnati dallo slogan ‘Free Palestine’, aprono il corteo in partenza da piazza Carlo Felice. Già migliaia le persone presenti in piazza. In prima fila le bandiere di Cub e Usb a cui si alternano quelle della Palestina.
Un gruppo di manifestanti, durante la marcia a metà di via Madama Cristina ha deviato in via Valperga Caluso e una volta raggiunto corso Sommelier, attraverso un ingresso laterale è sceso fino ai binari lungo i quali transitano i treni da e per Porta Nuova. Sui binari bloccati alcune centinaia di persone. La circolazione ferroviaria è stata immediatamente sospesa.
A Bologna, dopo essersi ritrovati in piazza Maggiore alle 10,30, i manifestanti sono partiti in corteo attorno alle 11. Secondo le stime della Questura, ci sarebbero tra i 10mila e i 12mila partecipanti. Questa mattina sono stati bloccati gli accessi principali del Rettorato, nello specifico Giurisprudenza e Matematica. I manifestanti dei collettivi Cua e Cambiare Rotta hanno posto transenne davanti agli ingressi su via Zamboni. Risultano aperti quelli posteriori.
"In occasione dello sciopero generale per Gaza, e in continuità con le tante iniziative a sostegno del popolo palestinese, il Comune di Bologna espone per la giornata di oggi, 22 settembre, la bandiera della Palestina dalla facciata di Palazzo d’Accursio", è quanto si legge in un comunicato del Comune di Bologna.
Un corteo di studenti raggruppato in piazza Mancini, a pochi passi dalla stazione centrale, un altro con sindacati, studenti, movimenti, previsto nel pomeriggio nell'area dell'ex Base Nato, a Bagnoli, a poca distanza dall'istituto scolastico Rossini, dove il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella inaugurerà l'anno scolastico: è lo scenario della protesta in corso a Napoli. Sul fronte trasporti, Anm informa che sono spese la Funicolare Centrale e di Chiaia, sono in corso solo corse dirette alla Funicolare di Montesanto, mentre sono attive la Funicolare di Mergellina, la Metro 1 e la Metro 6.
Con gli slogan "Blocchiamo tutto" e "Palestina libera" ha preso il via a Firenze la manifestazione promossa dai sindacati di base nell'ambito dello sciopero generale in solidarietà con Gaza. Migliaia di persone si sono radunate presso la rotatoria all'uscita dell'autostrada A1 di Calenzano (Firenze), bloccando già intorno alle 8,30 il traffico e causando disagi significativi all’accesso e all’uscita del casello autostradale, che poi è stato chiuso.
In apertura del corteo i giovani palestinesi, seguiti da sindacati di base, studenti, insegnanti, associazioni, movimenti e molti cittadini comuni. Una grande bandiera della Palestina è stata posizionata sulla "Ruota del tempo", l’opera dell’artista israeliano Dani Karavan situata proprio nella rotonda all’ingresso dell’autostrada. Il corteo è diretto verso Campi Bisenzio e Capalle, con l’intenzione di passare davanti alla sede della Leonardo e poi alla ex Gkn, nei pressi del centro commerciale I Gigli. La manifestazione si concluderà nel parcheggio antistante la piscina comunale di Calenzano.
Grande manifestazione anche Cagliari a sostegno della causa palestinese. Circa 15 mila persone stanno attraversando il centro della città, fra di loro tantissimi studenti che hanno saltato le lezioni. La testa del corteo sta per arrivare in via Roma da viale Regina Margherita mentre la coda sta ancora arrivando in piazza Yenne. Cori per la Palestina, contro le politiche del governo Netanyhau e contro tutti i fascismi accompagnano la marcia tra bandiere della Palestina e della Pace.
Sono migliaia le persone che hanno sfilato in corteo per le strade del centro di Palermo per chiedere la pace in Palestina. Un corteo molto colorato, con numerosi giovani, studenti, di ogni ordine e grado, che hanno sfilato con le bandiere della Palestina. Il corteo è partito dal Teatro Massimo..
La Rete della Conoscenza, organizzazione che racchiude LINK-coordinamento universitario e l’Unione degli Studenti, ha aderito allo sciopero indetto dall'Unione sindacale di base, insieme a altri sindacati di base, "contro il genocidio palestinese e per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza".
“Come Rete della Conoscenza - dice Francesca Cantagallo, nuova coordinatrice nazionale dell’organizzazione - saremo nelle piazze di tutto il Paese per lottare al fianco della Palestina, contro il genocidio che Israele sta compiendo nei territori occupati e a Gaza e per denunciare la complicità dello stato italiano in questo genocidio. L’Italia non ha mai cessato l'invio di armi e il supporto logistico all’esercito israeliano, anzi ha rinnovato i rapporti commerciali con lo stato criminale di Israele”. L’organizzazione giovanile oggi ha aderito a livello nazionale, partecipando nelle piazze organizzate in tutta Italia, dopo che, nei giorni scorsi, ha organizzato presidi e manifestazioni nelle scuole e nelle università, fino a davanti al MIM, ministero dell’istruzione e del merito, il primo giorno di scuola.
“Chiediamo con forza al governo di cessare immediatamente il supporto ai crimini di guerra che Israele sta perpetrando, fermando l’invio di armi. Come studenti e giovani chiediamo a scuole e università l'immediata cessazione degli accordi con Israele e le aziende belliche -dichiara Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti - è inaccettabile che studenti in tutto il Paese vengano mandati a svolgere formazione scuola-lavoro in aziende che producono armi".
Gli studenti sono molto critici verso gli accordi che le università hanno stretto con aziende produttrici di armi, come la Leonardo S.p.A., che Arianna D’Archivio, coordinatrice nazionale di LINK, definisce “aziende di morte”, e chiede che ogni tipo di accordo e protocollo d’intesa con le università venga eliminato “perché è inaccettabile che le università diventino luoghi in cui produrre armi utilizzate contro studenti e popolazione civile di altri Paesi. I giovani chiudono con lo slogan dello sciopero nazionale studentesco del 14 novembre: “Un’altra scuola, un altro mondo è possibile”.
I dipendenti laici del Vaticano si uniscono "all’appello di pace che anche ieri il Papa ha lanciato all’Angelus. Ci riconosciamo pienamente nelle sue parole: 'Non c’è futuro basato sulla violenza, sull’esilio forzato, sulla vendetta. I popoli hanno bisogno di pace: chi li ama veramente, lavora per la pace'". Anche per questo, "visto il massacro a Gaza", i rappresentanti dell’Adlv saranno presenti stasera alla marcia della rete dei ‘Preti contro il genocidio’ e alla veglia a Santa Maria in Trastevere.
“La situazione a Gaza - scrivono - necessita di una mobilitazione comune, affinché siano anche liberati gli ostaggi in mano ad Hamas. Il massacro che sta avvenendo nella Striscia è senza precedenti, e chiediamo che ci sia uno scatto di dignità da parte di tutti i governi, affinché interrompano la fornitura di armi ad Israele e diano piena dignità istituzionale al popolo palestinese”.
I dipendenti laici del Vaticano rigettano inoltre “ogni rigurgito di antisemitismo, convinti che la maggior parte degli ebrei sia solidale con questo popolo da troppo tempo. Papa Leone dice chiaramente che “la Chiesa prega perché i governanti delle nazioni siano liberi dalla tentazione di usare la ricchezza contro l’uomo, trasformandola in armi che distruggono i popoli e in monopoli che umiliano i lavoratori”. Come non essere d’accordo col Pontefice? L’industria delle armi non fa che arricchire pochi a discapito di molti. L’Adlv si oppone fermamente a questa politica di morte”.