M’Barka Ben Taleb, l’artista fusa fra due mondi: musicale e culturale

13:26:33 7818 stampa questo articolo

M’Barka Ben Taleb è un’artista tunisina di nascita e beneventana di adozione. Mossa da una grande passione per il canto fin dalla tenera età, ha cominciato il suo percorso di formazione canora all’età di 16 anni, anche se “fino ai 21, quando sono arrivata in Italia, ho cantato solo per hobby”, ci racconta. E’ a Napoli che la grande passione di M’Barka si trasforma nel suo iter artistico-professionale, in seguito a collaborazioni con artisti quali Toni Esposito, Pietra Montecorvino, Eugenio Bennato, Gigi Finizio, Enzo Gragnaniello, Lino Cannavacciuolo, Peppe Barra e Abdullah Chhadeh, il più innovativo musicista di qanun di tutto il mondo arabo.

Varie, eclettiche e tutte fruttuose le esperienze artistiche della cantante, nonostante la sua forma mentis la porti sempre a proiettarsi verso le soddisfazioni future. “Ho interpretato – spiega M’Barka – il film ‘La Stanza Dello Scirocco’ di Maurizio Sciarra per la prima volta al fianco di Pietra Montecorvino, moglie di Eugenio Bennato, maitre à penser della musica etnica con cui ho preso parte alla realizzazione di ‘Musicanova CD Mille e una notte fa’ e ‘Taranta Power’. Indimenticabile anche l’esperienza della partecipazione al festival Womad promosso da Peter Gabriel nell’edizione del 2000 in Australia”.

Con muse ispiratrici quali Edit Piaf (“splendida Ne me quitte pas!”, ci dice) e soprattutto Om Kolthoum (di cui ammira il repertorio, la presenza e la forza scenica), M’Barka ricorda con orgoglio tutte le opportunità di collaborazione con Eugenio Bennato, “esperienze artistiche che – sottolinea l’artista – hanno arricchito la mia indole multietnica e favorito la fusione tra la musica italiana del Sud e quella Araba”.

Ed è proprio da questo connubio fra generi tanto diversi che è nato il progetto “Fusi fra due mondi”, con la partecipazione di altri artisti nostrani: Aldo Galasso (batteria), Giovanni Francesca (chitarra acustica), Dario Miranda (basso) e Saverio Filomeno Coletta (fisarmonica). Si tratta di uno spettacolo che vede i più grandi classici napoletani cantati in lingua araba, arrangiati con sonorità nord-africane per esaltare le caratteristiche musicali di due culture – quella araba e quella partenopea – così lontane e distanti eppure così profondamente affini, con strumenti etnici quali quanun, oud e darbuka che si uniscono a batteria, basso e fisarmonica.

Appassionata di cinema, lettura e fotografia, oltre ad “amare molto il mondo della moda, che continuo a seguire a distanza”, dopo la partecipazione al docu-film sulla canzone napoletana ‘Passione’ con la regia di John Turturro, M’Barka sogna nuove esperienze cinematografiche e una serie di concerti nella sua terra, la Tunisia. Ma intanto ci racconta del suo primo album da solista, “Alto Calore”, un mix incandescente di atmosfere e sonorità di tutti i Sud del mondo prodotto dalla Marocco Records, label discografica fondata da Peppe Barra. “E’ un viaggio nella musica magrebina radicale dalle tinte forti, con una Pietra Montecorvino orientale e spigolosa nella vocalità e sonorità affidate a strumenti a corda, dalla chitarra classica a strumentazioni orientaleggianti”.

Sono lontani gli echi soft dell’arabo dolce di artisti come Nabil Salameh dei Radiodervish. ‘Altocalore’ è un disco radicalmente etnico e meticcio che profuma di mediterraneo ammiccando ad una nota chill out, anche se i musicisti sono tutti italiani. “Nel disco, inoltre - continua M’Barka - spicca in apertura l’elettronica etnica di Al Fager che ricorda Arabian Night di Sarah Brightman, ma il viaggio si fa subito più intenso e corrosivo sulla vocalità spigolosa di Yawl e sugli archi arabeggianti di Tozeur che ricordano gli Hevia”.

L’ultimo lavoro della cantante tunisina si chiama “Al Arabia” ed è stato realizzato in collaborazione con Abdullah Chhadeh. “I due brani più significativi – conclude l’artista – sono lo stesso Al Arabia, che parla della mancanza di libertà e rigidità delle frontiere nei paesi arabi, ed E Watani, un omaggio al mio paese”. Un’altra prova, attraverso l’arte, della “nostalgia che risiede nel mio cuore”.
Link: www.bentaleb.it
Carlotta Nobile



Articolo di / Commenti