Messaggio di Cimitile per la ‘Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’

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Aniello CimitileAniello Cimitile

Il Commissario straordinario della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, ha scritto un messaggio per la Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo di domani 8 agosto. “Ricorre l'8 agosto la ‘Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’, istituita in Memoria della Tragedia di Marcinelle, consumatasi nel 1956. Quel giorno persero la vita 162 minatori italiani sulle 260 vittime totali dell'esplosione che sconvolse la cittadina belga. Quei nostri concittadini si trovavano nel Paese del Nord Europa a seguito di un contratto stipulato dalle nostre Autorità: braccia in cambio di carbone per alimentare il "boom" economico italiano. Era quella – si legge nella nota di Cimitile - solo una piccola pattuglia degli oltre 25milioni di nostri connazionali che dall'Unità fino ai nostri giorni hanno dovuto cercare fortuna all'Estero. Nella Giornata dell'8 agosto, tuttavia, oltre a fare memoria di quella strage, siamo chiamati a ricordare tutti i connazionali Caduti sul lavoro in Patria e all'Estero. In questa circostanza il mio pensiero commosso e reverente va a tutti quei sanniti scomparsi tragicamente mentre erano al lavoro in altri Paesi. Simbolicamente voglio qui ricordarli citando solo i Caduti di Monongah in West Virginia (U.S.A.) In quell'incidente, avvenuto il 6 dicembre 1907, persero la vita 14 cittadini provenienti dalla provincia di Benevento, quasi tutti originari di Santa Croce del Sannio. Purtroppo, di molti altri concittadini sanniti ed italiani non si conosce nemmeno la sorte. Tutto lascia supporre che, per le più diverse ragioni (soprattutto di ordine burocratico), sia ormai impossibile stabilire il numero esatto di quanti caddero nel corso di questi 150 anni per assicurare letteralmente un pezzo di pane alla proprio Famiglia. Siamo consapevoli che tanti nostri concittadini hanno subito ingiustamente all'estero, anche nei Paesi più democratici ed avanzati, ingiuste ed immotivate angherie se non vere e proprie persecuzioni. Eppure anch'essi erano animati dalle migliori intenzioni di lavoro, ma subirono ingiurie, torture e persino la morte solo perché italiani: anche sul loro numero oggi è impossibile stilare un elenco preciso. L'umile omaggio a tanti Italiani meno fortunati, che non hanno mai potuto far valere, nemmeno all'Estero, le loro qualità umane, professionali e le loro doti e capacità di lavoro, è, tuttavia, solo un primo passo che le Istituzioni sono oggi chiamate a compiere. Proprio per rendere giustizia a quanti sono Caduti, è necessario che si compiere ogni sforzo per far sì che la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro sia in Italia che all'Estero costituisca un pilastro del vivere civile e delle nostre collettività” – ha concluso Cimitile.



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