Operazione "Come ti metti dopo". Chiesta tangente del 50% a Cusano Mutri, nei guai il sindaco

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Conferenza Stampa Procura della Repubblica, Operazione Conferenza Stampa Procura della Repubblica, Operazione "Come ti metti dopo"

L'inchiesta riguarda alcuni lavori di somma urgenza del post alluvione 2015 effettuati a Cusano Mutri.

Concussione in concorso. Questa l’accusa contestata a Giuseppe Maria Maturo – sindaco di Cusano Mutri e al geometra Remo Di Muzio – dello stesso centro – finiti ai domiciliari questa mattina dopo l’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Benevento, all’’esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Benevento.

Nell’ambito dell’inchiesta "Come ti metti adesso" che ha portato all’arresto del sindaco di Cusano Mutri (Giuseppe Maria Maturo, 52enne) e di un geometra (Remo Di Muzio, 43enne), risulterebbero indagati, a piede libero, altre due persone (una delle due indagata anche per turbativa d’asta): il capo dell’Ufficio Tecnico dell’Ente titernino ed un consigliere comunale. È questo uno degli sviluppi, emerso, nel corso della conferenza stampa di questa mattina presso la Procura di Benevento che ha coordinato le indagini effettuate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Benevento, presenti il procuratore capo Aldo Policastro, il sostituto Donatella Palumbo, il maggiore Alfredo Zerella ed il colonnello Alessandro Puel.

Le indagini

Come già specificato, l’attività d’inchiesta era stata avviata nel mese di aprile del 2017 e prende spunto dalla denuncia effettuata da un imprenditore edile del posto che lamentava un sistema ‘probabile’ sistema concussorio messo in piedi dal primo cittadino che, in concorso con un tecnico esterno all’amministrazione comunale, per l’affidamento di lavori pubblici di somma urgenza disposti dall’Amministrazione Comunale dopo gli eventi alluvionali del 2015, eventi che nell’ottobre interessarono gran parte della provincia. Secondo gli inquirenti, il primo cittadino avrebbe preteso “il versamento di una tangente, pari al 50% sull’importo di uno dei lavori appaltati”.

Stando alle indagini, le opere appaltate riguardavano l’affidamento di due lavori in somma urgenza: la sistemazione della fognatura lungo il torrente Titerno (22mila euro) e la sistemazione dell’alveo del torrente Titerno in località Limata (13mila euro).

 
Conferenza Stampa Procura della Repubblica, Operazione "Come ti metti dopo" - Immagini TV7 Benevento, per gentile cortesia

L’indagine – come spiegato nel corso della conferenza stampa – si è rivelata complessa e articolata ed ha visto anche l’utilizzo di mezzi tecnici(cimici). Proprio l’attività di indagini ha però portato alla luce, e consentito di acquisire “gravi indizi” – “Il giudice ha concordato con noi la gravità indiziaria” ha specificato il procuratore capo Aldo Policastro – nei confronti del sindaco di Cusano Mutri che, secondo l’ipotesi accusatoria: “abusava delle proprie qualità e dei propri poteri,con reiterate pressioni minacciava di non far lavorare l’impresa per conto del Comune”.

Sotto accusa la frase pronunciata in occasione dei colloqui avuti con l’imprenditore: “come ti metti dopo?”. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore, sarebbe stato costretto a corrispondere la somma di 2.000,00 euro – quale quota parte di 6.500,00 previsti – nelle mani del geometra, che: “operava in stretta sinergia con il sindaco, quale intermediario per la consegna del danaro da parte dell’imprenditore”. La consegna della somma al geometra è stata inoltre filmata. Tale sistema – per la Procura – avrebbe determinato “l’assoggettamento totale” dell’imprenditore.

Non solo, a Maturo, sono contestate – nell’ordinanza cautelare emessa dal GIP per le Indagini Preliminari – altre due condotte concussorie. Una, riguarda il lavoro di consolidamento della scuola elementare di Civitella Licinia – frazione del Comune di Cusano Mutri. In questa occasione, l’imprenditore, sarebbe stato costretto ad “affidare i lavori relativi all’impianto elettrico ad altro soggetto, pur risultando l’affidamento a quest’ultimo più oneroso rispetto a quello che sarebbe stato eseguito da impresa di fiducia dell’imprenditore concusso”.

In particolare, gli inquirenti ritengono: “di aver acquisito gravi indizi in ordine alla condotta illecita del sindaco esercitata nei confronti dell’imprenditore, in stato di soggezione conclamata, il quale non aveva la possibilità di esercitare liberamente la propria attività imprenditoriale, ricevendo numerose imposizioni direttamente dal primo cittadino”. Inoltre, il sindaco, avrebbe rimproverato l’imprenditore per “non aver impiegato, nei lavori concessigli in appalto, alcune persone direttamente segnalategli, disattendendo in tal modo le sue disposizioni e così imponendogli di far svolgere i lavori di elettricità a persona da lui indicata”.

La seconda circostanza riguarda alcuni lavori di terrazzamento che sarebbero stati effettuati gratuitamente nel terreno di proprietà della moglie della fascia tricolore.

“I Carabinieri hanno lavorato bene, così come la Procura. Una considerazione amara è che ci ritroviamo nuovamente ad occuparci di pubblica amministrazione – ha dichiarato a margine il procuratore Aldo Policastro – e condotte concussorie. La nostra ipotesi è stata validata e condiviso dal giudice che ha ritenuto giuste le gravità indiziarie e le esigenze cautelari. Le attività proseguiranno tenendo conto anche di quello che avverrà negli interrogatori. Come dicevamo non bisogna generalizzare ma è pur vero che se l’imprenditoria non è libera, l’imprenditoria non si sviluppa – ha poi aggiunto Policastro – spiace che questa vicenda si sia innestata su un fatto doloroso come l’alluvione del 2015”.

“Apprezzo quanto svolto dal Nucleo Investigativo per la versalità del lavoro delle ultime settimane – ha dichiarato il colonnello Alessandro Puel, comandante provinciale dell’Arma – dallo spaccio di droga ai reati contro la PA. Il mondo imprenditoriale – ha aggiunto – ed i cittadini onesti devono avere fiducia nelle Forze dell’Ordine e nella Magistratura e fiducia nel denunciare, laddove sono vittime. Ovviamente questa è una vicenda che ha riguardato un’Amministrazione Comunale e sarebbe ingiusto fare generalizzazioni con l’intera provincia dove tanti primi cittadini, ai tempi dell’alluvione, si sono adoperati con le risorse a disposizione a fronteggiare la situazione e a tutelare il benessere delle comunità”.

C.D. e M.P



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