Operazione "Euroscopio": l'alta tecnologia per truccare appalti al Comune di Benevento

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Operazione EuroscopioOperazione Euroscopio

Operazione Euroscopio, in manette un dirigente del comune di Benevento. Tra le 10 persone coinvolte anche alcuni imprenditori edili. Veniva utilizzato un sofisticato strumento ottico  per conoscere il contenuto delle buste inviate per partecipare alla gara d'appalto.

Agli arresti scaturiti stamani - una ordinanza di custodia cautelare in carcere, nove ai domiciliari ed un obbligo di firma – nell’ambito dell’operazione condotta dall’Arma dei Carabinieri denominata “Euroscopio” e coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento è seguita una conferenza stampa a cui hanno preso parte il procuratore reggente Giovanni Conzo, il comandante provinciale dei Carabinieri Pasquale Vasaturo ed il capitano Vincenzo Pappalardo.

Operazione Euroscopio

Sia i Militari che la Magistratura hanno spiegato il modus operandi con il quale venivano truccate le gare d’appalto. Infatti, veniva utilizzato un laparoscopio, strumento di alta tecnologia utilizzato in alcune operazioni di microchirurgia, che dotato di una microtelecamera e di un lungo e stretto beccuccio a fibra ottica, era utilizzato per penetrare senza lasciare traccia all’interno delle buste presentate dalle ditte e contenete l’offerta per le gare d’appalto.



Una volta averne sbirciato il contenuto, veniva prestabilito in anticipo il punteggio da attribuire alle ditte partecipanti al fine di destinare l’appalto all’impresa prescelta. In manette è finito Angelo Mancini dirigente del comune di Benevento, domiciliari invece per altri 9: Angelo Collarile, Fioravante Carapella, Giuseppe Pancione, Guido Mastantuono, Pellegrino Parrella, Antonio D'Addona, Mario Siciliano e Pietro Ciardiello. Per Angelo Pilla infine solo l’obbligo di firma.

Nell’ordinanza disposto anche il sequestro preventivo per equivalenza di denaro e beni immobili nella diretta disponibilità degli indagati ed anche beni mobili registrati, dei beni immobili intestati ai destinatari dello stesso decreto per n valore che si aggira ad oltre un milione di euro. Sequestrate stamani, nel corso dell’operazione, anche delle somme di denaro in contanti: 250mila euro in totale rinvenuti in una cassaforte e sotto il letto.



Nel mirino degli inquirenti è finita in particolare, tra il 2011 ed il 2013, la gestione dei fondi comunitari nell’ambito del progetto “P.I.U. Europa” e l’aggiudicazione degli appalti a favore delle ditte degli imprenditori arrestati. Quattro le gare finite sotto accusa, una relativa all’esecuzione di lavori per la riconfigurazione di alcune piazze al Rione Libertà e San Vito, la realizzazione del Terminal Bus nei pressi dello Stadio, la riqualificazione del ponte di Santa Maria degli Angeli, la realizzazione del ponte didattico ciclo-pedonale e la realizzazione di un atro ponte sul fiume Sabato in via Ponte della Catena, per importi che variavano tra i 600mila ed i 5milioni di euro.



“Le indagini non sono state semplici – ha dichiarato Conzo – e ci siamo avvalsi anche di tecniche complesse. Le richieste da noi formulate sono state accolte dal Gip dopo appena una settimana. Insomma, un’indagine rapida partita circa un anno fa, che ci dimostra come la corruzione e la turbativa siano pratiche diffuse”.

Le ditte, avrebbero inoltre versato al dirigente una tangente 7% sull’importo dei valori. “Il dirigente – scrive la Procura – una volta entrato in possesso della lista delle ditte partecipanti all’asta, avvalendosi di un gruppo di persone che fungevano da intermediari -  già titolari in passato di imprese e destinatarie anch’esse di misura cautelare - proponeva ai responsabili delle ditte partecipanti il pagamento di una tangente di importo pari al 7% dei lavori da effettuare, garantendo in caso di accettazione l’aggiudicazione dell’appalto alla ditta interessata”.

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