PDL, Viespoli: s'ignori chi degrada il dibattito. Boccalone: i 5 mostrano l'esistenza in vita

18:20:40 2557 stampa questo articolo

Il senatore del PDL Pasquale Viespoli, sottosegretario di Stato del Governo Berlusconi, reagisce a muso duro a quanto emerso nella conferenza stampa tenuta ieri dai consiglieri comunali di Benevento e dai dirigenti del suo partito, facenti parte dell'altra componente pidiellina sannita vicina alla deputata Nunzia De Girolamo.

Roberto Capezzone, Antonio Reale, Vincenzo Lauro, Luigi Bocchino e Costanzo Di Pietro ieri, dopo aver attaccato la Giunta Comunale di centrosinistra, non hanno fatto mancare frecciate ai viespoliani e alle loro recenti iniziative pubbliche, fatte fuori dalle iniziative di partito e 'contaminate' anche con esponenti del centrosinistra.

Oggi Viespoli, in merito, scrive: “La conferenza stampa di ieri conferma il preoccupante livello di degrado del dibattito interno al PDL. Per quanto mi riguarda non ho alcuna intenzione di replicare, perché farlo significherebbe riconoscere dignità di interlocutori a soggetti che tale dignità non hanno.

Giornali finanziati con i soldi pubblici o alla ricerca di un ruolo politico dietro le quinte praticano un gioco troppo scoperto. Appartengo a quella categoria di soggetti che ritiene che la politica guidi e non si faccia guidare.

Auspico che il mio non sia un atteggiamento isolato affinché la riflessione si sposti solo ed esclusivamente sui problemi che riguardano la gente, che avverte le difficoltà della quotidianità e l’incertezza del futuro e che non sopporta più una politica autoreferenziale, rissosa, volgare e inconcludente”.

Nicola Boccalone,  però, pure vicinissimo alle posizioni di Viespoli, una risposta aspra e articolata ai cinque dell'area De Girolamo non l'ha voluta lesinare e così ha replicato: "Un raid improvviso per testimoniare la propria esistenza in vita. Tutti i 'vice' (Capezzone vicecoordinatore provinciale, Lauro vicecoordinatore cittadino, Reale vicecapogruppo al Comune, NDR) messi insieme per reclamare centralità al partito che, invece, dovrebbe essere affermata con il rispetto delle persone, delle regole e dell’approfondimento delle problematiche che attengono all’intera comunità.

Si fondano e si fondono nuovi partiti ma le persone continuano ad alimentare rissosità e contrapposizioni. Unica condizione per distinguersi e collocarsi in posizioni sempre diverse da chi ama il confronto per misurarsi su questioni serie e concrete. Gli 'spaccapartito', uniti ai girovaghi, continuano imperterriti la loro azione.

Altri ancora reclamano l’unità del partito e invece hanno immediatamente posto problemi numerici sin dalla costituzione dell’Esecutivo provinciale e in nome di un pulviscolo correntizio hanno richiesto e preteso una candidatura al di fuori del partito.

Quando si ha la forza delle idee ci si confronta con tutti, senza il timore di affrontare ed esaminare proposte che nascono da schemi diversi da quello del partito. Dovremmo essere tutti grati a chi mette al servizio della politica, organismi associativi concepiti per assecondarne l’azione, migliorarla, mettendo al centro della discussione problemi e non questioni organigrammatiche.Ma la memoria è troppo corta e molti dei conferenzieri di ieri hanno dimenticato la geografia e la storia della politica cittadina.

L’Agenzia unica per lo sviluppo, come la qualità degli investimenti pubblici in termini di redditività occupazionale, dovrebbero essere ordini del giorno del partito, non fosse altro perché provengono dal suo massimo rappresentante. E invece vengono licenziati quasi fossero un’offesa all’intelligenza del nostro coordinatore vicario, che in nome della sua autosufficienza e autodeterminazione boccia e promuove gli argomenti utili al dibattito.

Se non ci fosse allergia al confronto sulle questioni serie, emergerebbe invece che l’Agenzia unica è una risposta concreta alle situazioni contingenti che, peraltro, dal 2011 impongono una forte contrazione di organismi ed entità strumentali alle istituzioni. L’ulteriore riduzione di beni e servizi esterni, impone, dunque, di fare convergenza su un organismo di sintesi per avviare percorsi e processi di pianificazione territoriale, in modo da regolamentare al meglio le risorse che il territorio vorrà e saprà intercettare.

Dal confronto sarebbe sicuramente emerso che la politica, da queste cose deve trarre vantaggio. E’ antica la visione di chi ancora pensa che un vessillo riesca a dominare le menti, la vitalità e l’intelligenza delle persone che hanno voglia di partecipare alla costruzione di un programma di sviluppo che sia possibile, eco-compatibile e adeguato alle esigenze della nostra comunità.

Le idee devono essere accompagnate dai concetti della sostenibilità economica e sociale. Il governo del territorio e il miglioramento di esso, contestualmente alla politica degli investimenti, devono essere accompagnati dalla capacità di saper gestire il quotidiano, rimettendo in sistema e in sintonia la qualità di tutti i servizi pubblici con le legittime attese dei cittadini.

E’ quanto mai strano che l’ipotesi dell’Agenzia unica sia stata apprezzata da esponenti di primo piano della politica locale e invece liquidata come una banalità dal vicario. Sono, tuttavia, convinto che susciterà l’interesse e lo stimolo anche di altre parte politiche quando sarà presentata alle istituzioni, a partire dal Consiglio Comunale di Benevento, visto che i conferenzieri di ieri, riuniti intorno a Capezzone, non sembrano apprezzarne la portata".




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