Pendolari sanniti, che dramma. Il 2014 tra disagi e treni vecchi

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N.S. -Il sogno è la 'Napoli-Bari', la realtà però, è un'altra. Sannio ancora ai margini nel rapporto di Legambiente, "Pendolaria 2014", reso noto oggi a Roma. Nelle 108 pagine, Benevento e il Sannio sono ancora sospese tra sogni di grandezza, come l'Alta Capacità Napoli-Bari, e dura realtà, sopratutto per i pendolari, costretti a fare, molto spesso, di necessità virtù vista la carente situazione del trasporto ferroviario. I collegamenti con Napoli e Caserta sono quelli che sono, tra tagli, treni vecchi e ritardi. Un problema mai risolto, anzi, che diventa sempre più ampio con il passare degli anni. Che dire poi del collegamento con Roma? La distanza non è notevole, eppure i sanniti per raggiungere la Capitale, continuano a preferire l'uso delle auto oppure dei bus privati. Il treno non è nelle preferenze di tutti e, principalmente, perchè le 'corse' sono poche e scomode. A completare il quadro la stagnante situazione dei collegamenti provinciali, specialmente quelli per il Fortore.
Una situazione complessa che, in attesa delle 'grandi opere', resta quella che è. Nel rapportone 'Pendolaria 2014', Benevento compare due volte: da una parte nel megaprogetto dell'Alta Capacità, assieme chiaramente ai centri della valle telesina interessati dall'intervento, dall'altra ecco comparire disagi e carenze per via dei collegamenti con Napoli (quelli con Salerno e Avellino sono diventati praticamente inesistenti). La 'Benevento-Napoli Garibaldi', meglio conosciuta come 'Valle Caudina', è da sempre la croce dei pendolari sanniti. Raggiungere il capoluogo partenopeo, da decenni, è un percorso ad ostacoli. Treni vecchi, disagi, ritardi, servizi sostitutivi con bus, guasti. Le tredici fermate, per 71 km di strada ferrata, vengono percorse ad una velocità media di 47km/h. C'è di peggio? Sì, incredibilmente. Fino al 2011 la 'Valle Caudina' era nella poco edificante 'top ten' dei treni lumaca d'Italia. Addirittura ce ne sono dieci che fanno peggio: nella black-list ci sono: la Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, la Circumflegrea, la Bergamo-Milano, la Siracusa-Ragusa-Gela, la Portogruaro-Venezia. E ancora la Catanzaro-Lido-Lamezia Terme, la Salerno-Potenza e la Campobasso-Isernia-Roma.
“Altro che Sblocca Italia - ha dichiarato in conferenza stampa, il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – per i pendolari il servizio, in larga parte delle Regioni, è andato peggiorando e continuerà a vedere tagli per la riduzione e l’incertezza delle risorse. Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o gli studenti per raggiungere scuole e università, la situazione diventa sempre più difficile a causa di treni troppo spesso vecchi, lenti e in ritardo”. Secondo Legambiente dal 2010 a oggi complessivamente si possono stimare in Italia tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale e un aumento delle tariffe. “Drammi giornalieri si vivono sulle linee della Campania, del Veneto, del Piemonte o del Lazio. È vergognoso - aggiunge Zanchini - che il Governo non intervenga e che gli stanziamenti erogati dalle Regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,35% dei bilanci. Governo e Regioni devono impegnarsi concretamente per migliorare il trasposto pubblico su ferro”. Altri dati che emergono dal Rapporto Pendolaria, che Legambiente presenterà nel dettaglio il prossimo 18 dicembre, sono che rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, in larga parte dei casi non hanno investito né in termini di risorse né di attenzioni per recuperare la situazione. E la Campania continua ad annaspare: negli ultimi tre anni, il 19% dei servizi ferroviari è stato tagliato ed in questa percentuale, putroppo, Benevento è presente.



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