Polo Tessile di Airola e ricercatori: Due Ordini del Giorno presentati da Mario Pepe

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Due ordini del giorno sono stati presentati dal parlamentare sannita del PD Mario Pepe, alla Camera dei Deputati.
Il primo riguarda l’aera industriale di crisi dell’ex Polo Tessile di Airola, in Provincia di Benevento e, più in generale dell’emergenza lavoro nelle aree interne della Campania, per il quale Pepe ha chiesto “un progetto di reindustrializzazione che, oltre a salvaguardare il diritto al lavoro, miri ad arginare la crisi dilagante in cui versa il tessuto produttivo della Campania interna”.
Il secondo riguarda i ricercatori sui quali l’Italia “investe ancora troppo poco, rispetto agli altri Paesi europei, perdendo in tal modo molti dei suoi giovani talenti che preferiscono migrare all’estero”. “Le misure introdotte per incentivare il rientro dei nostri ricercatori – scrive Pepe in premessa - hanno finora avuto poco successo anche a causa della scarsa attrattività delle strutture di ricerca italiane per i giovani talenti e per i ricercatori prestigiosi che lavorano all’estero”.
La Camera ha quindi accettato i due ordini e, sul polo tessile di Airola, ha impegnato il governo a considerare l’opportunità di attivare in maniera continua e consequenziale il tavolo del negoziato, già aperto e costituito presso il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo Economico, finalizzato a dare una forte, concreta e decisiva accelerazione, impegnando pienamente la Regione Campania che ha competenze sui contratti di programma e sulle riconversioni industriali, alla scelta ed alla selezione delle nuove offerte produttive che hanno bisogno di essere sostenute dalle autorità di governo ed accompagnate nella parte degli investimenti.
Sulla questione dei ricercatori, invece, ha impegnato il governo a “valutare l’opportunità di predisporre, compatibilmente con le risorse disponibili, un Piano di investimenti per agevolare il rientro dall’estero dei nostri ricercatori e, al tempo stesso, per rilanciare la ricerca scientifica e tecnologica, onde superare lo stato di crisi attuale ed il continuo scivolamento verso il basso dell’Italia nelle classifiche europee degli investimenti in ricerca”.



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