Presentati i risultati di uno studio Gesesa-Unisannio per il contenimento delle perdite idriche della rete

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Presentati i risultati di uno studio Gesesa-Unisannio per il contenimento delle perdite idriche della retePresentati i risultati di uno studio Gesesa-Unisannio per il contenimento delle perdite idriche della rete

GESESA in collaborazione con il gruppo di lavoro dell’Università del Sannio, ha presentato in ACEA, la multiutility leader nel settore idrico Capogruppo di GESESA, lo studio sul Distretto Idrico di S. Colomba al fine di minimizzare le perdite idriche in rete.

Lo studio presentato da Gesesa alla sua Capogruppo Acea, è relativo ad una metodologia per limitare le perdite di acqua nella rete idrica. Perdite che comportano ovviamente costi e disservizi. Il controllo attivo delle pressioni rappresenta una delle strategie più efficaci per la riduzione delle perdite in una rete di distribuzione idrica, specie nel caso in cui questa presenti pressioni in eccesso rispetto a quanto necessario per garantire un servizio efficiente all’utenza. La regolazione delle pressioni viene normalmente realizzata mediante valvole (PRV - Pressure Reducing Valve), ubicate in punti strategici (generalmente all’ingresso) delle reti o di eventuali distretti, in modo da ridurre le pressioni sull’intero sistema idrico a valle. Tali valvole sono impostate in modo da garantire una pressione minima in corrispondenza del nodo più sfavorito della rete.

Tuttavia, dal momento che nell’arco della giornata si possono verificare significative variazioni di pressione per effetto della variabilità della portata (e, quindi, delle perdite di carico), la regolazione della valvola deve avvenire in modo da garantire una pressione adeguata in corrispondenza delle ore di maggior consumo (ore di punta), risultando quindi comunque in eccesso nelle rimanenti ore della giornata, in particolare nelle ore notturne. Inoltre, tale regolazione deve tener conto della possibilità che in alcune condizioni di esercizio (ad esempio, nel caso di un incendio) si possono verificare incrementi di portata rispetto alle condizioni ordinarie, ovvero maggiori e non previste perdite di carico.

Ne risulta, in definitiva, che la PRV deve essere impostata in modo da garantire, in corrispondenza del nodo più sfavorito, una pressione comunque eccedente quella strettamente necessaria, con la conseguente riduzione dell’efficacia dell’intervento ai fini della riduzione delle perdite.



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