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20/1/2015 :: 13:0:22

Burocrazia e magnitudo di serie B. A Faicchio non è cambiato nulla ad un anno dal terremoto



Magnitudo 4.9, scossa non sufficiente da "meritarsi" lo stato di calamità. Gli sgomberati non sono rientrati nelle loro abitazioni ed i luoghi di culto, chiusi da oltre un anno, restano quasi del tutto inagibili perchè i fondi preannunciati ancora non sono arrivati per "colpa" della burocrazia.

Sono passati 387 giorni da quel 29 dicembre 2013 che è rimasto impresso nella mente degli abitanti della Valle Telesina, della Valle del Titerno e del comprensorio Matesino. Erano da poco passate le 18 quando una scossa di magnitudo 4.9 risvegliò nella memoria di tutti il tragico evento del 1980. Dalla seconda scossa che invece è passato esattamente un anno, era il 20 gennaio. Tra i comuni più colpiti c'è Faicchio. Nel centro titernino ad essere sgomberate furono otto famiglie due abitanti nel centro storico e sei ubicate nel caseggiato Iacp, dichiarato poi inagibile insieme alle chiese di Santa Maria e San Giovanni (questa di proprietà del Comune) all’ala antica della Casa Generale e la chiesa S. Maria del Carmelo delle Suore degli Angeli. Gli interventi dei Vigili del Fuoco sul solo territorio di Faicchio furono ben oltre le 200 ed il clamore sia mediatico che d’emergenza suscitato dall’allora sindaco Mario Borrelli fu notevole tanto fu convocato, nel pieno dell'emergenza e con lo sciame sismico ancora in corso, un tavolo istituzionale con l’assessore regionale Colasanto, il presidente Anci campano Iannuzzi, l’assessore regionale Fulvio Martusciello e tutti i sindaci del comprensorio. La proposta della Regione Campania, così come annunciarono la mattina del 3 gennaio 2014, Martusciello e Colasanto, fu quella di stanziare, per i comuni interessati dal sisma del 29 dicembre (magnitudo 4.9), una cifra pari a 2milioni e 500mila euro (finanziamento entro il 31 gennaio 2014, scadenza dell'approvazione del Bilancio regionale) solo ed esclusivamente per il ripristino ed i lavori di adeguamento dei luoghi di culto danneggiati dal terremoto. Una decisione che, è bene ricordarlo, scontentò buona parte dei sindaci presenti alla riunione che si aspettavano aiuti per i cittadini costretti ad abbandonare le loro case per i danni provocati dal sisma. In seguito ci fu l'annuncio dell'assessore alla Protezione Civile, Edoardo Cosenza, sui fondi stanziati per l'area del Matese e per la messa in sicurezza del territorio interessato (56 milioni di euro per dieci comuni a cavallo tra le province di Caserta e Benevento (Alife, Castello del Matese, Gioia Sannitica, Piedimonte Matese, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico, Faicchio, Cerreto Sannita, Cusano Mutri e Guardia Sanframondi).

FAICCHIO UN ANNO DOPO. NON E' CAMBIATO NIENTE
Un anno dopo 'Il Quaderno.it' è tornato a Faicchio. Amara scoperta, visto che a distanza di un anno non è cambiato assolutamente niente. Attualmente sono otto le famiglie (tra gli sfollati anche un disabile) che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni danneggiate dal terremoto da un anno e sono ospitate in altri alloggi comunali, in una struttura scolastica ed alcuni di loro sono ospiti di parenti. Stessa cosa per le undici suore dell'istituto attiguo alla chiesa Madre: la parte vecchia è stata sgomberata e le suore sono state spostata nell'ala nuova dell'istituto. Ad oggi non sono ancora rientrate nella vecchia struttura. L'emergenza, che l'ex sindaco Borrelli contava di risolvere in un paio di settimane, non ha mai fatto registrare progressi da un anno a questa parte. Abbiamo ripercorso gli stessi luoghi e visionato esternamente gli stessi edifici colpiti dal sisma di un anno fa: restano ancora attive le transenne, le porte chiuse, gli avvisi di sgombero. Una risposta al nostro portale, l'ha data il sindaco di Faicchio, Nino Lombardi che nella primavera del 2014 è succeduto a Borrelli: "Per l ristrutturazione ed i lavori che interessano le chiese - ha detto a 'Il Quaderno.it - la Regione Campania ha individuato la Diocesi come committente. Le gare dovrebbero essere state già tutte espletate ed i progetti per la chiesa di S. Giovanni e S. Maria e la chiesa del Carmelo delle Suore degli Angeli la Diocesi li ha già inoltrati. Insomma i lavori sono appaltati, ma bisogna attendere i tempi lunghissimi della burocrazia italiana per l’ avvio. Noi come come Comune aspettiamo l’identico iter per la messa in sicurezza di un costone, per il progetto la porta del Sannio e la fondazione Pascale". Colpa della burocazia insomma. E per i privati? "Il sisma non è stato riconosciuto come calamità - ha spiegato Lombardi - si parte da magnitudo 5.1, e viste anche le poche risorse non è stato possibile intraprendere nessun intervento". Secondo quanto ci ha riferito Lombardi "al momento sono ancora due le famiglie allocate negli edifici scolastici, e contiamo di risolvere l’emergenza Iacp pian piano appena ci sarà disponibilità economica". Una beffa nella beffa insomma: la potenza della scossa (4.9) non si è meritata lo stato di calamità ma le case lesionate sono state comunque dichiarate inagibili.

IL REBUS FONDI E L'ATTESA DEI COMUNI DEL COMPRENSORIO
I fondi stanziati per l’area del Matese, post sisma, dalla Regione Campania sono stati pari a circa 56 milioni di euro. I fondi come spiegò anche l’assessore alla Protezione Civile Edoardo Cosenza, sarebbero andati per la messa in sicurezza del territorio interessato. Era questo lo scopo della delibera approvata per lo stanziamento dei fondi e il protocollo d'intesa firmato con i Comuni di in provincia di Caserta e con le amministrazioni di Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Faicchio e Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento. Le risorse, come spiegò l’assessore Cosenza furono attinti: '' dai fondi europei relativi agli obiettivi operativi 'Protezione civile' e 'Difesa suolo''. Il 9 maggio succesivo ecco che i 56 milioni furono così ripartiti:29 milioni 200mila euro per gli interventi di edilizia scolastica, 14 milioni 100mila per la messa in sicurezza di edifici strategici, e 12 milioni 668mila euro per la realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico. dell20 ottobre richiesta in relazione ai fondi stanziati per le zone colpite dal sisma inviata dal Pd ed indirizzata al sindaco ed all’ass. lavori pubblici, circa l’affidamento degli incarichi ai tecnici, quale modalità adottate progettazione esecutiva, relazioni geologiche e coordinamenti di sicurezza. Ad agosto il nuovo finanziamento per interventi pari a 11 milioni 900mila euro relativi alla messa in sicurezza e al risanamento conservativo di chiese e beni ecclesiastici danneggiati dagli eventi sismici. Il governatore Caldoro e Cosenza per l’occasione commentarono:”sono stati approvati tre distinti protocolli d’intesa: con la Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti e i Comuni di Gioia Sannitica (Caserta), Faicchio (Benevento), Cerreto Sannita (Benevento), Cusano Mutri (Benevento) e Guardia Sanframondi (Benevento) per la realizzazione di interventi per complessivi 6,2 milioni di euro; con la Diocesi di Alife-Caiazzo e i Comuni di Piedimonte Matese (Caserta), Alife (Caserta) e Castello del Matese (Caserta) per la realizzazione di interventi per 3,2 milioni di euro; con la Provincia di Caserta per la messa in sicurezza e il risanamento conservativo del Palazzo Ducale di Piedimonte Matese che prevede uno stanziamento di 2,5 milioni euro”.

Gaetano Vessichelli
Michele Palmieri


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