Interviene con una nota stampa Pasquale Viespoli, presidente di Mezzogiorno Nazionale, e lo fa per chiarire alcuni punti riguardanti le dichiarazioni espresse da Sandra Lonardo nella giornata iniziale della sua campagna elettorale all’Hotel President. I temi in oggetto sono su Conservatorio, Università, Scuola Allievi e Scuola di Magistratura “tutte cose nate in casa Mastella”.
“Intervengo non per polemizzare con chi esercita l’ambulantato elettorale e prende le liste a noleggio; intervengo solo per affermare la verità della storia politico-amministrativa della città, rispetto alle falsità e alle millanterie”. Sono queste le prime parole di Pasquale Viespoli, dopo le dichiarazioni di Sandra Lonardo.
Il presidente di Mezzogiorno Nazionale precisa come “l’Università e il Conservatorio hanno raggiunto l’autonomia durante il mio sindacato. Un risultato, in particolare per l’Università, frutto di un lungo, impegno comune della classe dirigente, a partire dalle battaglie negli anni sessanta della Destra sannita per finire con il lavoro, in particolare, di Pietrantonio e Perlingieri e il finanziamento, durante il governo Berlusconi, di 25 milioni all’Università per l’acquisto degli immobili di proprietà del Comune. Un’operazione di patrimonializzazione dell’Università stessa e una sorta di risarcimento al Comune per il notevole sforzo economico sopportato dalla città per raggiungere l’obiettivo storico dell’insediamento universitario”.
“Per quanto riguarda la Scuola allievi carabinieri – precisa Viespoli - chi accusa, dovrebbe stare in realtà tra gli accusati e ricordare le rassicurazioni del governo Prodi e la derisione nei confronti di chi, fin da allora, lanciava inutilmente l’allarme sull’esigenza di una riconversione.
La Scuola di Magistratura, poi, rappresenta un caso esemplare di incapacità e di presunzione politico-amministrativa, a partire dal governo di centrosinistra dell’epoca fino all’amministrazione comunale dell’epoca, sempre di centrosinistra, con protagonisti, sul piano nazionale e locale, chi oggi rivendica e accusa”.
“La fase storica che stiamo attraversando – conclude - avrebbe bisogno di ben altro spessore e qualità del confronto e del dibattito politico. Avremo modo di riparlarne, anche perché non si può impunemente cancellare la memoria e stravolgere la storia di una comunità”.
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