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Rapporto Istat 2012, molte le disparità. A Benevento servizi da migliorare

Istat
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NOSTRO SERVIZIO - Sono 59 milioni 464 mila i residenti in Italia al 9 ottobre 2011, secondo i primi risultati del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, 2 milioni 687 mila in più rispetto al censimento del 1991. L’aumento demografico è dovuto quasi interamente agli stranieri residenti che risultano oggi 3 milioni 770 mila (6,3 ogni cento residenti). E' quanto emerge dal Rapporto Istat 2012.
Continua a scendere il livello di occupazione a tempo pieno e a durata indeterminata, mentre cresce il tempo parziale e di collaborazione. Si vive sempre più a lungo, gli uomini in media 79,4 anni e le donne 84,5.
Nascono pochi bambini, nonostante la lieve ripresa osservata dalla metà degli anni ‘90. Nel 2011 il numero medio di figli per donna (1,42) deriva da valori pari a 2,07 per le residenti straniere e a 1,33 per le italiane. La geografia della fecondità si è rovesciata nel corso dell’ultimo decennio: oggi, le regioni più prolifiche sono quelle del Nord (1,48 figli per donna) e del Centro (1,38 figli per donna) dove è maggiore la presenza straniera, mentre nel Mezzogiorno si stimano solo 1,35 figli per donna nel 2011.
Cresce l'occupazione femminile, ma solo di 196mila unità nel Mezzogiorno.
Un contributo all'aumento del lavoro in rosa lo ha fornito il part time. Dei 2,3 milioni di lavoratori a tempo determinato, quasi uno su due è donna (circa 1,1 milioni). A lasciare o perdere il lavoro sono prevalentemente le neo-madri residenti nel Mezzogiorno, le più giovani, quelle che hanno avuto il primo figlio e quelle che vivono in coppia.
Al di là delle diseguaglianze tra i sessi, molte le disparità di rilievo tra una popolazione che si caratterizza a seconda dell'appartenenza territoriale e non solo nella distribuzione del reddito. La sperequazione riguarda anche la disponibilità e la qualità dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione. Si tratta dei più importanti servizi alle famiglie: asili nido, assistenza sociale a disabili anziani non autosufficienti, prestazioni del servizio sanitario nazionale. Le diversità di trattamento si manifestano tipicamente secondo la direttrice Nord-Sud, mentre - si legge nel Rapporto - per i servizi ad alto impatto sulla qualità di vita degli individui, come la fornitura di acqua, la raccolta dei rifiuti e il trasporto pubblico, i differenti livelli di disponibilità e di efficienza sembrano dipendere da un articolato insieme di fattori, riconducibili anche alla dimensione media dei comuni, alle scelte politiche realizzate dalle singole amministrazioni, alla consapevolezza della cittadinanza (come nel caso della raccolta differenziata).
A proposito di rifiuti, i comuni che hanno ottenuto i miglioramenti più consistenti sono collocati quasi tutti nel Mezzogiorno. Benevento è tra le città che che hanno ridotto la quantità complessiva di rifiuti prodotti incrementando al contempo la raccolta differenziata. Lazio e Campania, però, sono sono le regioni in cui risultano più elevate le quote di cittadini che lamentano il problema della sporcizia nelle strade (superiori al 40%). Secondo i dati ufficiali, al 31 dicembre 2010, nella nostra regione, la raccolta differenziata copre il 47% dei rifiuti a Caserta, il 34% a Benevento, il 67% ad Avellino ed oltre il 70% a Salerno.
Capitolo trasporti: secondo i rilevamenti Istat, tra le regioni del Mezzogiorno si caratterizza positivamente la Campania dove un’elevata densità delle reti di trasporto pubblico si rileva in tutti i capoluoghi, ad eccezione di Benevento. La domanda di trasporto pubblico locale nel complesso dei comuni capoluogo di provincia è cresciuta del 13,6% rispetto a 10 anni prima. Ancora una volta, la Campania è in fondo alle classifiche che riguardano la soddisfazione dei cittadini su alcuni aspetti del servizio, come la frequenza delle corse, la pulizia delle autovetture, la comodità delle fermate, il costo del biglietto.
Per quanto riguarda l'acqua, anche se tutte le regioni mostrano tendenze al contenimento degli sprechi, solo Basilicata e Calabria (circa 33%) hanno già colmato parte rilevante della distanza rispetto al valore obiettivo. In termini di consumo giornaliero pro capite il quadro territoriale è variegato e non disegna una contrapposizione tra Nord e Mezzogiorno. Considerando le principali città, nel 2010 il consumo di acqua fatturata per uso domestico riferito al complesso dei comuni capoluogo di provincia è di 66,7 metri cubi per abitante, pari a un consumo medio giornaliero di 183 litri pro capite. La leggera flessione rispetto al 2009 (-1,9%) 40 appare in linea con la contrazione dei consumi di acqua che si osserva a partire da circa un decennio, a testimonianza di una maggiore attenzione all’utilizzo della risorsa idrica e al contenimento dei relativi costi sostenuti da parte dei cittadini: nel 2010, ben 103 comuni capoluogo capoluogo su 116 registrano una riduzione dei consumi rispetto al 2001. Anche tra i comuni che mostrano variazioni complessivamente positive rispetto al 2001 (quasi tutti del Mezzogiorno) si nota comunque un’inversione di tendenza rispetto al passato, ad eccezione di Caserta, Benevento e Belluno.
La spesa sociale nel 2009 è diminuita dell'1,5% nel Mezzogiorno, ma, allo stesso tempo è aumentata del 6% nel Nord-Est, del 4,2% nel Nord-Ovest e del 5% al Centro.


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