Pronto Soccorso Sant'Agata. Anche i Comuni si mobilitano contro chiusura: "Ripercussioni su diritto salute"

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Ospedale S. Alfonso Maria de' Liguori (S. Agata dei Goti)Ospedale S. Alfonso Maria de' Liguori (S. Agata dei Goti)

Tante le prese di posizione non solo del mondo politico ma anche della sfera cattolica, unanime la richiesta di rivedere la decisione. 

Dure, le reazioni del mondo politico sannita in merito alla vicenda della chiusura del Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” di Sant’Agata de’ Goti. Dopo le prese di posizione del sindaco di Benevento, Clemente Mastella e le proteste dei cittadini, la richiesta di chiarezza del sindaco caudino Valentino, la richiesta di un incontro avanzata dal consigliere regionale Mortaruolo, si rafforza il fronte dei contrari che vede anche la presenza del presidente della Provincia, Claudio Ricci. A nulla, dunque, sono valse le spiegazioni del direttore Pizzuti

A baluardo dell’importante e strategico Presidio, anche le Amministrazioni Comunali di Limatola e Dugenta, nelle scorse ore aveva preso posizione anche il vescovo della diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti che ha lanciato un monito chiarissimo: “il diritto alla salute non sia assoggettato alle logiche del profitto”.

Il Comune di Limatola, insieme ai cittadini, con forza, come già fece il sindaco(Domenico Parisi) nella riunione che si tenne mesi fa nella stessa Sant’Agata, organizzata dall’on. Sandra Lonardo Mastella ha chiesto: “la permanenza del Pronto Soccorso nell’Ospedale De’ Liguori di Sant’Agata dei Goti”.

A raccogliere le preoccupazioni dei cittadini è il vicesindaco Pina D’Angelo che chiede alle istituzioni di non sottovalutare quelle che possono essere le ripercussioni che potrebbero derivarne e la mancanza di tutela del diritto alla salute per tutti gli abitanti di una intera valle come quella Telesina e Caudina che si troverebbero sprovviste di un punto di primo soccorso nell’unico ospedale zonale.

“Il diritto alla salute – spiega D’Angelo – come il diritto all’istruzione non devono in alcun modo rispondere a logiche imprenditoriali. L’Italia ha impiegato decenni a raggiungere un traguardo invidiato da tutte le altre nazioni ed ora non possiamo permettere che in un solo colpo venga gettato via tutto il lavoro e l’impegno che i nostri predecessori hanno profuso per far si che il nostro tricolore, simbolo di forza di una Patria, venga svuotato del suo storico significato e che il nostro paese diventi come tutti gli altri in cui non si tutelano in alcun modo i suoi abitanti. Se ci sono colpe sono sicuramente da addebitare a chi in passato con mezzucci o prepotenza ha sottratto allo stato sociale risorse da destinare altrove, ora forse queste persone non ci sono più, ma non possiamo certo essere noi a pagarne le conseguenze. Noi, i nostri figli e le future generazioni abbiamo bisogno che lo Stato ci tuteli, ci aiuti, e che insieme possiamo di nuovo ripartire per riportare l’Italia ad essere la Nazione fiera ed orgogliosa che meriterebbe essere.”

Solidarietà è stata poi espressa al sindaco del centro saticulano: “Siamo accanto al sindaco, Carmine Valentino e a chi in queste ore sta rispondendo con forza e si sta opponendo a queste decisioni, anche noi chiediamo chiarezza e confronto prima che venga presa qualsiasi decisione in merito”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Clemente Di Cerbo, sindaco del Comune di Dugenta. “Esprimo tutto il disappunto dell’amministrazione comunale di Dugenta – ha commentato la fascia tricolore – in riferimento alla soppressione del Pronto Soccorso dell’ospedale della vicina Sant’Agata de’ Goti e la conseguente attivazione di un Punto di Primo intervento. Resto dell’avviso, già espresso in un comunicato dell’aprile di quest’anno, che considerato il bacino di utenza servito, quale la Valle Telesina e la Valle Caudina, sia necessario e doveroso strutturare presso l’ospedale ‘S.Alfonso M.De’ Liguori’, un Pronto Soccorso Ospedaliero. Il punto di primo intervento rappresenta una risposta insufficiente al fabbisogno della popolazione e la scelta non può essere legata a logiche puramente economiche e manageriali, bypassando il diritto alla salute di migliaia di cittadini; la ‘sperimentazione’ citata dal Direttore Generale, prevista evidentemente nell’atto aziendale, non può essere anteposta a quelle che sono le vere esigenze del territorio, dei cittadini e soprattutto delle fasce più deboli, perché anche il semplice trasferimento in altre strutture metterebbe in difficoltà il paziente più indigente a poterlo seguire ed assistere da parte dei propri familiari, oltre al segnale di un evidente smantellamento progressivo e totale della struttura ospedaliera del S.Alfonso M. De’ Liguori”.

Di Cerbo, ha poi rinnovato la richiesta di “rimodulazione del Piano Regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera attraverso un confronto con le istituzioni locali affinché si possa conservare un pronto soccorso attivo per il pronto intervento e la stabilizzazione del paziente presso l’Ospedale ‘S.Alfonso M.De’ Liguori” di Sant’Agata de’ Goti, tenendo presente anche la tutela di tanti posti di lavoro di medici, infermieri e staff”.

Di Cerbo ha poi lanciato un appello alla deputazione nazionale. A loro, viene chiesto di: “farsi carico di intervenire con il Ministro della Salute al fine di ridefinire i parametri del sistema dell’emergenza, rispetto a situazioni particolari come quella del Sannio con un rapporto popolazione/territorio distribuito equamente tra capoluogo e provincia e faccio appello a tutte le amministrazioni dei territori serviti affinché ci si possa incontrare per interpretare in modo unitario le esigenze dei cittadini rappresentati e trasmetterle agli organi nazionali, regionali e ospedalieri competenti”.

M.P.



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