Prove di Expo 2015 a Guardia Sanframondi. Il Sannio punta a 'fare rete'

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Guardia Sanframondi - il castelloGuardia Sanframondi - il castello

Si è tenuto venerdì 8 agosto presso il Castello Medioevale di Guardia Sanframondi, a corollario di Vinalia, il convegno: “Il comparto vitivinicolo sannita (si) fa sistema per Expo 2015”. Un dibatto appassionato tra i vari enti locali, i vignaioli e le cantine per fare in modo che il Sannio arrivi unito e preparato al grande appuntamento milanese del prossimo anno.
A moderare e ad introdurre i vari temi e momenti della discussione è stato Nicola Matarazzo (Direttore Sannio Consorzio Tutela Vini). A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Guardia Sanframondi, Floriano Panza che ha subito puntato l’accento su l’aspetto del ‘fare rete’: “ Abbiamo bisogno di moduli organizzativi condivisi, questo è l’unico modo per provare a far si che la nostra valle, abbia ancora qualcosa da dire”. Il primo cittadino di Guardia ha anche annunciato ai più la candidatura del ‘Paesaggio Vitivinicolo del Sannio’ all’UNESCO. Un modo secondo Panza per far si che: “ si possa non sol tutelare la grande bellezza della valle dai pericoli dell’industria invasiva e speculatrice, ma anche tutelare il prodotto sannita per eccellenza e far in modo che i mercati esteri ne vegano a conoscenza”.
Si ricollega e apprezza l’intervento di Floriano Panza il neo Presidente della Camera di Commercio di Benevento, Antonio Campese: “ Il nostro obiettivo è quello di riuscire a catturare l’attenzione del visitatore presentando il Sannio nel miglior modo possibile. Oggi è da apprezzare lo sforzo fatto da Guardia che ha rispedito indietro alcune centinaia di migliaia di euro di P.I.P. perché ha deciso in quale territorio voler vivere e soprattutto in quale direzione vuole andare”.
Insomma secondo Campese il Sannio deve credere nel suo artigianato, nella sua storia, nella sua cultura, nelle sue tradizioni e nel suo vino. Deve anche il ‘Sistema Sannio’ crescere dal punto di vista dell’interazione istituzionale e riuscire a comunicare a “ misura di visitatore”.
Secondo Antonio Ciabrelli, Presidente Gal Titerno : “La Valle non può non puntare tutto sul principe dei vini e sulla sua produzione che è pari al 40% di tutta l’area beneventana. La Falanghina insomma è un prodotto flessibile e di qualità e va tutelato nel suo intero percorso ed ecosistema”.
Ad intervenire è stato anche Riccardo Cotarella, Presidente Nazionale Assoenologi e presidente del Comitato Scientifico del Padiglione del Vino di Expo2015: “ L’expo è unico per portata, il vino è unico perché è il solo prodotto italiano capace di racchiudere vari aspetti: il vino è un estratto di cultura”. Cotarella poi sposta l’argomento sulla rete e i giovani: “L’Italia è il paese leader della tecnologia mondiale per il vino e devono essere lanciati i giovani di questo comparto se vogliamo continuare a crescere perché hanno passione e competenza. Noi ‘vecchi’ abbiamo creato un danno pazzesco proprio perché non siamo stati capaci di fare rete, di marcare il territorio, e il problema comunicativo è figlio di questa nostra incapacità”. Salvatore Garofano Presidente La Guardiense, non solo ricorda la crescita esponenziale della sua cantina passata a 1.500 ettari e 1000 soci con oltre 240 mila quintali di uva prodotta ma lancia un vero e proprio appello alle istituzioni: “ dovete aiutarci a farci stare insieme, solo riusciamo a vendere il territorio potremo riuscire a vendere anche il vino”. Francesco Martusciello Chief Operation Manager Gruppo Ricerca RURALHUB- MIUR/MISE ha lanciato la discussione sull’innovazione: “ Stiamo sviluppando nuove opportunità per la ruralità e l’agroalimentare, nuovi modelli economici per riuscire a fare rete e business. Modelli che vadano a diversificarsi dai soliti teoremi globalizzanti e tornino a creare peculiarità che altrimenti sarebbero perdute”. Ricerche e innovazioni che secondo Alex Giordano, docente di societing e social innovation all’Università Federico II e IULM di Milano: “Devono proiettare nel futuro e racchiudere ogni singolo meccanismo capace di essere applicato all’agricoltura, dalle tecnologie ‘open source’ come Arduino all’analisi etnografica. Innovare non significa però solo creare economia ma anche ‘storytelling’ ovvero narrare ciò che avviene nelle culture o nelle zone rurali. Infondo – conclude Giordano – le scelte che si fanno a tavola, sono quelle che poi alla fine vanno a trasformare possono salvare o distruggere l’ambiente e le tecniche di agricoltura. Ecco perché lavorare solo per l’Expo sarebbe inutile mentre assicurare un progetto a lungo termine al territorio significherebbe creare un ‘valore’ che non sia un semplice ‘prezzo’. Alessandro Mastrocinque, Vice Presidente Nazionale CIA, parla del neo approvato DL Competitività e del Decreto Campo Libero, dove secondo lui: “ Il governo ha fatto uno sforzo importante e un passo avanti sull’aiuto alla ricerca e all’innovazione agricole, lanciando altri 2 milioni di euro per i progetti riguardanti Expo 2015. Quello che invece deve aumentare è l’equilibrio e la stabilità delle aziende che deve essere ‘diverso e sostenibile’ in modo da poter dare più reddito a chi produce”. A dirla tutta invece è Manfredi Pascarella, Vice presidente provinciale Confagricoltura: “ Ad essere in ritardo non è solo il Sannio, non è la Campania ma l’intero sistema Paese. Confargicoltura lotta dal 2009 affinché vengano utilizzati i progetti di ‘conoscenza’ messi a disposizione con risultati poco incoraggianti perché manca l’investimento delle aziende. Manca anche l’appoggio regionale – secondo Pascarella – perché la Campania offre zero euro per la promozione in confronto ai 3 milioni della Lombardia che in questo modo cresce anche dell’11% nelle esportazioni mentre noi rimaniamo fermi al palo del 4,6%”. Elio Mendillo, Amministratore Delegato Gal Titerno, parla di eccellenze, di cultura, di artigianato, di valorizzazione delle potenzialità territoriali del Sannio e della conservazione dei saperi, in una sola parola ‘Filocolture’ : “ Un’analisi e studio del sistema territoriale e del sistema produttivo, un’attività di scambio e condivisione partecipata e l’elaborazione dello studio con la messa in pratica degli strumenti operativi”. Secondo l’AD del Gal Titerno: “Il territorio deve diventare centrale, in ottica di qualità totale che prevede anche la maturazione della governance locale, creando criteri e centri di responsabilità. I soldi – chiosa Mendillo – non servono alle aree interne, o meglio servono poco se il sistema poi intorno non funziona”. Iadanza, Politiche Agricole e Forsetali Regione Campania, rivendica l’aumento delle domande (+ 53%) per quando riguarda l’accesso ai finanziamenti (fondi comunitari dl 1234) per la ricostruzione dei vigneti. Ricorda come dei 10 milioni stanziati ben 6 siano stato dirottati proprio a Benevento che su 660 istanze regionali ne detiene bene 434, a dimostrazione che non c’è altro settore più finanziato di quello agricolo. A concludere gli interventi è Giuseppe Marotta, Direttore Dipartimento di Diritto , Economia, Management e Metodi Quantitativi UNISANNIO: “ Il Sannio avrà il 50% dei fondi PSR Campania ed è da qui che si deve partire per creare un prodotto nuovo che immagazzini – secondo anche il modello teoretico che UNISANNIO ha sviluppato – tutto il ‘portafoglio di valori’ legati al territorio, che riescano a dare completezza al prodotto”.
Insomma, se il capitale si sposta per de localizzare in base alla convenienza, il Sannio ha un solo modo per far si che la prospettiva per il territorio cambi: “creare prodotti non delocalizzabili”. Sono questi gli spunti che il Sistema Sannio attuerà prima di recarsi a Milano per Expo2015.

Michele Palmieri



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