Province, il Governo le abolirà tutte. Spazio a collegi delle autonomie formati dai sindaci

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La Consulta boccia il riordino delle Province. Poco male, il Governo Letta già studia la rimodulazione ed intende agire velocemente. Così, già nelle prossime ore, l'annunciato ddl costituzionale sull'abolizione delle Province italiane, verrà esaminato in Consiglio dei Ministri. Un atto di forza? Più che altro l'ennesima dimostrazione che le Province italiane sono diventate il male assoluto, lo spreco immorale, insomma, quanto di più inutile esiste in Italia. Sono d'accordo un po' tutti, dal mondo della politica passando a quello delle associazioni territoriali fino ad arrivare alla bocca di ogni singolo cittadino. A Benevento ne sappiamo qualcosa: l'inverno appena andato via è stato caratterizzato dal "derby" con Avellino sulla costruzione della fantomatica nuova provincia "Sannio-Irpinia" con Benevento capoluogo. E' successo il finimondo, con assemblee, manifestazioni di piazza ed avellinesi mobilitati perchè scippati della loro autonomia. La popolazione però, si scaldò solo perchè c'era in lizza la supremazia di una città sull'altra: erano quasi questioni private e la politica, in quell'occasione, bocciò a colpi di emendamenti la pazza idea dell'allora ministro Patroni Griffi. Qualche giorno fa l'esito della Consulta: il riordino voluto dal Governo Monti non è praticabile. Partita chiusa? Niente affatto! Nemmeno poche ore ed ecco che l'attuale premier Enrico Letta rilancia l'idea e punta il dito contro le bistrattate Province. Stavolta però, non si andrà alla guerra tra Guelfi e Ghibellini: Benevento e Avellino, Pisa o Livorno, Chieti e Pescara, Belluno o Treviso. Tutti potranno dormire sonni tranquilli, nessuno dominerà l'altro, si morirà tutti insieme. La differenza sostanziale tra il ddl costituzionale che ha in mente Letta rispetto a quanto fatto da Monti, non prevede una serie di fusioni con la conseguente riduzione nel numero degli enti provinciali. Andranno tutte via per fare spazio ad una sorta di collegi delle autonomie. Niente Città Metropolitane (che, in fin dei conti, conservavano lo stesso numero di dipendenti e strutture delle attuali Province). A chi in queste ore chiede il ritorno alle urne nel Sannio (attualmente alla Rocca dei Rettori c'è sempre Aniello Cimitile in sella ma come Commissario Straordinario, non più come Presidente provinciale) la risposta è pronta ed efficace: i nuovi collegi delle autonomie non prevedono politici eletti e, dunque, presidente, assessori, consiglieri e commissioni. La reggenza potrebbe essere affidata ai sindaci dei territori. Patroni Griffi stimò un risparmio di 370 milioni di euro, con l'abolizione totale la cifra potrebbe arrivare pure a 700 milioni di euro. La proposta però non piacerà a tutti: l'Upi ad esempio, ha già annunciato battaglia ed in molti si sono stancati a dover ascoltare anche dal Governo Letta la solfa delle Province, unico male assoluto. A sgomberare il campo ci ha pensato, nelle ultime ore, il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio: "La riforma degli enti locali e la cancellazione delle Province si farà comunque". Vedremo cosa succederà in Parlamento e se, stavolta, i partiti che si erano messi di traverso sulla proposta di Patroni Griffi, collaboreranno con il Governo nei momenti decisivi.
Gaetano Vessichelli

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