Provinciali. Intervista a Oberdan Picucci: 'Ncd-Udc sarà la lista rivelazione'

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Oberdan PicucciOberdan Picucci

NOSTRO SERVIZIO - Due partiti in uno solo. Udc ed Ncd hanno avviato da tempo il processo di fusione. La prima volta fu in occasione delle Europee di maggio. Ora, il tandem si ripresenta per le provinciali nella versione riformata delle elezioni di secondo livello.
A raccontare il progetto al Quaderno.it, è Oberdan Picucci, consigliere comunale del capoluogo, nella lista stilata per l’appuntamento del 12 ottobre.
“La lista unitaria per le elezioni provinciali NCD-UDC che segue l’esperimento delle elezioni europee – spiega Picucci - è la conferma che quel progetto non era solo una alchimia elettorale, bensì un primo tassello per la costituzione di un nuovo soggetto moderato che, partendo dalla base dei due partiti, si estenda alla società civile e all’associazionismo moderato. Progetto in itinere e che nei prossimi mesi porterà alla nascita ufficiale della Costituente popolare. In Italia c’è ancora voglia di Centro – sostiene il giovane consigliere - e questo nuovo soggetto politico potrà avere enormi potenzialità di consenso. Inoltre, mi sorprende positivamente, all’interno dell’area centrista, la presenza dei giovani, anche amministratori, che si impegnano con quotidiana dedizione. Ecco, un partito ‘vecchio stampo’, nel concetto di militanza, ma ‘innovativo’ nella proposta e nell’azione”.
Nel dettaglio dei nomi in corsa, Picucci illustra la compagine come “Una lista fatta da giovani e da donne così come da amministratori più esperti, una lista rappresentativa di tutte le aree geografiche della provincia e che, per il consenso che i singoli candidati stanno calamitando, sarà la rivelazione di questa campagna elettorale, ne sono assolutamente certo”.
Peccato per “l’anomalo sistema elettorale” che il vice segretario dell’Udc considera “assolutamente ingiusto, perché è il popolo che deve decidere chi sono i propri rappresentanti”. “Le competenze – spiega - sostanzialmente sono rimaste le stesse, oltre a quanto potrà in itinere essere delegato dalla Regione. Certo, il taglio delle risorse, così come per i Comuni, renderà l’opera di chi amministrerà ancora più ardua.
Ritengo, inoltre, che le Province debbano e possano rappresentare un interfaccia vicino ed immediato per tutti gli amministratori che spesso, invece, devono subire prevaricazioni ed effettuare viaggi della speranza a Napoli per ottenere un risultato positivo per la propria comunità. Ecco, - conclude Picucci - io non penserei ad un depotenziamento delle Province, bensì, senza dubbio abolirei le Regioni, ormai troppo distanti dai cittadini e dagli amministratori locali”.



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