Rapporto Agromafie. In crisi l’olio di oliva, agrumi, vino e miele

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Ruberie e saccheggi di olive nei campi, ma anche forme di accaparramento e di commercio clandestino dell’extravergine sono solo la punta dell’iceberg dei fenomeni d’illegalità che rischiano di scoppiare sul mercato del Made in Italy alimentare colpito quest’anno da una carestia nei suoi prodotti simbolo.
E’ quanto emerge dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare presentato questa mattina a Roma.
Nel 2015 sugli scaffali dei supermercati ci sarà il 35% in meno di olio di oliva italiano, ma anche un calo del 25% per gli agrumi, del 15% per il vino fino al 50% per il miele, mentre il raccolto di castagne è stato da minimo storico, con il rischio concreto di un aumento delle frodi a tavola.
“A rischio – ha sottolineato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo - sono soprattutto i cibi low cost dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi, ma possono a volte mascherare anche illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri”.
“È ormai un dato di fatto – ha aggiunto il vice presidente nazionale Coldiretti Gennaro Masiello - ad esempio che i consumatori vedranno sulle loro tavole oli non del tutto italiani, quando non completamente provenienti da paesi esteri. Vero è che la quota di importazioni di olio proveniente da paesi come Spagna, Turchia e Grecia era già altissima, almeno l’80%, anche prima della crisi dei raccolti. Il mercato europeo dell’olio di oliva – ha proseguito Masiello - con consumi stimati attorno a 1,85milioni di tonnellate, rischia di essere invaso dalle produzioni provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente che non sempre hanno gli stessi requisiti qualitativi e di sicurezza. Un allarme che riguarda soprattutto l’Italia, che è il principale importatore mondiale di olio per un quantitativo pari a 460mila tonnellate”.
Betacarotene, clorofilla, oli di semi e olio di sansa, sono i veri nemici dell’extravergine d’oliva. Il rischio infatti è che entrino nel circuito della distribuzione alimentare prodotti fortemente adulterati, manipolati attraverso l’aggiunta di additivi o imbottigliati in maniera fraudolenta. Che il calo della produzione registrato quest’anno esponga ad un incremento delle frodi lungo tutta la filiera dell’olio è dimostrato dalla recente operazione ‘Olio di carta’ condotta dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.



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