Referendum. De Nigris ai grillini: "Voto no, maggioranza non ha ricevuto imposizioni"

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Luigi De Nigris Luigi De Nigris

Luigi De Nigris risponde all'appello lanciato dal Movimento 5 Stelle in vista del Referendum e precisa che la sua è una posizione personale lontana da ogni incarico politico.

“Per Marianna Farese e Nicola Sguera i Consiglieri comunali che ancora non si pronunciano sul prossimo referendum costituzionale, si sarebbero auto confinati in una zona grigia. Una zona paragonata nientemeno che all’antinferno dantesco. Il luogo dove Dante colloca gli ignavi o i vili: coloro che non sono degni nemmeno di stare tra i dannati”.

Così Luigi De Nigris consigliere comunale di Benevento e capogruppo a Palazzo Mosti di Noi Sanniti risponde al Movimento 5 Stelle che nelle scorse ore aveva chiesto alla maggioranza di prendere una posizione chiara nei confronti del referendum sulla Riforma Costituzionale.

“Cercherò – continua – se ci vuole così poco per conquistare orgoglio e gloria, considerazione ed onore, di espiare la mia colpa non senza una doverosa premessa: la mia dichiarazione circa il voto referendario e le motivazioni che l’accompagnano sono da considerarsi personali, dunque svincolate dal mio ruolo di capogruppo consiliare. Nessun consigliere comunale eletto nelle liste Mastella e Noi Sanniti ha infatti ricevuto indicazioni o imposizioni in merito al voto referendario. Alcun perentorio ordine, contrariamente a quanto accade ai 5 Stelle, notoriamente ‘usi obbedir tacendo’, è giunto dalla rete o da altro mezzo di comunicazione. Sul voto referendario gli eletti nelle liste Mastella hanno libertà di scelta, e, in coscienza, possono assumere posizioni sulla base dei propri convincimenti senza che ciò possa influire o interferire con l’azione politica ed amministrativa. Premesso quanto sopra, voterò NO in maniera convinta e decisa. Forte dei miei convincimenti informo i colleghi consiglieri del M5S che da tempo sto svolgendo il mio 'apostolato' per il NO lontano dai riflettori della pubblica ribalta. Ciò per evitare di confondere ruoli, azioni e competenze che nulla hanno a che fare con il mandato ricevuto dagli elettori”.

Poi De Nigris aggiunge, “voto No perché: condivido il lungo elenco di motivazioni espresse da autorevoli costituzionalisti ed esperti della materia (che per ovvi motivi non riporto); la Costituzione concepita tra il 1946-47 da ben 556 rappresentanti, eletti dai cittadini col sistema proporzionale di tutte le matrici culturali, religiose e politiche italiane, è frutto di un vasto compromesso costituzionale ed è stata pertanto elaborata per unire, non per dividere (come sembra sia accaduto); l’attuale riforma si caratterizza come una Costituzione non di maggioranza ma di minoranza, peraltro approvata da un Parlamento illegittimo per l’incostituzionalità della legge elettorale. Infatti, grazie al porcellum, un partito che aveva il 25%, non degli elettori ma dei votanti, ha preso la maggioranza assoluta. In questo 25%, che forse equivale a un 15% della popolazione, la maggioranza è costituita da meno della metà. Molti parlamentari sono infatti diventati ‘governativi’ a seguito del cambiamento di equilibri interni ai partiti; non è frutto dell’autonomia del Parlamento, ma è stata dettata dal Governo; il percorso si è svolto con operazioni talvolta indecorose: voto di fiducia, taglio di emendamenti, azioni aventiniane, fino ad arrivare ad un ultimo e consistente travisamento: imporre al referendum un carattere plebiscitario, non sulla Costituzione ma sul capo del Governo. il Parlamento, anche a causa della disarticolazione sociale dei partiti e della loro neutralizzazione delle funzioni di indirizzo politico, di controllo e di responsabilizzazione, conterà ben poco ed i parlamentari saranno fortemente vincolati da chi deciderà della loro successiva elezione. L'eccesso di potere attribuito al Governo in materia legislativa farà venir meno la certezza del bilanciamento dei poteri di cui la Costituzione deve essere garante”. 



Articolo di Comune di Benevento / Commenti