Ricci replica a don Di Brita: "Conosco bene criticita' stradali del Fortore"

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Claudio Ricci, presidente della Provincia di BeneventoClaudio Ricci, presidente della Provincia di Benevento

“Non capisco è la distinzione che egli fa tra strade ‘di destra’ e ‘di sinistra’ o ‘di centro’, non a seconda dell’angolazione del tornante o della curva, ma proprio di credo politico”.

“Ringrazio il parroco don Marco Di Brita per la segnalazione sulle condizioni delle strade del Fortore. Del resto, quelle criticità le conosco benissimo, tanto è vero che, nonostante i tagli di risorse e di personale, noi non abbiamo mai smesso di intervenire in quell’area”.

Così Claudio Ricci presidente della Provincia di Benevento ha risposto alla lettera aperta del parroco don Marco Di Brita in merito alla viabilità nel Fortore.

“Lo dimostra anche, sebbene non sia una strada – prosegue Ricci - il cantiere che abbiamo avviato sette mesi fa, nonostante enormi difficoltà, per il risanamento della discarica commissariale di Serra Pastore di San Bartolomeo in Galdo: essa costituiva una ferita purulenta per tutto il Fortore. Ebbene, tra pochi giorni, consegneremo alla cittadinanza un impianto modello: eppure non sta vicino casa mia, come insinua don Marco. Come qualsiasi cittadino, il parroco ha tutto il diritto di indicare i problemi su questa o quella strada: quello che, tuttavia, non capisco è la distinzione che egli fa tra strade ‘di destra’ e ‘di sinistra’ o ‘di centro’, non a seconda dell’angolazione del tornante o della curva, ma proprio di credo politico”.

Poi Ricci sottolinea: “Sono molto meno attrezzato di don Marco per i miracoli; io guardo al risultato degli interventi e alle disponibilità economiche, senza occuparmi di dove siano collocati questi tornanti: l’ho fatto anche nel corso dell’ultima notte per la frana sulla provinciale a Motta. Quanto alle citazioni di Alcide De Gasperi, così caro a don Marco, vorrei dire che anche io ho la più alta stima e considerazione per quel politico democristiano. Egli fu un vero, straordinario, eccezionale statista, imparziale anche nei confronti del suo credo religioso, al punto che proprio la Chiesa di Roma, al suo massimo vertice, a proposito di una tornata delle Elezioni amministrative di Roma, lo trattò assai male, facendo soffrire indicibilmente – come la storia insegna e come don Marco non ricorda. A don Marco, dunque, che si attarda a considerare le mie convinzioni politiche, vorrei consigliare di lasciare stare: le sanno tutti quali siano le mie collocazioni. O forse lui mi vuol dire qualcosa di diverso, a pochi giorni dalle elezioni?”.
 



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