Rummo. Interviene Catapano per la situazione del reparto di Neurochirurgia

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Nelle ultime settimane, grazie alla tenacia ed alla determinazione dell’associazione IoxBenevento, il problema dei tempi di attesa per ricovero presso l’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell’A.O. ‘Rummo’ di Benevento è divenuta argomento di rilievo mediatico quasi quotidiano. La stampa locale è più volte tornata sull’argomento riportando le iniziative in merito intraprese dall’associazione. L’ultima, in ordine cronologico, ha visto la partecipazione di rappresentanti politici che hanno assunto l’impegno a fare tutto quanto nelle loro possibilità per avviare a soluzione il problema.
“Credo a questo punto che sia giusto e doveroso che anch’io faccia la mia parte e che, in qualità di Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia del Rummo – ha sottolineato Giuseppe Catapano - provi a spiegare sul piano tecnico, l’entità del problema e le ragioni che hanno contribuito a determinarlo. Premetto che mi terrò fuori dalle polemiche e dalle accuse ai singoli operatori che si sono succeduti negli anni, convinto come sono che governare la sanità con risorse sempre più insufficienti e con continue richieste di tagli da parte del governo centrale non sia affatto una cosa da poco conto. Mi limiterò ad esaminare nei dettagli la genesi del problema assurto con vigore agli onori della cronaca. Per meglio comprendere il “fenomeno” neurochirurgia del ‘Rummo’ bisogna fare un passo indietro. Tutti ricorderanno che fino a pochi anni fa, i pazienti affetti da patologie neurochirurgiche residenti nell’area beneventana erano costretti ad affrontare lunghi viaggi lontano dalla provincia e, talvolta, fuori regione per ottenere le cure necessarie. Nell’ambito della rivoluzione operata dall’allora Direttrice Mussi, si decise di attivare una unità complessa di neurochirurgia. Da tecnico quale era (era stata neurorianimatrice all’Ospedale Niguarda di Milano) sapeva che una neurochirurgia moderna, per dare risposte appropriate, doveva essere affiancata da una neurorianimazione, una neuroradiologia ed una neuroriabilitazione. Fu così che – ha continuato Catapano - in aggiunta alla già operativa Unità Complessa di Neurologia, diretta da Feleppa, furono attivate le nuove unità complesse e si costituì quel Dipartimento di Neuroscienze che in poco tempo, non solo azzerò la mobilità passiva per le patologie di propria competenza, ma seppe diventare un polo di attrazione per pazienti provenienti da tutta la Campania ed addirittura dalle regioni limitrofe. Dal 2010 la neurochirurgia del ‘Rummo’ risulta essere al primo posto in regione per numero di tumori trattati. Questi dati, se da una parte hanno rappresentato e rappresentano un motivo di orgoglio per tutti quelli che hanno creduto nel progetto, dall’altra hanno progressivamente prodotto un incremento della domanda di assistenza, contribuendo alla dilatazione dei tempi di attesa per ricovero in neurochirurgia ben oltre i tempi massimi previsti dai dettami regionali e nazionali in campo di governo delle liste di attesa. Fu proprio per questo che, nel documento di riassetto della rete ospedaliera della Campania del 2010, in netta controtendenza rispetto agli altri nosocomi regionali, fu riconosciuto all’Azienda, un incremento dei posti letto di Neurochirurgia. Sulla scorta di tale documento, furono rapidamente avviate, dall’allora Direttore Lanzetta e, successivamente, dal Rossi, le procedure per l’ampliamento del reparto e si individuarono delle soluzioni urgenti al fine di intensificare le attività chirurgiche. Tali provvedimenti furono successivamente sospesi all'inizio del 2012, credo in parte in vista della definizione del nuovo piano aziendale dell’Ospedale e come conseguenza dei consistenti tagli al budget aziendale operato dal governo regionale e, in parte, per problemi con la ditta che stava realizzando i lavori (non sono però a conoscenza della problematica specifica). L’assunzione di quattro giovani neurochirurghi, resa possibile dal martellante impegno in regione dell’allora Direttore Generale Boccalone, è stata efficace nel rimpiazzare altrettanti medici che negli ultimi anni si erano trasferiti in altri ospedali, ma purtroppo, non è stata sufficiente, da sola, a risolvere la problematica. La riduzione del numero di infermieri afferenti alle sale operatorie di neurochirurgia ed i frequenti blocchi delle attività legati ai lunghi tempi di attesa per le manutenzioni tecniche delle apparecchiature malfunzionanti (tavoli operatori, amplificatori di brillanza, sterilizzatrice, ecc.) hanno infatti prodotto una contrazione del numero di interventi effettuati nel 2014 con conseguente ulteriore aumento delle liste di attesa e dei giorni di degenza preoperatori.
Al momento la speranza è quella di veder ripartire quanto prima i lavori di ampliamento del reparto e che, il più volte annunciato, sblocco del “turn-over”, possa finalmente vedere incrementato l’organico dei medici e degli infermieri della neurochirurgia. Nel frattempo, sarebbero auspicabili provvedimenti urgenti per dare risposte tempestive alle centinaia di pazienti affetti da gravi ed invalidanti patologie craniche o della colonna vertebrale in attesa di ricovero in neurochirurgia e che, a decine, ogni giorno, telefonano o si presentano di persona in reparto per sapere quando saranno chiamati a ricovero.
Il Commissario Straordinario Giampiero Berruti si è detto interessato a trovare una possibile soluzione al problema, forte anche della pressante richiesta popolare partita dall’iniziativa di IoxBenevento, suggellata, e qui colgo l’occasione per ringraziarli tutti, da una qualificata rappresentanza della politica regionale” – ha concluso Catapano.



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