S. Agata. Al de Liguori Giuseppina Mellace parla delle Foibe

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A pochi giorni dal Giorno del Ricordo, questa mattina all’Istituto ‘de’ Liguori’ di S. Agata de’ Goti si è tenuto un incontro con Giuseppina Mellace, autrice di ‘Una grande tragedia dimenticata’.
Introdotta dalla Dirigente Scolastica, Maria Rosaria Icolaro, la Mellace ha ricostruito il percorso che l’ha portata a scrivere il libro, partendo “non da coloro che sono i protagonisti principali della Storia con la s maiuscola, ma da quelli che comunque hanno partecipato ad un periodo particolare della storia del Paese ed in particolare le donne”. Siamo nell’Istria del ’43, quando la seconda guerra mondiale sembra finita, dopo l’armistizio dell’8 settembre, mentre da allora si aprirà una nuova parentesi del conflitto mondiale. E’ da quel momento che i seguaci di Tito, i titini, cominciano ad occupare Trieste e l’Istria in generale e a “decapitalizzare la società italiana, eliminando coloro che si oppongono al dittatore juvoslavo” – ha sottolineato la Mellace nel raccontare il suo libro.
E’ in questa prima fase che le Foibe, cavità naturali presenti nel Carso e nella regione dell’Istria, profonde fino a 100 metri, diventano degli ottimi nascondigli per eliminare gli oppositori di Tito.
“La seconda stagione delle Foibe, si apre con la fine ufficiale del conflitto mondiale – ha continuato l’autrice – quando i titini sono i primi ad arrivare a Trieste e a ‘liberarla’. Sono questi i mesi in cui moriranno moltissimi italiani della media borghesia, infoibati o addirittura gettati a mare. Saranno i sacerdoti e gli insegnanti i più colpiti. Esemplari le esecuzioni delle maestre, uccise e poi impiccate per i capelli lungo il ciglio delle strade, come atto dimostrativo”. Comincia così l’esodo, con tanti italiani che si trasferiscono all’estero o lungo lo stivale ed è soprattutto a Bologna ed Ancora che vengono ulteriormente maltrattati ed emarginati dagli stessi compatrioti.
La terza stagione delle Foibe, si chiude solo nel ’75, quando vengono delimitati i confini tra l’Italia e la Slovenia.
“Non esiste un numero preciso sulle vittime delle Foibe ma la cifra si aggira intorno alle 10mila persone infoibate, di cui 400 solo donne. Il mio scopo con questo libro – ha concluso la Mellace – è stato soprattutto quello di squarciare un velo che ancora esiste sulla tragedia delle Foibe, per far comprendere a tutto il Paese come in un determinato periodo della nostra storia, gli italiani non sono stati solidali e fraterni con un pezzetto d’Italia. Con questi incontri, soprattutto nelle scuole, spero si crei una nuova coscienza nei giovani, oltre a dargli una visione della storia a 360 gradi”.

Nella Melenzio



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