S. Agata dei Goti nel guinness per opere cominciate e mai finite

9:4:47 6713 stampa questo articolo

NOSTRO SERVIZIO - Con solo 12 mila abitanti è tra i paesi più spreconi di tutto il Bel Paese. Si tratta di S. Agata de’ Goti che sembra aver sprecato, nel corso degli ultimi 30 anni, circa 300 miliardi, per opere cominciate e mai terminate. Questa è la motivazione per cui, nei giorni scorsi, il tg satirico di Mediaset ‘Striscia la notizia’ è sbarcato nella cittadina caudina. Prima tappa per la troupe di Striscia, con Massimo Tomaglini ed il Gabibbo, è stata la fabbrica del tonno, situata nella località Capitone di S. Agata, dove si erano radunati decine di ex lavoratori. Ai microfoni di Striscia c’erano Michele Biscardi, presidente dell’Archeoclub locale ed Enzo Iannotta, operaio e sindacalista, che oltre al lavoro alla fabbrica ha perso anche il terreno su cui è costruita la fabbrica. Il terreno di sua proprietà, infatti, fu espropriato per costruire lo stabilimento industriale, ma non è mai stato pagato al legittimo proprietario. Per la costruzione industriale, comunque, nel 1992, l’allora giunta comunale concesse la licenza edilizia per la costruzione dello stabilimento destinato ad offrire una nuova ed importante occasione di lavoro e di promozione economica, facendo un investimento di centinaia di miliardi di vecchie lire. Ma dopo pochi anni dalla sua messa in funzione, la fabbrica è stata chiusa, lasciando senza lavoro 230 operai. La reindustrializzazione della zona rurale di S. Agata fu realizzata con il contributo della Spi, finanziaria Iri di promozione e sviluppo industriale. La ex fabbrica del tonno non è stata l’unica opera incompiuta della cittadina sannita visitata da ‘Striscia la Notizia’: infatti la troupe ha visitato anche l’asilo comunale, di cui ormai esiste solo lo scheletro esterno, sulla Strada Panoramica, costruzione mai portata a termine, ritrovo di tossicodipendenti, l’ex campo sportivo, il macello comunale, il nuovo stadio, la zona Pip, il vecchio ospedale S. Giovanni di Dio, abbandonato dopo l’apertura del nuovo nosocomio di San Pietro (anche per la realizzazione di questa struttura ci sono voluti 15 anni) e delle case popolari di Piazza IV Novembre, strutture risalenti alla fine degli anni ’60, attualmente con problemi di stabilità. Le case sono state oggetto d’interesse da parte delle amministrazioni passate, perché sono state compiute su di esse alcune operazioni tecniche, come le iniezioni di cemento armato, ma probabilmente la mancata manutenzione nel corso degli anni, ha compromesso la struttura abitativa. Come prevedibile l’intervento del primo cittadino santagatese a ‘giustificare’ la situazione della sua città. “Ci stiamo attivando, per ovviare e ridurre questi sprechi – ha dichiarato Carmine Valentino - abbiamo ottenuto diversi finanziamenti e, da quando siamo saliti a Palazzo San Francesco (poco più di 2 anni) abbiamo consegnato già nove opere e stiamo lavorando per migliorare la vita dei miei concittadini, con opere di cui potranno usufruire. Purtroppo, ancora oggi, subiamo il peso di errore amministrativi e burocratici dei politici che ci hanno preceduto”.



Articolo di / Commenti