S. Agata, fumata nera in consiglio e sambio di accuse

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Non sempre tutte le ciambelle riescono col buco. E quello di ieri a Palazzo San Francesco a S. Agata de’ Goti è stato proprio una ciambella senza buco. Tempo e soldi sprecati per un consiglio che poteva non essere celebrato se si fosse seguito l’evoluzione legislativa delle norme o se si fosse posta un’interrogazione (già presentata sullo stesso argomento nell’ultimo consiglio!) invece di chiederne uno straordinario. Infatti, l’assise di ieri è nata da una richiesta dell’opposizione (cinque consiglieri firmatari ad esclusione di Valerio Viscusi, per altro assente), con una richiesta protocollata il 28 marzo scorso per conoscere la situazione deficitaria o non dell’Ente comunale. Si è partiti con le consuete comunicazioni del sindaco, Carmine Valentino, nelle quali ha sottolineato come per la cambiata normativa (DL 16/2014 del 6 marzo scorso) è stato possibile ripubblicare la relazione di fine mandato non più basandosi sui dati del pre consuntivo, ma su quelli del consuntivo. “I 5 parametri che sottolineavano una situazione di predissesto – ha commentato Valentino - nascevano dal fatto che la relazione di fine mandato si basava sui dati del pre consuntivo. Con il cambio legislativo, i parametri sono diventati 4 su 10, per cui l’ente non è in pericolo deficit”. La questione è girata tutta attorno ai 5 parametri non rispettati ed in particolare il 7 relativo all’indicatore dell’indebitamento del Comune, secondo cui sommando il mutuo per liquidità ai mutui per finanziamento rapportati alle entrate del 2013, il parametro risultava non rispettato e dunque si aveva una situazione deficitaria. Fatta chiarezza su questo passaggio, il primo ‘intoppo’ si è avuto nella presa d’atto delle comunicazioni del sindaco che il capogruppo Ciervo non ha voluto votare, tanto da lasciare l’aula, assieme a Domenico Iannotta, durante la presa d’atto. Tutto quello che ne è seguito poteva essere evitato. L’opposizione ha sottolineato più volte la scorrettezza da parte dell’amministrazione nel non aver comunicato in tempo utile il cambio di relazione di fine mandato (pubblicata sul sito dell’ente solo il 15 aprile scorso dopo l’approvazione da parte della Corte dei Conti) e quindi di fare discussione su qualcosa che non esisteva più, anche se l’amministrazione non è tenuta a comunicare alcun cambio ai consiglieri. Lo stesso consigliere Paolo Di Donato (NCd) ha consigliato al capogruppo Ciervo di ritirare il punto o di sospendere momentaneamente la seduta, ma senza successo. Ancora, il presidente Iannotta ha più volte chiesto al capogruppo Ciervo che relazionava di prendere atto del deliberato dell’opposizione sul punto, non trovando però accoglimento sulla richiesta. Come prevedibile, si è finiti a comizi elettorali anticipati in Aula Consiliare, ma ancor di più si è superato il limite nei toni ed in alcune situazioni si è rischiato di far saltare anche le regole della buona educazione, con i fatti. Scontri verbali forti che hanno oltrepassato il confine quando il consigliere Ciervo si è alzato con fare minaccioso e si è diretto al banco della presidenza. Solo il Comandante dei Carabinieri Lombardo, presente in aula, ha placato qualsiasi azione violenta. Sono volati insulti, anche personali, da parte del capogruppo Ciervo alla Presidenza, accusato di parzialità, quando invece, più volte nelle settimane precedenti, aveva consigliato di non presentare i punti per un consiglio straordinario, ma di attendere quello sul consuntivo. Sul piano prettamente tecnico, la ciambella è venuta senza buco perché all’unanimità si è votato che non c’era nulla da deliberare ed il consigliere FI Farina ha chiesto di presentare il punto in conferenza dei capigruppo.

Nella Melenzio



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