S. Angelo a Cupolo. Successo per ‘Omaggio ad Abbado’

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All'indomani della manifestazione in omaggio a Claudio Abbado è stato giusto raccontare a Pastene la storia di Abbado, perché è doveroso raccontante storie di uomini che hanno saputo guardare nel senso più vero e profondo del termine. "Pastene: omaggio a Claudio Abbado" è stata una manifestazione all'insegna dello storytelling, la narrazione di una vita intensa segnata dalla passione artistica, dalla ricerca, dalla convinzione che la musica può contribuire alla crescita e al benessere dell'individuo e della società, dalla certezza che la "conoscenza" e "l'ascolto" sono gli strumenti per superare le barriere che dividono gli uomini. Un racconto fatto di riflessioni, testimonianze di esperienze connesse a quella del direttore d'orchestra, ricordi personali e immagini - fotografie e filmati inediti. Sul palco montato nella piazza principale della frazione di Sant'Angelo a Cupolo, sono saliti Achille Mottola, presidente del Conservatorio Musicale “S. Pietro a Majella“ di Napoli, Attilia Giuliani, Fondatrice del “Club Abbadiani Itineranti “ e Maurizio Baratta promotore dell’Orchestra Giovanile “Sanità Ensamble" del Quartiere Sanità di Napoli. Accanto agli ospiti della serata, due interpreti Lis (Lingua dei Segni Italiana) per rendere accessibile il dibattito pubblico ai non udenti. I saluti iniziali sono stati affidati a Claudio D'Agostino, presidente della Cooperativa Sociale Immaginaria, organizzazione onlus che da circa 3 anni opera sul territorio e che ha promosso l'evento in collaborazione con i tre pastenesi Manfredi Tretola, Giuseppe D'Agostino e Michele Vicerè. Durante il momento dei ringraziamenti, Tretola ha invitato sul palco Paola Genito, assessore di Sant'Angelo a Cupolo, ente che ha patrocinato l'iniziativa. La serata è poi proseguita con la performance originale frutto del laboratorio artistico intensivo "Gli esagonati", organizzato in occasione e in concomitanza con l'evento pastenese. Un'improvvisazione musico-teatrale di strada in cui l'ascolto di sé e dell'altro è stato il reale fil rouge perfomativo. L'attività laboratoriale, voluta da Claudio D'Agostino, Giampaolo Vicerè e Fabrizio De Cunto - anche membri e animatori della Banda del Bukò, ha coinvolto circa 20 partecipanti dai 13 ai 50 anni circa ed è stato un'ottima maniera per tradurre in azione territoriale quel monito lasciatoci in eredità da Claudio Abbado.



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