Sciopero sociale. Più di mille in piazza tra Benevento e Telese: 'Lavoro e scuola in pericolo'

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È stato il giorno dello sciopero sociale, due cortei uno in città e l’altro in provincia a Telese Terme, hanno reso intensa l’intera mattinata sannita creando non pochi problemi alla viabilità. Circa trecento i partecipanti al corteo cittadino partito da piazza Orsini intorno alle 9.30. Il corteo a Benevento è stato organizzato dagli studenti beneventani del Cas a cui hanno partecipato anche gli studenti dell’UDS insieme al Movimento di Lotta per la Casa, ai disoccupati, ai sindacati di base USB, al movimento No Triv Sannio. Contemporaneamente all’inizio del corteo gli attivisti del CSA Depistaggio, hanno simbolicamente occupato il Centro per l’Impiego.
Ad essere contestato è stato il Job Acts ideato dal Governo Renzi. Pietro Pagliarulo del Cas ci dichiara: “Siamo in piazza per ribadire nuovamente il nostro no alla ‘buona scuola’ di Renzi e Giannini. Ci troviamo di fronte all’ennesimo attacco verso la scuola pubblica in nome di un piano di aziendalizzazione che in sostanza va di pari passo con l’idea lanciata dai governi precedenti a quello di Renzi. Con l'affermazione della figura del preside - manager che centralizza gran parte dei poteri e l'adozione di un modello scolastico gerarchico in senso stretto. "Il merito" di piacere al manager dell'azienda - scuola sarà il metro di giudizio utilizzato dai dirigenti per valutare il lavoro svolto dai docenti, selezionando così ''i migliori'' e scatenando una sfrenata competizione tra professori, mettendo a rischio i saperi degli studenti. Piani di austerità attuati a colpi di politiche repressive che mirano solo a tutelare gli interessi delle banche, dei poteri forti e del capitale finanziario e a smantellare quel poco di welfare che era rimasto e i diritti dei lavoratori. Le politiche del governo Renzi si traducono in smantellamento dei diritti e delle garanzie dei lavoratori sui luoghi di lavoro, abbassamento del costo del lavoro attraverso un processo di precarizzazione diffusa, azzeramento dei diritti fondamentali quali la salute e la casa. Problema quello del diritto all’abitare che a Benevento ha visto la completa disinteresse dell’amministrazione”. Gli fa seguito Gaia Casillo dell’UDS: “ In Italia vorremmo che si arrivi ad investire sull’istruzione almeno il 6,5% del Pil invece di un misero 4,7%. Vorremmo finanziamenti su MOF e 440/97 con un netto rinnovamento della didattica e dell’offerta formativa. Diciamo no alla scuola azienda perché crediamo che l’ istruzione debba essere gratuita e accessibile a tutti e non un bene di lusso. Pretendiamo il diritto al futuro, quello che ci viene quotidianamente negato mentre attraverso il Jobs Act il governo Renzi si accinge a rendere nient’altro che più precario e sfruttato anche il lavoro. Chiediamo spazi d’aggregazione sociale, un nuovo modello di sviluppo e un reddito studentesco”.
A Benevento ad aprire il corteo è lo striscione del Cas: "Ribaltiamo la buona scuola" con chiaro riferimento all'idea renziana della #buonascuola. Tra i cartelli visibili anche "Block the city", "Io non ci sto", "No jobs act", "Scuola no grazie", "Privato? No grazie" e "Casa per tutti, casa subito". Il corteo lasciata Piazza Orsini, ha percorso Via Gaetano Rummo, Via Porta Rufina, Via Napoli, il Lungosabato Don Emilio Matarazzo per giungere poi in Piazza Ernesto Gramazio presso il Provveditorato agli Studi di Benevento. È poi proprio in Piazza Gramazio che gli esponenti del CSA Depistaggio hanno raggiunto il corteo spiegando così la loro azione simbolica al Centro per l’Impiego: “Il governo Renzi, con la riforma del lavoro ci farà ritornare servi della gleba. La parola d’ordine sarà precarietà per tutti i lavoratori sia pubblici che dipendenti privati con l’inaccettabile perdita di tutti i diritti. Ecco perché abbiamo deciso di occupare il Centro per l’Impiego Provinciale per dire no e denunciare le nefandezze del Jobs Act, per creare coscienza tra i cittadini e continuare a lottare dando forma ad un grande movimento sociale. Questo è stato il nostro contributo alla giornata, solo mobilitandoci tutti: studenti, operai precari, disoccupati si può combattere questa insana disumana ed incivile riforma”. A parlare anche il segretario USB di Benevento Venditti: “ Oggi è lo stato sociale che si è mobilitato dichiarando lo sciopero. L’assenza della politica dai bisogni reali è anche il simbolo della decadenza nella nostra stessa provincia. Tutto ciò è inaccettabile. Le politiche di austerità ci hanno ridotto alla fame e siamo qui oggi per dire basta”. A parlare invece per il Movimento Lotta per la Casa è Pasquale Basile: “ A Benevento viviamo una situazione di vera emergenza. Abbiamo undici nuclei familiari sistemati nell’ex scuola a San Modesto, ce ne sono altri diciassette che vivono in maniera ancora più precaria, visto che nell’ex scuola di Ponticelli la ristrutturazione a sede abitativa non è avvenuta. La situazione è drammatica, ed è solo grazie alla campagna di mobilitazione dal basso che queste famiglie hanno avuto delle prime risposte alle loro impellenze sociali. A Benevento il Pd fa il forte con i deboli e il debole con i forti. Non si è fatto problemi, quando si è trattato di sgomberare le famiglie dall’ex struttura delle Orsoline, trincerandosi dietro l’emblema del rispetto della legalità per non intaccare i progetti ed i profitti della Curia che vorrebbe realizzarci una struttura per migranti per speculare poi sui 47 euro al giorno destinati alla loro accoglienza. Non si mantengono i privilegi, soprattutto se per anni non si è fatto nulla, speculando sulla disperazione sociale. Chi lotta per il diritto alla casa, non è certo un criminale – tuona poi Basile – si riappropria semplicemente di un bene nella piena assenza di diritti”. Presente in rappresentanza anche il movimento No Triv Sannio che per l’occasione ha volantinato l’intero corteo portando così all’attenzione anche l’altro vero problema presente nello Sblocca Italia: ‘ le trivellazioni per la ricerca petrolifera’. Gli attivisti del Csa Depistaggio hanno, invece, occupato gli uffici del Cot al Rione Ferrovia: "Abbiamo scelto di sanzionare sanzionare questo simbolo di spreco di risorse pubbliche.Abbiamo invaso con i nostri corpi il centro e fatto controinformazione con striscioni e volantini e parlato con quei pochi che oramai si rivolgono a questi uffici. Ci siamo trovati di fronte un luogo vuoto, un’immagine fortemente simbolica dello stato in cui versa il lavoro in italia: deserto di utenti, ben consapevoli che il poco, e a pessime condizioni, lavoro, si trova attraverso ben altri canali. E mentre una vasta area di popolazione non ha più nessuna certezza e nessun orizzonte a cui guardare, chi fino ad ora ha speculato, forte di leggi che gli hanno consentito di tradurre il lavoro in ricatto occupazionale, incassa l’ennesimo risultato con l’approvazione definitiva, che avverrà a breve, del jobs act, fiore all'occhiello dell'estremismo neoliberista del governo Renzi".

TELESE TERME: CIRCA UN MIGLIAIO IN PIAZZA, QUATTRO SCUOLE UNITE
Circa mille gli studenti scesi in strada a Telese. Grande coinvolgimento e tanto lavoro di gruppo ha permesso la piena riuscita della manifestazione che mai così numerosa ha attraversato il centro telesino. Ben quattro gli istituti coinvolti: il Carafa-Giustiani, l’IIS Telesi@, il Galileo-Vetrone, l’Ugo Fragola. Il concentramento è avvenuto nei pressi delle Vecchie Terme Jacobelli dove gli studenti in maniera intelligente e sistematica hanno mostrato e letteralmente spiegato il senso di tutti gli striscioni impartendo poi la direzione del percorso che ha proseguito su Via Roma per poi arrivare su Viale Minieri. All’improvviso però il corteo sosta davanti la casa comunale del centro telesino eseguendo cori che richiamano l’amministrazione e la politica a preoccuparsi dell’edilizia scolastica per poi rifermarsi in Piazza Minieri e far ritorno al luogo di partenza dove si sono tenuti gli interventi finali. Abbiamo voluto scioperare – dichiara il rappresentante degli studenti dell’IIS Telesi@ Mario Colangelo - perché siamo la classe attualmente più disagiata del sistema, e l'abbiamo voluto fare qui sul nostro territorio. Abbiamo scioperato anche perché c’è la necessità di avere un polo scolastico adeguato e dei trasporti più sinergici. Siamo stanchi della pigrizia delle istituzioni incapaci di soddisfare i nostri bisogni, siamo stanchi delle false promesse e delle illusioni fittizie, vogliamo i fatti. Uno dei nostri striscioni era ‘Cogito ergo Protesto’ ovvero " Penso dunque Protesto" per far capire che siamo al corrente di quello a cui stiamo andando incontro e rivendichiamo il diritto ad un futuro non precario. A fargli eco è Luca Esposito - rappresentate degli studenti del Carafa-Giustiniani – “ Siamo scesi in piazza per denunciare con forza i tagli sui corsi di recupero (440/97), perché da anni non c’è un solo miglioramento all’offerta formativa, alla sempre più nitida mancanza di risorse e decadenza degli istituti scolastici. Siamo scesi in piazza perché ad essere finanziata deve essere la scuola pubblica e non quella privata, perché merito non significa competizione, perché non ci piace affatto il modo in cui è presentata l’alternanza scuola – lavoro, per garantirci il diritto allo studio per avere un reddito e per dire no al Jobs Act sintomo estremo di precarietà”.

Michele Palmieri



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