Scuola. Al ‘Giannone’ a lezione di democrazia con Massimo Adinoldi

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Ieri, 16 dicembre, presso l’Aula Palatucci del Liceo Giannone, si è svolto il secondo appuntamento di “La mia filosofia, le filosofie”, progetto di approfondimento filosofico organizzato dal Dipartimento storico-filosofico del Liceo, dedicato a studenti selezionati dell’ultimo anno di corso dei Licei sanniti. Ospite Massimo Adinolfi, docente di filosofia teoretica presso l’Università di Cassino ma anche intellettuale impegnato politicamente, introdotto da Carmen Caggiano che ha moderato la discussione prevista nella seconda parte della serata con gli studenti.
Dopo il primo incontro, dedicato all’etica, con Carlo Di Legge, “La mia filosofia” si è dedicata alle questioni politiche sul tappeto della contemporaneità.
Adinolfi ha esordito affermando che “il termine ‘democrazia’ gode di un consenso molto ampio. Nessun attore politico, partito, leader, oggi osa dichiararsi anti-democratico”. Ma questa “certezza” s’incrina quando vediamo più da vicino “quanto è democratica la società attuale”, perché il consensus omnium vene meno “sulla definizione di ciò che è democratico”.
Facendo riferimento ad un vecchio testo di Norberto Bobbio, Adinolfi ha rimarcato come, apparentemente, la democrazia mostri segni preoccupanti di crisi. Ma non sarebbe, si è chiesto, più corretto parlare di “trasformazioni” della democrazia? Duettando prima con Pierre Rosanvallon e poi con Bernard Manin, Adinolfi ha suggerito che quella che per alcuni è una “crisi” irreversibile, per altri è una modalità nuova di esperire la democrazia, che segue altre modalità (quella parlamentare di inizio Novecento, quella “dei partiti” che ha dominato il “secolo breve”) e cha ha da confrontarsi con problematiche di enorme portata, quattro in particolare, ‘fenomeni sociali, storici e politici che premono su quelle procedure, e che in certo modo possono non solo modificarle, ma anche, al limite, vanificarle’: ‘le nuove istituzioni dell’Unione europea, e il loro rapporto con gli Stati nazionali; la diffusione straordinaria delle tecnologie dell’informazione, e in particolare la Rete; le nuove tecniche che invadono il dominio della vita e che dunque investono direttamente i corpi, a partire dall’ingegneria genetica; nuovi incontri e scontri fra popoli e culture diverse, sotto la pressione dell’incremento demografico della popolazione terrestre e delle vastissime ondate migratorie’.
Dopo aver sottolineato i rischi di un eccesso di “direttismo”, con un coinvolgimento costante dei cittadini nelle pratiche decisionali che non consente il necessario tempo di riflessione e decantazione, e ribadendo la sua fiducia nella capacità della maggioranza di «secernere verità», Adinolfi ha chiuso ribadendo che «le trasformazioni a cui la democrazia è sottoposta sono anche le trasformazioni che un certo ethos, un certo costume democratico richiede, per non perdersi nei meandri della contemporaneità».
Il progetto “La mia filosofia, le filosofie” si chiuderà a febbraio, con l’incontro dedicato all’estetica contemporanea e il concorso tra i partecipanti, che potranno redigere una dissertazione sui tre temi affrontati (etica, politica, estetica), la migliore delle quali sarà premiata con un buono-libri.



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