Hashish, sequestrati 11 kg per 100mila euro: in carcere Arturo Sparandeo

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“Arturo Sparandeo è un imprenditore malavitoso che svolge la sua attività sulla pelle dei nostri figli per mero interesse economico e noi in questo caso gli abbiamo tagliato le mani”. Il Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Benevento, colonnello Antonio Carideo, ha così commentato l’operazione portata a termine durante la notte con l’arresto di Sparandeo e il sequestro di ben 11 kilogrammi di hashish suddiviso in più di 100 panetti, per un valore al minuto di oltre 100mila euro.

“Conferisco molta importanza a questa operazione – ha proseguito il colonnello -. La pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile in servizio di controllo del territorio ha intercettato questa notte, poco prima di mezzanotte, un’autovettura Opel Corsa con a bordo Arturo Sparandeo, 27enne, celibe, pregiudicato, figlio del più noto Corrado Sparandeo, 53enne attualmente detenuto e ritenuto dalle forze dell’ordine capo dell’omonimo sodalizio criminale che opera a Benevento e provincia.

Il personale era già stato allertato nell’ambito di precisi servizi finalizzati non a un controllo stradale, seppur altrettanto importante, ma alla captazione di persone di interesse operativo”.

Sparandeo viaggiava a bordo di una macchina presa in prestito dalla fidanzata. I Carabinieri lo hanno prontamente bloccato all’uscita del raccordo autostradale e, come detto, hanno rinvenuto all’interno del portabagagli 11 kilogrammi di hashish poi sottoposti a sequestro, “uno dei più ingenti sequestri di hashish operati a Benevento e provincia negli ultimi anni”.

“La droga – ha sottolineato Carideo – era abilmente celata in carta cellophane, in carta palloncino e poi nascosta in un ulteriore involucro cellophane. Tale stratagemma è stato utilizzato anche per sfuggire a eventuali controlli con cani antidroga”.

Il 27enne è stato quindi trattenuto in Caserma e nel frattempo i Carabinieri hanno effettuato una perquisizione domiciliare presso la sua abitazione. “Sono state sottoposte a sequestro – ha asserito il comandante - una somma in denaro di piccolo taglio, provento di illecita attività di spaccio e il materiale utile al taglio e al confezionamento al minuto della droga”.

Carideo ci ha tenuto, quindi, a sottolineare la valenza sociale dell’operazione svolta. “La droga che stamattina è qui – ha sostenuto - sarebbe finita al Rione Libertà, nel centro storico di Benevento, davanti alle scuola dove preannuncio metteremo in atto una serie di servizi ad hoc, nelle mani dei nostri figli, nipoti, fratelli. Questa è hashish, erroneamente definita droga leggera, o ‘sostanza stupefacente ricreativa’. E’ sbagliato in primo luogo perché la cosiddetta droga leggera è il primo passo per poi salire la scala dell’avvelenamento, ma anche perché essa ha un principio attivo che non è paragonabile forse allo spinello dei figli dei fiori. E’ una droga che se assunta crea uno stato di euforia del momento che può portare a quegli atti vandalici di cui ci lamentiamo e va a incidere sul pericolo di sinistri stradali perché porta all’alterazione dei comportamenti e dei riflessi”.

“E’ un’operazione fondamentale – ha ribadito il comandante - non solo per il personaggio e lo spessore di chi gestiva lo spaccio di hashish in città, il figlio del capo clan, non un corriere pagato per il trasporto, ma anche perché ci sarebbe stata una pioggia di droga che, invece, abbiamo impedito di arrivare alla portata dei giovani di Benevento e della provincia”.

Carideo ha poi spiegato come, dai primi incontri con le autorità cittadine (il nuovo comandante si è insediato a Benevento la settimana scorsa, NDR) abbia percepito “una preoccupazione sull’aumento del consumo delle sostanze stupefacenti. Anche questa la motivazione per cui abbiamo pertanto predisposto una serie di servizi che amo definire di controllo del territorio e di captazione di persone di interesse operativo. Vuol dire che le pattuglie escono preparate da un’attività investigativa fatta a monte, sanno chi possono essere i soggetti da controllare e in che ora e sono pronte a intervenire anche se si usano stratagemmi come quella di viaggiare con un’auto presunta sconosciuta alle forze dell’ordine.

Sono molto soddisfatto del personale che ha operato, il Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, il capitano Bolis e il tenente D’Aiuto”.

In corso da questa notte l’attività investigativa finalizzata a individuare la fonte di approvvigionamento di droga. “Non ci fermeremo qui – ha concluso il colonnello – e le indagini proseguiranno. Tenuto conto che Sparandeo è stato fermato all’uscita dell’autostrada A1 è probabile che provenisse dal capoluogo partenopeo, ma gli accertamenti sono a 360 gradi. Mi auguro che fra qualche settimana, se non prima, ci rivedremo per commentare gli ulteriori sviluppi dell’operazione”
G.P.



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