Si sono fatti in 4 per le Comunali: politici sotto ogni bandiera. De Girolamo cambi il candidato

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L'Editoriale di Carlo Panella - Dal Quaderno Settimanale n. 604 - Quattro esponenti della politica beneventana, Mastella, Viespoli, Nardone e Santamaria, dimentichi delle reciproche contrapposizioni che hanno connotato l’ultratrentennale loro storia politica e proiettati invece sui vantaggi che il futuro può ancora offrirgli nella gestione del potere, si sono uniti per conquistare il Comune di Benevento.

E’ un’alleanza di centrodestra. Mastella, Viespoli, Santamaria ne fanno parte e uniti hanno sostenuto Caldoro alle Regionali del marzo 2010), ma hanno individuato come candidato sindaco un transfuga, Nardone, già comunista, diessino e democratico. Tra i maggiori e più radicati esponenti del centrosinistra: fino a qualche settimana fa, prima di sospendersi, pure il figlio era nella segreteria provinciale del PD!

Due motivi spiegano la scelta del 64enne ex deputato (per 10 anni) e ed ex presidente (pure per 10 anni) della Provincia: 1) Mastella, Viespoli e Santamaria vedono limitato il loro lo spazio nel centrodestra da Nunzia De Girolamo, coordinatrice sannita e deputata del PDL; la giovane dirigente, forte di un diretto rapporto col leader Berlusconi, ha mostrato a ognuno di loro di non scontare, nei loro riguardi, alcun timore reverenziale, anzi!

Con Viespoli ha conflitto in continuità, senza indietreggiare; a Mastella ha tolto più di un adepto, a cominciare dall’ex delfino Fernando Errico, diminuendo in alcuni casi il peso del partito del ceppalonese in alcuni enti. Di fronte a tanto piglio, anche Santamaria - sebbene direttamente beneficato da pubblici incarichi grazie all’alleanza col PDL - ha ritenuto che anziché restarle al fianco fosse meglio partecipare al neonato sodalizio Mastella-Viespoli per affossarla o almeno ridimensionarla;

2) il secondo motivo è che la candidatura di Nardone possa far breccia nell’elettorato attraverso la banalizzazione della politica e della vicenda amministrativa della Provincia di Benevento, quando è stata retta da Nardone: si tende a far credere che, siccome essa è stata foriera (tra errori) di varie realizzazioni positive, a produrre i buoni risultati sia stato il singolo, “geniale” Nardone e non invece l’alleanza di centrosinistra che l’ha governata, grazie all’enorme flusso di finanziamento mai interrottosi ricevuto dalla Regione Campania parimenti amministrata dal centrosinistra (e da Bassolino dello stesso partito di Nardone).

Nardone bravo ‘neutro’ amministratore come paravento del cosiddetto “Patto Istituzionale Territoriale” come, con formula aulica, gli scafati 4 sottoscrittori hanno chiamato l’alleanza. Lo si vuol accreditare come un mero accordo civico, tra (ex) diversi, unitisi per “tirare fuori Benevento dall’inferno” cui l’avrebbero condotta Fausto Pepe e il centrosinistra. Sono le parole di Mastella, il vero stratega dell’operazione, che immediatamente appare egemone sui due ex suoi colleghi parlamentari.

In questo clima da ‘scurdammoce ‘o passato’, infatti, l’unico in cui può rintracciarsi – paradossalmente - coerenza è proprio lui! Mastella infatti, da sempre, non ha avuto remore a cambiare alleati passando con disinvoltura dal centrodestra (con Viespoli e contro Nardone) al centrosinistra (con Nardone e contro Viespoli) a seconda delle convenienze.

Viespoli, al contrario, ha fatto la sua fortuna politica tuonando contro Mastella e il mastellismo e ha usato il meglio del suo sarcasmo per irridere, da campione della destra, l’esperienza amministrativa dell’ex “compagno Nardone”, a cominciare dallo sviluppo del Sannio affidato ai satelliti, dell’Agenzia Marsec della Provincia!

L’altra coalizione di centrodestra, quella ufficiale col PDL e qualche lista di partito minore, ha inizialmente proposto come candidato sindaco Capezzone, vice della De Girolamo. La deputata l’ha indicato quando ha inteso che i mastelliani e l’UDC avevano creato una situazione di stallo nelle trattative tesa a logorarla. Probabilmente, non aveva calcolato che i due partiti le dichiarassero guerra aperta, schierandosi con Viespoli, il suo più acerrimo nemico, e per una vicenda così importante, anche simbolicamente, come le Comunali di Benevento.

Da qui, oltre le comprensibili critiche per l’operazione pro Nardone, le successive, dure reazioni dei pidiellini beneventani che, si parva licet componere magnis, hanno riecheggiato quelle cinesi del tempo che fu, contro la famigerata “Banda dei 4”!

La denuncia del super-trasformismo, però, non può essere sufficiente il 15 maggio nella speciale “gara nella gara” tra i due centrodestra beneventani. La De Girolamo da anni ha promesso solennemente che le Comunali sarebbero state l’occasione per promuovere una nuova leva d’amministratori. Capezzone coerente lo è, non s’è mai mosso da destra, ma non di primo pelo.

Per ciò pare necessario proporre una candidatura a sindaco di rottura da parte del Popolo della libertà, anche generazionale, se non di genere… Da queste colonne, infatti, mesi fa, per primi, abbiamo sostenuto che, se la De Girolamo non avesse trovato una figura rispondente a quanto immaginato, sarebbe toccato a lei stessa proporsi come sindaco, per quanto difficile la sfida potesse essere. Anche gli altri locali parlamentari del suo partito, poi (meno disinteressatamente…), hanno rilanciato la proposta della candidatura De Girolamo.

A loro volta, però, gli stessi dovranno scendere in campo, come candidati consiglieri nella lista del PDL, se la coordinatrice si mostrerà coraggiosa. Né va taciuto che sarà la coalizione guidata dal PDL a rappresentare a Benevento chi governa Roma e Napoli… Il popolo del centrodestra lo potrà anche vedere in campagna elettorale…

La fortuna, è notorio, aiuta gli audaci e, in ogni caso, a chi “s’è fatto in quattro” per accerchiarla e isolarla, De Girolamo avrà un’intera campagna elettorale per dimostrare che non l’hanno impaurita e che, anzi, è pronta a rendere pan per focaccia.



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