Sicurezza sul lavoro: La Commissione Europea conferma il parere motivato. L'Italia deve adeguarsi

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Dopo oltre un anno, la Commissione Europea ha confermato il parere motivato inviato alle autorità italiane sulla questione sicurezza sul posto di lavoro. In particolar modo, la Commissione ha confermato nel parere motivato la propria posizione relativamente alla deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega o subdelega e alla proroga dei termini prescritti per la redazione di un documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per le modifiche sostanziali apportate a un'impresa esistente.
Per la prima, infatti, la violazione eccepita riguarda la possibilità, per il datore di lavoro, di essere deresponsabilizzato quando c’è delega di funzioni. In realtà, secondo la Direttiva quadro europea la possibilità di escludere o limitare la responsabilità del datore di lavoro avviene solo in caso di circostanze imprevedibili e mai, comunque, solo perché lo stesso delega alcune funzioni. Per il secondo rilievo, invece la Commissione è preoccupata che l'esonero dall'obbligo di redigere un documento di valutazione dei rischi durante le prime settimane possa indurre certi datori di lavoro a omettere di effettuare una valutazione dei rischi o ad effettuarla meno accuratamente di quanto avrebbero fatto se avessero dovuto redigere un documento cartaceo contenente i risultati della valutazione. Insomma viene contestato l’articolo secondo cui “in caso di costituzione di nuova impresa, il datore di lavoro è tenuto ad effettuare immediatamente la valutazione dei rischi elaborando il relativo documento entro novanta giorni dalla data di inizio della propria attività."
Adesso lo Stato Italiano ha due mesi di tempo per porre fine all'infrazione, adeguandosi al parere motivato.
In pratica la Commissione Europea obbliga lo Stato Italiano a modificare il Dlgs 81/08 (Testo Unico Sicurezza sul lavoro), cancellando o modificando nella legislazione i due temi. Se lo Stato Italiano non modificherà il Dlgs 81/08 entro due mesi ponendo fine all'infrazione, quindi adeguandosi al parere motivato inviato dalla Commissione Europea il 21 Novembre 2012, la Commissione potrà adire la Corte di Giustizia Europea, la cui sentenza è vincolante per gli Stati Membri, con sanzioni che potranno arrivare fino a 700 mila euro il giorno. La procedura di infrazione è stata avviata a seguito della denuncia di Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Firenze.
Fioravante Bosco, segretario provinciale della Uil sannita, tiene a precisare: “Si apre una fase importante su due temi particolarmente delicati per la realizzazione delle migliori condizioni per la salute e la sicurezza dei lavoratori, su cui occorre che il governo Monti intervenga con la massima attenzione. Non si può parlare astrattamente di sicurezza e poi trovare meccanismi con i quali evadere dalle responsabilità, delegando talvolta gente sprovveduta e senza risorse ad essere inconsapevolmente datore di lavoro con conseguenze disastrose in termini di responsabilità penale e civile”.



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