SPECIALE CITTA' SPETTACOLO- Montanino ed il suo Tony Pagoda: 'In teatro la verosomiglianza non è necessaria'

10:32:17 4694 stampa questo articolo
foto IL QUADERNO.ITfoto IL QUADERNO.IT

In attesa del secondo week-end di Città Spettacolo, abbiamo intervistato Francesca Montanino, una delle fondatrici del circuito di produzione e promozione teatrale OffRome (http://www.offrome.com/), nonché spalla di Iaia Forte in alcuni brevi sketch all'interno dei monologhi “Hanno tutti ragione” e “Tony Pagoda-Ritorno in Italia”, andati in scena sabato 6 settembre al Teatro De Simone.

Dallo schermo alla pagina alla scena. Un percorso non facile quello di Tony Pagoda. Come nasce l'idea dello spettacolo?

Iaia Forte aveva letto alcuni capitoli del libro di Sorrentino in occasione del premio Fiesole, di cui il
romanzo era risultato vincitore. Già in quell'occasione Iaia aveva notato la potenza teatrale della
lingua di Sorrentino, e l'animo femminile che di fondo permeava il protagonista, questo Tony
Pagoda, maschilista e arrogante in superficie ma malinconico e romantico al tempo stesso. Due
anime in una. Da qui l'idea di allestire un vero e proprio spettacolo, che ha debuttato prima al festival di Ravello, poi in tutta Italia, dalle grandi città ai piccoli centri.

E quindi una donna ad interpretare una fisicità piuttosto maschile?

Il teatro - per fortuna - è ancora un luogo dove non è necessaria la verosimiglianza. Così la
femminilità di Iaia poteva forse dare un valore aggiunto, carico di tenerezza e ironia, a questo
personaggio che racchiude in sé tutti gli stereotipi maschili. Lo straniamento provocato da questo
gioco di ruolo è un aspetto fondamentale della scelta di fare questo testo: dietro la maschera c'è
sempre una donna, e questo non può che dare un punto di vista ulteriore al racconto, generando un interessante cortocircuito.

Confrontarsi con Sorrentino è stato un limite o uno stimolo in più?

Sicuramente uno stimolo. La scrittura di Sorrentino è molto teatrale, si presta ad essere "detta", "assaporata". E poi non va trascurato il rapporto di fiducia e amicizia che lega Iaia a Paolo Sorrentino, precedente il successo comune de "La Grande Bellezza". Sono collaborazioni
vitali, che siamo felici di poter supportare.

Un successo in Italia e all'Estero? Qual è la ricezione dello spettacolo tra il pubblico straniero?

In generale il pubblico sembra molto divertito e incuriosito dallo spettacolo. Gli amanti del libro
(che in Italia sono in molti) si godono l'ora di spettacolo rintracciando nella nostra drammaturgia le
loro parti preferite del romanzo. Il gioco di travestimento di Iaia (e anche le scene un po' "esplicite"
con la sua groupie Noemi) vengono percepite dal pubblico come un gioco teatrale molto divertente.
La nostra recente esperienza in America è stata molto positiva (siamo stati a New York,
Washington e Detroit): gli italo-americani si sono molto divertiti a confrontarsi con
questo "compaesano" molto colorito, che dell'Italiano metteva in scena i difetti più biechi ma anche
le più profonde fragilità. E' stato, quello con gli americani, un confronto molto stimolante. Ora ci
prepariamo a partire per la Cina, a metà settembre saremo a Shanghai e a Pechino e lì non sappiamo
cosa aspettarci... vedremo!

OffRome, una realtà recente ma già ben radicata. Quali progetti avete portato avanti e quali saranno quelli futuri?

Lo scopo di Offrome è supportare progetti teatrali indipendenti attraverso un sostegno alla
produzione, alla distribuzione e all'ideazione dei propri progetti. Dal momento della nostra nascita
(all'inizio del 2012, attraverso un piccolo festival indipendente nel quartiere romano del Pigneto),
possiamo ritenerci soddisfatte: abbiamo curato oltre trenta progetti, e supportiamo ogni anno molte
compagnie. Tra i progetti di quest'anno, oltre ovviamente al fitto tour di questo spettacolo, c'è
un progetto con Eugenio Allegri diretto da Leo Muscato, un adattamento dell'Edipus di Testori,
il debutto italiano di un testo di enorme successo al Fringe di Edimburgo, "Tre Desideri", del
drammaturgo inglese Ben Moor con un duo di giovani attori molto promettenti, e molte altre
collaborazioni con compagnie e festival. Speriamo che, grazie a fruttuose collaborazioni, riusciremo
a resistere e crescere nonostante i tempi. Anzi, in un certo senso, realtà come Offrome sono una
sfida alla crisi, e di realtà simili ne stanno nascendo sempre di più. Questo non può che essere un
segnale positivo.
Marialaura Simeone



Articolo di Teatro / Commenti