SPECIALE CITTA' SPETTACOLO - The Hats Company: 'Recitiamo in inglese con i ritmi della Commedia italiana'

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SPECIALE CITT'A SPETTACOLO - Ad esibirsi nel secondo week-end di Città Spettacolo, The Hats Company, compagnia italiana che lavora su testi di Shakespeare in lingua inglese.
“Finalmente Teatro!”: certamente l’affermazione più condivisa tra il pubblico del De Simone, sabato 13 e domenica 14 settembre per lo spettacolo diviso in due parti: Don’t say that name, please! e Wrong play, my Lord!, ispirati rispettivamente al Macbeth e all’Hamlet. In scena Arturo Muselli, Margherita Romeo e Alessio Sica, per la regia di Ludovica Rambelli.
Talmente soddisfatti del risultato abbiamo incontrato la regista Ludovica Rambelli e uno degli interpreti, Arturo Muselli.

Innanzitutto come nasce l’idea di formare una compagnia che lavora su testi in inglese?
(Ludovica)" L’idea è venuta a Arturo, io non ho potuto che accoglierla con entusiasmo, da sempre speravo in qualcosa del genere: Shakespeare si può fare solo in inglese, a mio parere.
In passate esperienze avevo utilizzato voci registrate e un pastiche linguistico – nel Sogno di una notte di mezza estate, che ho realizzato nel 2009...ma questa è tutta un'altra storia, e un’altra compagnia! (per ulteriori approfondimenti www.malatheatre)
".

(Arturo) "Avevo appena cominciato a seguire dei workshop in un centro per attori professionisti a Londra. Nel tempo poi, la possibilità di realizzare questa idea cominciò sempre più a prendere forma finché non ci siamo seduti al bar e abbiamo cominciato a leggere Shakespeare in inglese. Inizialmente pensavamo a La Tempesta poi siamo sbarcati in Danimarca con Amleto. Sono ritornato a Londra per seguire alcuni workshops su recitazione ed improvvisazione e prepararmi alla messinscena del nostro spettacolo...al mio ritorno è nato The Mousetrap che poi è diventato Wrong play, my lord!"

Da quanto tempo siete in attività?
(Ludovica) "Siamo in attività da un paio di stagioni, il primo tentativo, e, devo dire, il primo successo è stato a Napoli, a Palazzo de Liguori - dove c’è uno splendido salone - nel giugno 2013, e poi il debutto ufficiale in Sala Assoli nell’aprile del 2014"

Viene voglia di parlare inglese a vedervi in scena! Lo spettacolo è previsto anche con finalità didattiche, per corsi di inglese?
(Ludovica) "Mi auguro fortemente una applicazione didattica, un contatto con gli studenti e le scuole di lingua. Abbiamo in programma qualcosa con l’università di Salerno, e molto probabilmente anche con Napoli"

Quali sono i retroscena del vostro lavoro? Come è evidente il testo inglese e il genere tragico è un punto di partenza che si alimenta della tradizione della commedia all’italiana?
(Ludovica) "Facciamo un lavoro molto approfondito sul testo originale, di cui teniamo tutto ciò che possiamo, anche considerati i tagli obbligati dal lavorare con una compagnia di tre elementi. Creato questo canovaccio lavoriamo in scena, e lì, lavorando in improvvisazione, si aggiunge ciò che manca. E stato in scena che si è creata questa miscellanea. Ho sempre creduto che agli attori inglesi mancasse questa gestualità, questa ironia che noi abbiamo – spesso dimenticata - nel dna. Ci aiuta a ritrovarla anche l’esigenza di mostrare, per così dire, il testo. Di rendere con l’onomatopea, di ‘spiegare’ con tutti gli strumenti che abbiamo quello che accade ad un pubblico non necessariamente anglofono. Insomma commedia all’italiana invece che sottotitoli!"

La recitazione nel vostro spettacolo diventa gioco (play appunto) linguistico, scenico, improvvisativo. specie nelle tue performance, vero?

(Arturo) "Lavorando all'adattamento del testo è evidente che ci sono dei sottotesti in lingua originale che richiamano e suggeriscono le atmosfere della commedia all'italiana. Per quanto mi riguarda, Amleto e Orazio mi ricordano molto Totò e Peppino. Giochiamo continuamente in scena e conserviamo una certa predisposizione all'improvvisazione. Sera dopo sera accadono cose diverse e noi cerchiamo di sfruttarle con freschezza, leggerezza e divertimento, in tal modo avremmo uno spettacolo unico e vivo e non "replicato". Questo ovviamente ci consente anche di capire come migliorare lo spettacolo volta per volta"

Quando e dove possiamo rivedervi?
(Ludovica) "Torneremo in Sala Assoli (http://www.fondazionesalernocontemporanea.it/sala-assoli/) a novembre per un bel po’ di date: saremo in scena il martedì e il mercoledì nel corso dell’intero mese. A seguire spero di poter mettere in scena un nuovo titolo per il 2015."

Marialaura Simeone



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