Stir Casalduni. Dopo il rogo durato 10 ore, c'è da 'spegnere' una nuova possibile emergenza rifiuti

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N.S. - "Per un attimo abbiamo rivisto le stesse immagini del settembre 2013, abbiamo avuto paura quando abbiamo visto i Vigili del Fuoco arrivare". Questa la testimonianza di una cittadina residente a poca distanza dallo Stir di Casalduni. Ci sono volute ben dieci ore di lavoro dei Caschi Rossi giunti dal Comando Provinciale di Benevento, per domare un incendio che si era sviluppato all'interno del deposito di frazione umida di rifiuti indifferenziati, dell'impianto in località Zingara Morta, gestito dalla Samte. Super lavoro dei Vigili del Fuoco visto che, all'interno del capannone di 4mila mq, c'era molto materiale depositato. In ausilio agli uomini ed ai mezzi dei pompieri, è intervenuto il personale della Samte, che ha provveduto a smassare i rifiuti interessati dalle fiamme, con i mezzi meccanici in dotazione alla struttura.
Non si registrano danni a persone ed è ancora presto dire se si tratta di un incidente, ma è chiaro che l'allerta è alta dopo gli arcinoti danni causati dagli incendi dolosi che hanno messo in ginocchio un'intera vallata tra agosto e settembre del 2013 nel vicino impianto di Toppa Infuocata, a Fragneto Monforte, dove a prendere fuoco fuorono un cospicuo numero di ecoballe ammassate e 'dimenticate' dopo anni di commissariamento regionale.
Un periodo non certo facile per l'impianto Stir di Casalduni visto che si rischia una nuova emergenza rifiuti e, in poco meno di un mese, non verranno stipulati nuovi accordi dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha, di fatto, rimesso in discussione la linea dei conferimenti extraregionali dei rifiuti visto che, secondo quanto stabilito, i materiali lavorati dagli impianti Stir, non possono più essere considerati rifiuti speciali e, di conseguenza, non saranno più smaltiti negli impianti extraprovinciali senza nuovi accordi con le regioni interessate. In soldoni, i rifiuti lavorati nello Stir di Casalduni, che venivano poi trasportati in un impianto vicino Brindisi, non possono più muoversi dal Sannio senza nuovi accordi tra le parti che, almeno fino ad ora, appaiono lontani.
La Regione Campania, che vuole evitare a tutti i costi una nuova emergenza rifiuti, è già al lavoro per studiare soluzioni alternative. Due, intanto, le soluzioni interne se non verranno buone notizie in tempi brevi: trasferimento dei rifiuti di Casalduni presso altri centri reginonali, oppure 'speranza' di riavere a disposizione la discarica di S.Arcangelo Trimonte, che attualmente resta sotto sequestro giudiziario da anni.
G.V.



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