Sviluppo territoriale. Confindustria, Cgil, Cisl e Uil a confronto

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Incontro in ConfidustriaIncontro in Confidustria

Tra le priorità dell’agenda di lavoro di industriali e sindacati ci sono cosiddette aree di crisi non complesse. 

Ieri pomeriggio si sono incontrati nella sede di piazza Colonna, Confindustria e organizzazioni sindacali per affrontare i temi legati alle prospettive di sviluppo territoriale. All'incontro hanno partecipato Rosita Galdiero segretario provinciale della Cgil, Mario Melchionna segretario territoriale Cisl Irpinia-Sannio e Antonio Compare, oltre che Fioravante Bosco segretario territoriale Uil Benevento. Per Confindustria erano presenti il presidente Biagio Mataluni, il direttore Anna Pezza, Teresa Giornale e Francesca Zamparelli.

Al centro del dibattito le recenti novità legislative in tema di ammortizzatori sociali che determineranno, da gennaio 2017, la fine della mobilità e della Cassa integrazione in deroga.

Diverse le situazioni di crisi passate in rassegna dalle parti sociali, a partire dalla vicenda di Airola, che ha portato in questi anni ad un assorbimento di più del 30% dei cassintegrati. Un risultato ritenuto però, “ancora lontano dall'obiettivo finale, ma comunque soddisfacente se si considera che neppure un euro del bando di cui al Decreto Ministeriale del 13 febbraio 2014, finalizzato al rilancio dell'area industriale, ormai pubblicato da oltre due anni e mezzo, è arrivato alle imprese”.

A preoccupare le parti sociali anche la situazione delle aziende colpite dall'alluvione dell'ottobre 2015 e l'importanza di accelerare sui tempi per il ristoro dei danni prima che si concludano i percorsi previsti dagli ammortizzatori sociali.  In questo scenario acquista una grande rilevanza anche l'accordo sottoscritto dalle parti a livello nazionale lo scorso primo settembre, che individua percorsi innovativi per affrontare le difficoltà aziendali. Da qui la promozione dei piani operativi di ricollocazione per le imprese interessate da situazioni di ristrutturazioni aziendali, finalizzati a favorire formazione e reinserimento dei lavoratori, già durante il periodo di Cassa integrazione.

“Appare decisivo – è emerso – da un lato, intervenire per rilanciare gli investimenti attraverso l’inserimento di alcuni importanti sistemi locali del lavoro di Benevento e della provincia nella mappatura delle aree di crisi non complessa, attualmente in fase di definizione. D’altro canto bisogna coordinarsi con la Regione Campania affinché i fondi stanziati per gli ammortizzatori sociali vengano indirizzati verso quelle situazioni aziendali che vivono fasi di transizione o di ristrutturazione e vanno accompagnate verso la ripresa.”

Condivisa dalle parti la necessità di mettere a punto una intensa operazione di marketing territoriale, che rilanci l'appetibilità della provincia di Benevento dal punto di vista degli investimenti industriali. In questo senso le parti si sono dette “d'accordo nel puntare nuovamente sul progetto di infrastrutturazione di contrada Olivola, che potrebbe essere centrale anche rispetto agli investimenti legati all'alta capacità Napoli - Bari.” Al fine di affrontare queste importanti questioni Confindustria e Parti sociali, stanno programmando un incontro con l’Assessore alle attività produttive della Regione Campania, Amedeo Lepore, con il sindaco Clemente Mastella e con i vertici di Rfi.

A margine dell’incontro, la Cgil di Benevento, attraverso il suo segretario ha affermato che "se davvero si vuole imprimere una vera e strutturale svolta al mercato del lavoro occorre finanziare con la prossima legge di stabilità un piano straordinario per l’occupazione femminile e giovanile e in particolare sbloccare il turn-over nella Pubblica Amministrazione. Non ci può essere infatti ‘ripresa’ senza che vi sia un aumento di occupazione e salari. La strada che porta alla ripresa è quella del rilancio degli investimenti pubblici come volano per gli investimenti privati e per la creazione diretta di lavoro. Senza investimenti in lavoro, innovazione e ricerca non potremo mai immaginarci una ripresa credibile. La strada intrapresa dal Governo di una riduzione generalizzata dei diritti dei lavoratori e della liberalizzazione dei licenziamenti è ormai in tutta la sua evidenza fallita".

“In questo momento – ha dichiarato invece Mario Melchionna segretario della Cisl IrpiniaSannio – abbiamo bisogno di stabilità per far ripartire l'economia. Siamo in un momento particolare che deve essere di svolta in Europa e per il nostro Paese. Per questo servono interventi mirati agli investimenti, al lavoro e concentrati sull'economia reale. Come Cisl da sempre abbiamo chiesto alla Giunta Regionale della Campania di creare un coordinamento per lo sviluppo di strategie e strumenti complementari per l'attrazione di investimenti sul nostro territorio. Raccogliere opportunità di investimenti che siano coerenti con le vocazioni produttive e le aree di specializzazione regionali, al fine di costruire un ‘portafoglio di offerta territoriale’ da promuovere presso gli investitori. Il tutto deve necessariamente passare attraverso l'agevolazione delle procedure burocratiche funzionali alla realizzazione di investimenti in Campania e nel Sannio. Le parti sociali svolgono un ruolo fondamentale e propositivo negli interessi dei lavoratori e delle imprese”

Fioravante Bosco è sceso invece invece nel merito degli interventi introdotti con il decreto correttivi al Jobs Act. “Purtroppo il Governo – ha dichiarato – limiterà l’intervento sulla Naspi esclusivamente agli stagionali ricorrenti del turismo e delle terme. A questi lavoratori si darà un mese in più di NASPI con annessa contribuzione figurativa. Il finanziamento della misura, limitata al solo anno 2016, è di 135 mln di euro. Abbiamo ribadito, come Uil, l’insufficienza quantitativa e qualitativa del provvedimento, a partire dalla ingiusta esclusione di altri settori interessati al lavoro stagionale e che sarà necessario un ulteriore intervento per rivedere l’intera regolazione sulla Naspi. Insomma, a causa di questi provvedimenti restrittivi, il Sannio rischia di pagare un prezzo altissimo in termini di mantenimento di un minimo di redditualità”.

Aree di Crisi non Complesse

Il concetto di aree di crisi non complesse è stato introdotto con la legge di Stabilità del 2012 comprendendo all’interno quelle aree del Paese caratterizzate da particolari situazioni di difficoltà economica. È prevista per la settimana prossimana, l’approvazione e la pubblicazione in gazzetta ufficiale di un DM con il quale si definiscono i criteri per l’individuazione delle aree di crisi non complesse a livello nazionale. Per la provincia di Benevento i SLL che sono ritenuti eleggibili sono Benevento, Colle Sannita, Montesarchio, Morcone, San Bartolomeo in Galdo, San Marco de Cavoti, Telese Terme che fanno parte di un ventaglio di 306 SLL su scala nazionale. Entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto ciascuna Regione dovrà operare una scelta tra questi sistemi e solo le aree scelte (pari al 50% della popolazione presente su quelle eleggibili) saranno beneficiarie delle agevolazioni di cui alla Legge n. 181/1989 che finanzia programmi di investimenti finalizzati alla riqualificazione di tali aree.



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