Un'insegante sannita risponde alla 'Buona Scuola' di Renzi

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Daniela Basile, responsabile del Comitato Insegnanti PrecariDaniela Basile, responsabile del Comitato Insegnanti Precari

Arrivano le prime risposte anche dal Sannio, alla lettera inviata dal Premier Matteo Renzi. Nei giorni scorsi, il Presidente del Consiglio ha infatti inviato una missiva agli insegnanti italiani per spiegare il progetto di riforma la “Buona Scuola”. A rispondere è l’insegnante beneventana Daniela Basile.

“Egregio presidente del Consiglio, non sto qui ad elencare i punti salienti del programma di partito per cui il suo partito ha ricevuto il mandato popolare e nemmeno il lontano periodo berlusconiano durante il quale il PD era fedelissimo sostenitore delle vertenze del mondo della scuola.

Nemmeno mi dilungo sul programma oramai completamente stracciato e sulla mancanza di rispetto verso quelle categorie sociali che osano muovere delle critiche e chiedere delle scelte condivise. Sinceramente sono stanca di essere puntualmente denigrata dal leader e dal entourage di turno ed offesa nella mia dignità. Gli epiteti contro i docenti , le offese e le umiliazioni costituiscono la moda del momento dei vari governi di turno:squadristi, incapaci di intendere, incapaci di leggere, urlatori, fannulloni, incompetenti.

Mi chiedo se qualcuno di voi si sia mai fatto un giro in una classe di periferia, in cui bisogna lottare contro la dispersione tutti i giorni, in cui gli allievi non hanno nemmeno i soldi per comprare i libri, in cui per attirare l' attenzione , ottenere crescita culturale occorre usare tanta fantasia ed essere armati di tanta pazienza. Mi chiedo se siate mai entrati in aule strette, in cui anche l'alunno più calmo non riesce a stare stipato per cinque ore di fila o abbiate mai fatto lezione durante i mesi più caldi in ambienti surriscaldati e discenti boccheggianti! Non condivido quanto da lei comunicato, pubblicizzato perché totalmente falso oltre che ingannevole per l'opinione pubblica.

Cominciamo col mettere i puntini sulle i. I precari saranno assunti a seguito di una sentenza della corte europea, senza la quale nessuno sarebbe stato stabilizzato. Per anni i governi di destra, sinistra e centro hanno sfruttato migliaia di insegnanti precari , deprivandoli della propria autostima oltre che dignità. Dopo anni di battaglie, giustizia è stata resa grazie all' Europa e piuttosto che vendere le assunzioni come frutto del governo del fare, sarebbe opportuno vestirsi di umiltà e chiedere scusa a tutte quei lavoratori che precariamente per decenni hanno consentito il funzionamento della scuola pubblica italiana. Passiamo al punto che lei spaccia come merito e che in realtà è mero sfruttamento professionale.

Il docente dovrebbe essere valutato da un comitato di valutazione composto da due docenti, due genitori ed il dirigente scolastico per il lavoro svolto in classe e per il tempo extra che si concede alla scuola. Due genitori e due docenti potrebbero mai conoscere il lavoro svolto da un intero corpo docente? Non prendiamo in giro le intelligenze altrui, chi non conosce non giudica e si affida al componente esperto e di esperto ci sarà solo il dirigente scolastico.

Non mi spaventa il giudizio voglio essere giudicata ma dai miei allievi, dalla mia classe per il lavoro svolto in classe perché le ricordo che ovunque anche nel settore privato ,il lavoro extra si chiama straordinario non merito e va retribuito come tale. Sono una professionista, un lavoratore non un vassallo costretto a dare cento e contendersi, guerreggiare contro il collega per una briciola di pane.

Questo non si chiama merito ma sfruttamento e pertanto è pregato di venderlo agli italiani col termine giusto e di rispettare il ruolo lavorativo che ciascuno di noi ricopre con umiltà e passione. Le scelte si condividono non si impongono né tantomeno si priva qualcuno della libertà di muovere critiche utili per la crescita. Ultimo ma non ultimo, vende la formazione, il perfezionamento come novità quasi come se per decenni non ci fossimo migliorati professionalmente.

Le ricordo che la formazione , l 'aggiornamento è diritto che deve erogare il datore di lavoro e che per anni i sottoscritti si sono pagati l' aggiornamento, i master ed i perfezionamenti senza sbandierarlo ai quattro venti ! Non condivido questo decreto legge che di fatto nega il diritto alle famiglie di avere testi gratuiti, istruzione laica e soprattutto priva i lavoratori fin troppo sottopagati di quel piccolo residuato di diritto lavorativo e pertanto se dall' imposizione non si passa ad una reale voglia di cambiamento di un decreto legge che investe in primis la manovalanza dell'istruzione vale a dire discenti e docenti sarò pronta ad innalzare le barricate”.



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