Valani: quei piccoli venduti per un sacco di grano. Se ne è parlato all'Archivio

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Oggi, presso l’Archivio di Stato di Benevento, si è tenuto il convegno ‘Valani - I Bambini vestiti di fango’ organizzato dalla Solot, Compagnia Stabile di Benevento e dai Sancto Ianne, con il contributo dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Benevento, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

A intervenire: Valeria Taddeo – Direttrice Archivio di Stato di Benevento; Aniello Cimitile – Presidente Provincia di Benevento; Carlo Falato – assessore provinciale alla Cultura; Carmine Nardone, presidente Futuridea, Rossella Del Prete – docente Università del Sannio; Antonio Romano e Michelangelo Fetto per la Solot. Per i Sancto Ianne: Gianni Principe, Ciro Maria Schettino e Raffaele Tiseo.

Valeria Taddeo, in merito alla scelta dell’argomento ha affermato: “Ho collaborato volentieri ad approfondire un tema sul quale non abbiamo fonti scritte. Avendo solo fonti orali in merito, un istituto come l’Archivio di Stato che lavora sull’approfondimento deve supportare questo tipo di ricerche”. Ha, poi, elogiato l’iniziativa artistica della Solot e dei Sancto Ianne attraverso la quale “si ha la possibilità di far conoscere una realtà così difficile e a molti ancora sconosciuta”.
Dello stesso parere l’assessore Falato che, dopo aver sottolineato l’ottimo lavoro svolto in sinergia tra archivio, università e artisti, ha precisato: “Dobbiamo partire dalle nostre radici affondando nel substrato della storia dei secoli scorsi per poter andare avanti. Siamo una società agricola che ha vissuto secondo alcune abitudini e concezioni anche sbagliate. Oggi siamo cambiati, ma questo lavoro di ricerca, che mette insieme notizie sulle condizioni del lavoro minorile, è necessario per recuperare determinati valori.”
Per Elisabetta Landi, coordinatrice degli interventi, i Valani: “Sono un aspetto inquietante della città. La pubblica vendita di manodopera agricola si svolgeva a Piazza Orsini il giorno dell'Assunta. Perpetrata nel corso dei secoli, diventa, nel secondo Dopoguerra, pratica ordinaria tra padroni e servi, dettaglio del giorno festivo per i residenti”

Carmine Nardone ha parlato dei suoi studi e delle ricerche realizzate: un video, 20 ore di racconti, per un’inchiesta che coinvolge tutta la nazione. Ha narrato dei rapporti tra mezzadri, coloni, padroni terrieri e mano d’opera. Ha precisato che venivano stipulati dei veri contratti tra il datore di lavoro e la famiglia del valano. Ha descritto l’abbigliamento di chi lavorava la terra (le centrelle sotto le scarpe e le pelli poggiate come una fascia sul lato dell’aratro) e la vita di tutti i giorni fatta di sacrifici ma anche di violenza (come il momento della castrazione dei buoi). Ha concluso: “Io ho conosciuto un valano, una persona eccezionale con il quale ho avuto un rapporto straordinario. Mi telefonava a Roma quando ero deputato chiedendomi cosa avevo fatto per l’agricoltura. È vissuto più di cento anni e io l’ho intervistato per la mia inchiesta. Una persona che non dimenticherò mai.”

I valani erano fanciulli abbandonati, figli anche di giovani madri sole e abusate, costrette a vendere i propri piccoli per poter continuare a vivere. Rossella Del Prete ha sottolineato, nel suo intervento, questo aspetto: “L’infanzia abbandonata negli orfanotrofi era soprattutto femminile perché i maschi venivano utilizzati per lavorare. A quei tempi far lavorare il bambino problematico era naturale. Lo si lasciava per un periodo in orfanotrofio per poi affidarlo a un datore di lavoro. Solo nel 1843 ci fu la prima legge riguardante lo sfruttamento del lavoro minorile, che copriva anche quello femminile perché proteggeva le fasce più deboli della società”.

La prima persona a denunciare questa tragedia umana fu l’avvocato Francesco Romano con un articolo del 1950 dal titolo “Bambini venduti per un sacco di grano”. Ne ha parlato, nel suo intervento, il figlio, Antonio Romano, ricordando l’esistenza di due foto, realizzate da suo padre, che danno la possibilità di vedere cosa succedeva nella piazza del mercato di Benevento all’epoca. “Un vero mercato di carne umana. Una scena ancestrale dove i bambini venivano giudicati adatti al lavoro dalla massa muscolare e da altre caratteristiche fisiche”.
Dopo il saluto di Michelangelo Fetto, che ha ricordato l’appuntamento con lo spettacolo “Valani” il 20 e 21 marzo al Mulino Pacifico, Antonio Intorcia ha letto un articolo di Corrado Alvaro.
Il convegno si è concluso con la toccante canzone dal titolo “Valani”, eseguita dai Sanco Ianne, composta per lo spettacolo che nasconde tra parole e note lo stato d’animo di quei fanciulli e la situazione disperata in cui vivevano.



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