Vicenda Asea, il Partito Democratico: "Lentamente emerge la verita' "

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L’intervento della Federazione Provinciale del Partito Democratico di Benevento sulla vicenda Asea.

“Il Partito Democratico Sannita, sin dall’inizio di questa vicenda che taluni hanno voluto incautamente strumentalizzare, ha preferito non intervenire, sebbene più volte tirato per la giacca, onde non contribuire allo sviluppo chiassoso di un dibattito che poco o nulla aveva a che fare con l’oggetto della questione”.

Inizia così la nota della Federazione Provinciale del Partito Democratico di Benevento che è intervenuta sulla vicenda dell’azienda speciale Asea.

“Si è trattato di un silenzio anzitutto rispettoso delle istituzioni – spiegano – e delle sue prerogative. Oggi, tuttavia, registriamo come tanta baldanza circa i presunti «torti» subiti da taluni poggiasse su basi non proprio solidissime. Bene hanno fatto il Presidente Ricci e l’Amministrazione Provinciale a sostenere, senza tentennamenti, l’azione del Responsabile della Trasparenza e dell’Anticorruzione della Provincia di Benevento, azione che ha condotto alla decadenza dell’allora presidente dell’azienda ASEA in ottemperanza del D.lgs 39/2013.

D’altro canto e per fortuna – aggiungono – la giustizia amministrativa consta di più gradi di giudizio e vari ed importanti sono gli episodi che avrebbero dovuto indurre ad una maggiore cautela circa esiti del primo grado. Ricordiamo, tra gli atri, i pronunciamenti del Consiglio di Stato sui risultati elettorali di alcuni importati comuni sanniti o sulla recente «vertenza rifiuti», la cui tariffazione, operata dalla Provincia, si è rivelata essere stata compiuta in piena correttezza, legittimità e prudenza. Sarebbe stato pertanto auspicabile che questa vicenda fosse vissuta con maggiore serenità, se è vero come è vero che l’interesse privato è a questo punto chiaramente ed inequivocabilmente soccombente. Lo è a maggior ragione in quanto, è bene ricordarlo sebbene non riguardi il merito degli atti oggetto della vertenza, il ruolo in questione è anzitutto fiduciario, ovvero poggia su una relazione di fiducia tra proprietà e gestione. E quella gestione fiduciaria proveniva da un’altra amministrazione che, non per effetto di pubblico concorso ma per incarico diretto, aveva legittimamente affidato all’allora consigliere provinciale, dimessosi alla bisogna, la guida dell’azienda in questione. Certo si potrebbe discettare all’infinito su come mai un incarico triennale, d’incanto, divenga quinquennale senza che questo comporti una nomina ex novo e quindi incappi nelle maglie della del D.lgs 39, ma entreremmo nel merito, cosa che compete alla Magistratura, organo cui per storia e per cultura politica ci accostiamo da sempre con il massimo rispetto, a prescindere dalle circostanze e dalle opportunità del momento”.

I dem poi concludono: “Ci sia finalmente consentito un gesto di solidarietà non rituale nei confronti del Segretario Generale, vittima, suo malgrado, di gratuite aggressioni per il solo fatto di aver adempiuto agli obblighi connessi al ruolo di responsabile della Trasparenza e dell’Anticorruzione dell’Ente. In un mondo capovolto può capitare di essere additati per avere assolto il proprio dovere”. 



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