Benevento, vicenda Gaveli: 2 imprenditori e 2 dirigenti comunali rinviati a giudizio

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Il giudice per le udienze preliminari presso il Tribunale di Benevento, Flavio Cusani, ha disposto il rinvio a giudizio degli imprenditori Maurizio Ionico e Michele Spina nonché dei dirigenti comunali Luigi Giuliano e Annamaria Villanacci per il procedimento Gaveli. Nella stessa circostanza, il magistrato ha stabilito il non luogo a procedere per il sindaco di Benevento Fausto Pepe nonché per l’ex assessore all’Urbanistica Aldo Damiano, il segretario generale del Comune Antonio Orlacchio, l’ex dirigente all’Urbanistica Mario De Lorenzo, il consulente legale del Comune Felice Casucci, il coredattore dei provvedimenti amministrativi Aniello Mele e il tenente dei vigili urbani Giovanni Fantasia.

L’inchiesta è stata portata avanti dalla Procura della Repubblica attraverso il pubblico ministero Antonio Clemente e chiusa il 2 febbraio scorso. Sono state avviate a seguito della denuncia presentata nell’autunno del 2006 dal titolare del Gaveli. La causa penale ha avuto alterne vicende che hanno anche portato all’emissione di provvedimenti di custodia cautelare domiciliare per Ionico e Spina, disposti dal Gip Marilisa Rinaldi, su richiesta del sostituto procuratore Antonio Clemente, poi revocati dal Tribunale del Riesame. In sede amministrativa il Comune dapprima ha negato l'agibilità al Gaveli, poi gliela ha concessa, nel luglio 2008, provvedendo, in esecuzione delle decisioni assunte dal Tar Campania, a ritirare i provvedimenti emessi nei confronti del Gruppo GIannuzzi (e già sospesi dal Tar).

L'indagine penale ebbe un sussulto lo scorso 28 marzo 2008 con la notifica d'un provvedimento di arresti domiciliari a Maurizio Ionico, con l’accusa di tentata estorsione, in concorso con Michele Spina. Il 6 maggio, però, tale ordinanza fu annullata dal Tribunale del Riesame. Per gli inquirenti che, nel marzo 2008 chiesero e ottennero gli ordini di custodia cautelare, sarebbe stato acclarato che con motivi pretestuosi e infondati, gli arrestati, Ionico e Spina, avevano posto in essere, oltre a specifiche ed esose richieste di denaro a titolo di risarcimento, un'attività volta a perseguire il loro disegno, coinvolgendo funzionari della pubblica amministrazione e mettendo in atto minacce nei confronti di chiunque non si allineava.



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