Viespoli e Pepe. Aree interne, per andare oltre la marginalità stop alle contrapposizioni

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"Stop alla logica della contrapposizione, non ha più senso". Così, Pasquale Viespoli, nell'introduzione al convegno 'Oltre la marginalità', svoltosi questo pomeriggio a Benevento. La proposta operativa è di avviare una conferenza interprovinciale irpino-sannita. Due temi su tutti: la rete ospedaliera: "Se non raggiungiamo alcuni standard- ha detto l'ex sottosegretario- perdiamo le eccellenze". Poi, i beni culturali. L'idea è di una "fondazione per il dialogo interculturale". Insieme alla logistica, sono temi che non possono essere affrontati in maniera frantumata.
Un no deciso alla contrapposizione è giunto anche dal sindaco di Benevento: "Basta contrapporci, ora è giunto il momento di ragionare. Al di là di chi governerà la Campania - ha aggiunto il primo cittadino -Sannio e Irpinia devono riproporsi a Napoli presentando un progetto condiviso".
Molto partecipato l'incontro al quale sono intervenuti tra gli altri, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, in prima fila accanto al consigliere Luca Colasanto, il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, giunto con qualche minuti di ritardo a causa di impegni riguardanti l'Amts, l'assessore regionale, Vittorio Fucci, Mino Izzo, il presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci e il suo collega irpino Mimmo Gambacorta.
Prima di entrare in sala inevitabile una dichiarazione di Caldoro sulla sanità e sulle elezioni regionali della prossima primavera. Il presidente ha annunciato "Più risorse per le aree interne e nuove assunzioni nel prossimo anno". Sulle nomine dei manager di Asl e Rummo, l'attesa sarà di circa un mese. Presente al convegno anche l'ex direttore generale dell'Azienda Ospedaliera sannita, Nicola Boccalone.
Per il prossimo appuntamento elettorale, Caldoro auspica che l'indicazione venga dai territori e rifiuta la logica dell'autocandidatura.
Lungo e articolato l'intervento del presidente Svimez Adriano Giannola. L'ultimo rapporto dell'associazione fotografa un Sud a rischio desertificazione umana e industriale. Si emigra, soprattutto se si è laureati e a non fare figli: nell'ultimo anno ci sono stati più morti che nati. La Campania resta la regione più giovane d'Europa, anche se la previsione è di un territorio popolato da anziani, assistiti e pensionati, con le energie più fresche dirottate altrove. Cittadini anche più poveri e industrie che continuano a soffrire. Rilancio degli investimenti, una politica industriale nazionale specifica per il Sud, queste le proposte avanzate dallo Svimez. Secondo Giannola, non si riparte se non dal Mezzogiorno d'Italia, attraverso una strategia di sviluppo nazionale che comprende il recupero urbano, il rilancio delle aree interne, la creazione di una rete logistica in versione euro-mediterranea, la valorizzazione del patrimonio culturale.
Il presidente Ricci ha affermato di essere rimasto impressionato dalle statistiche presentate al Convegno al presidente dello Svimez Giannola che ha denunciato tutti i ritardi socio-economici del Mezzogiorno, ma ha detto anche che quei dati ci devono spingere ad abbandonare le politiche impostate sul bieco campanilismo e provincialismo di contrapposizione tra i territori delle aree interne. Ricci ha sottolineato la diversità della morfologia interna del territorio provinciale sannita che spesso sono addirittura lunari: in questo territorio, poi, ha aggiunto il nostro problema è di natura demografica.
Il numero degli abitanti sanniti - ha detto Ricci - non ci consente di reggere a nessun livello: pertanto, le nostre possibilità risiedono sui nostri 'mondi vitali' cioè le nostre eccellenze. Possiamo puntare, cioè, sul turismo religioso e sulle qualità della nostra zootecnia, senza dimenticare il turismo termale. Probabilmente la classe dirigente nel passato non ha fatto tutte quello che si doveva per far sì che queste leve possano sollevare il mondo.
Il punto è - ha aggiunto  Ricci - che occorre individuare il soggetto istituzionale che possa incanalare queste potenzialità verso una aspettativa di sviluppo: Ricci ha individuato nel comune capoluogo e nella Provincia il polo forte istituzionale per fare sintesi politica e guidare i mondi vitali e le eccellenze territoriali.
La classe dirigente non deve limitarsi ad intercettare la risorsa finanziaria per questo o quell'intervento; invece, noi dobbiamo andare oltre: la politica deve farsi guida e nello stesso tempo portavoce delle qualità e delle eccellenze locali. La politica deve affiancare il sistema produttivo locale: ancora oggi il territorio meridionale paga il mancato impegno sul territorio. Il Mezzogiorno ha bisogno di una classe politica che svolga un ruolo nobile, cioè individuare senza preclusioni ideologiche e senza contrapposizioni sterili le traiettorie dello sviluppo su scala europea".
Laura De Figlio



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