Vigorito crede nella promozione. Cinelli e Landaida sono i nuovi trainer

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Daniele Cinelli e Manuel Landaida, sono i nuovi trainer del Benevento. Con loro nello staff anche Manuel Addona mentre Giampiero Clemente è stato nominato responsabile del settore giovanile. Per Vigorito è “la migliore scelta. Credo e voglio la B”.

Esordisce con una battuta Oreste Vigorito nella conferenza stampa post esonero dell’ex Brini: “era da tempo che non si ci vedeva, forse perché avevamo poche cose da dirci”. Dopo aver rotto il ghiaccio, il patron del Benevento mette subito le cose in chiaro: “Io sabato dopo la partita avevo detto a mister Brini che ci saremmo sentiti e visti, poi dopo i colloqui con Di Somma e Palermo, siamo arrivati alla convinzione che indipendentemente dai risultati era necessario dare una svolta ad un campionato da record trasformatosi in un campionato da play out.”
“Ho chiamato Brini – continua Vigorito – domenica alle 13 e gli ho confidato, con il massimo rispetto per l’uomo ed il professionista, le decisioni prese. Alle volte però ragionare non significa prendere le decisioni giuste, anche se molto sofferte. Nel passato, alcuni allenatori sono stati esonerati perché non ci andavano giù né come uomini né come tecnici, ma questo è un discorso diverso, che non riguarda Brini, bisognava dare una scossa. Anche perché, come dice il motto? Non mandi via 23 calciatori ma l’allenatore”.

Poi la discussione verte sulla scelta di promuovere Cinelli e Landaida al ruolo di allenatori della prima squadra.
“Ho chiesto a Cinelli e Landaida – asserisce Vigorito - se avessero la mia stessa serenità, e se si sentissero in grado di trasmettere tutto ciò alla squadra. Abbiamo scelto loro, perché era giunto il momento di affidare la squadra a chi sentendo la parola Benevento avesse una certa la luce negli occhi”.
Arrivano poi nuove parole di stima per Brini che chiosa Vigorito: “Ci ha aiutato a crescere, se è stato con noi 16 mesi non è stato un caso. Oggi però la sua metodologia non poteva aiutare, non poteva darci la svolta”.

Vigorito è un fiume in piena, vuole fare chiarezza una volta per tutte e dichiara: “Ho detto alla squadra che coloro i quali non fossero convinti di continuare l’avventura o concentrati abbastanza potevano dirlo tranquillamente. Io – prosegue - gli avrei garantito lo stesso lo stipendio ma a patto che sarebbero stai mandati a casa. Ho detto anche che se tutti sarebbero voluti andare via, non avremmo avuto problemi a far giocare la Berretti. Qui le cose vanno fatte con amore non solo per dovere. E da oggi l’esonero di Brini non è più considerato un alibi, la colpa è di tutti anche mia.”

Non si ferma qui Vigorito che poi fa un passaggio, per rispondere a chi gli fa notare l’analogia con la decisione del 2012 e dice: “Credo che la scelta, di nominare allora Martinez ed Imbriani allenatori della prima squadra, sia stata la valutazione più illuminata da quando sono presidente”.

Poi Vigorito ritorna su Brini: “Le dichiarazioni fatte da Brini nel dopo partita, da me, sono sempre state ascoltate con grande attenzione. Un mese fa gli chiesi cosa stesse succedendo e lui mi rispose: mancanza volontà, di sacrificio, perdita di pragmatismo, cattiva interpretazione e scarsa personalità nel momento topico del campionato. Ecco se questi fossero o no i veri motivi dell’involuzione non lo so. So solo che tutto ciò, andava discusso. Mi ha preoccupato la gestione dei problemi, la comunicazione di un disagio.

Vigorito inoltre fa anche il punto sui mancati arrivi di gennaio e le trattative
“Da Villa Stuart ci aveva detto che Doninelli e De Falco sarebbero rientrati da lì a due o tre settimane, la squadra viaggiava con il vento in poppa, le assenze erano rimpiante ma nulla lasciava presagire una caduta libera. Inoltre – continua il Presidente – tutte le scelte sono state fatte sulle indicazioni del tecnico. A gennaio, abbiamo trattato con il procuratore Papini che voleva risolvere in maniera autonoma il suo contratto con il Lecce, ma ho detto che senza la famiglia Tesoro, anche per rispetto loro, non si sarebbe fatta alcuna operazione. Mi dissero andiamo a Lecce e risolviamo, ma da Lecce non sono mai tornati. Abbiamo trattato Micco, senza però mai arrivati a trattare direttamente con il giocatore, che poi ha dichiarato che in Lega Pro non sarebbe sceso. Di Mezavilla, la Juve Stabia non ne voleva sapere.”

Vigorito poi si sofferma parlare di Doninelli e D’Agostino
“Ho chiesto a Brini perché Doninelli non giocasse, anche se ormai era a disposizione da tempo, e mi è stato risposto che non era pronto. Per quanto riguarda D'Agostino, non è lui che doveva risolvere i problemi del Benevento ne tantomeno è lui la causa dei nostri problemi”.

Il sogno della B
“Non è assolutamente vero che Vigorito non vuole andare in serie B. Vigorito in B ci vuole andare più degli altri e ci prova più degli altri. Penso e voglio vincerlo il torneo, esattamente il contrario di quello che si pensa. Sia per Cinelli che sarà il primo allenatore, che per Landaida che farà da secondo abbiamo chiesto una deroga in Federazione e mercoledì l’allenamento delle 11 sarà aperto a tutti”.

La parola passa poi ai due nuovi tecnici
“La mia prima reazione? – confida Cinelli – Un emozione fortissima, io vivo di sentimenti. In me è subito scattata una forza interiore notevole. Sono una persona umile, che lavora e che nel lavoro provo a dare sempre al massimo. Lo scetticismo all’inizio di ogni nuova avventura c’è sempre è giusto, sta a noi far capire a tutti di aver dato il massimo. Noi conosciamo il senso di appartenenza, abbiamo condiviso con questi colori un grande dolore e ce la metteremo tutta. Alla squadra abbiamo prima di tutto detto parole di conforto, noi siamo per aiutare la squadra, per riportare serenità. Bisogna farli tornare ad avere voglia di sudare, di pensare positivo e non di giudicare. Sull’aspetto tattico, si abbiamo idee nostre ma ora come ora è prematuro parlarne. Io e Manuel abbiamo un modo condiviso di lavorare, lui cura il particolare mentre io sono abituato più a gestire. Abbiamo anche un rapporto umano leale. Ripeto, il problema non è il sistema di gioco, conta mentalità, l’atteggiamento, il darsi una mano. Per lunghi tratti, questa squadra ha dimostrato carattere e voglia di fare, bisogna ritrovarlo. Con i primi caldi credo – conclude Cinelli che bisogni lavorare di più sull’intensità dell’allenamento, anche abbassando il minutaggio vista la fisicità della rosa. Su una cosa non transigeremo, il rispetto delle regole e dei ruoli. Ho sempre sognato questo momento, ed eccoci. Nella vita bisogna essere ambiziosi, anche perché dando sempre il meglio di se si riesce anche andare oltre ogni possibilità”.

Per Landaida, “Essere qui da giocatore è una cosa, da allenatore invece è ben altra. Questa per me è una vera e propria sfida, perché quella maledetta partita me la porto ancora dentro. Chiaro il riferimento alla finale persa con il Crotone nel 2009. Proprio per questo dice: “So cosa significa quel momento, per questo con sacrificio ed umiltà daremo tutto per la maglia. Io e Daniele eravamo giocatori di carattere, proveremo a trasmettere. Non cambierà il mio modo di pormi con la squadra, come con il settore giovanile, con i ragazzi cercheremo sempre di confrontarci.” 

Michele Palmieri



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