Vincenzo Saetta: il sassofonista jazz

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Reduce da un viaggio “musicale” a Parigi, dove si è esibito e dove ha vissuto un’esperienza che definisce “fantastica”, il sassofonista sannita Vincenzo Saetta (classe 1974) è un talento ormai noto nel circuito jazz italiano.

Amante della musica fin dalla tenera età, ha cominciato a studiare il sax a 15 anni, ma il suo primo sogno era diventare pianista. Dopo un percorso di studi con il maestro Antonio Balsamo, “che tanto mi ha dato nella mia formazione musicale”, il musicista ha approfondito gli studi jazzistici a Siena nel 1992 con Stefano Cantini, prima di vincere una borsa di studi per il Berklee College di Boston. Al Diploma presso il Conservatorio della nostra città, sotto la guida del maestro Ferruccio Corsi, hanno fatto seguito varie vittorie a Concorsi Nazionali, fra cui il successo con il Sala’s Quartet al Premio Nazionale delle Arti a Messina, ma il percorso musicale del giovane sassofonista non si ferma certo qui.

“Attualmente sto frequentando il Siena International Jazz Master - racconta Vincenzo Saetta - dove ho vinto una borsa di studio, e cerco di studiare molto giornalmente perché non si finisce mai, perché la musica non è mai abbastanza, sia mentalmente che fisicamente!”.

Con modelli quali Charlie Parker, John Coltrane e Ornette Coleman, “che rappresentano tutto per me e mi hanno salvato la vita”, il sassofonista sannita ricorda con orgoglio le sue numerose esperienze artistiche, ma è consapevole che la musica sia una continua ricerca e che gli obiettivi vadano perseguiti con dedizione, studio e costanza. “Credo che una tappa altamente formativa nel mio percorso sia quella che sto vivendo a Siena perché poter studiare e suonare con i più grandi musicisti viventi non è una cosa che capita tutti i giorni”.

Fra le più importanti esperienze vissute, il sassofonista ricorda quelle con Furio Di Castri, Paolo Fresu, John Teylor e Billy Hart, “ma soprattutto con Steve Khun – prosegue – che è stato per me veramente incredibile, quasi come sognare ad occhi aperti! Alla fine del concerto ci siamo abbracciati come se conoscessi quella persona da sempre… questo è il segreto della musica: la più grande forma di comunicazione che ci sia, capace di infrangere le barriere del tempo e senza bisogno di parole”.
Varie anche le attività che Vincenzo Saetta ha avuto in sala d’incisione.

“La mia prima registrazione importante è avvenuta quando avevo 19 anni ed è stata con un trio di Benevento, Triòk Trios, in cui suonavamo la musica di J. S. Bach in chiave moderna, un bel lavoro. A 20 anni ho registrato a New York City con un gruppo hip-hop jazz, un’esperienza veramente singolare. Negli ultimi tre anni ho avuto poi il piacere di suonare con dei grandi musicisti in dei dischi molto belli tra cui ‘Pictures’ di Leonardo De Lorenzo, lavoro a cui sono molto legato, ‘Suoni Italiani’ di Marco De Tilla, registrato con la stessa ritmica di ‘Pictures’, e ‘What’s new, all star Swing Orchestra’ di Sergio Di Natale, a cui devo molto. In seguito ho suonato in ‘Kimica’ di Alessandro Tedesco, dove c’è anche un brano di mia composizione dedicato a mio padre che s’intitola ‘Il mago della foto’, e ho inciso due brani nel disco di Daniele Sorrentino ‘Grido dal basso’, in cui suona anche uno dei miei idoli, Alfonso Deidda”.
Molte sono anche le formazioni di cui Vincenzo Saetta fa parte, fra cui anche il Bluetime Quintet, di cui uscirà a breve un disco in Giappone.

E ora? “Progetti prossimi sono la realizzazione del mio primo disco che sto finendo di scrivere e che finirò per questa estate. Il mio obiettivo fondamentale è sicuramente girare il mondo e cercare di suonare il più possibile all’estero”.

Fra le sue passioni extra-musicali la pittura, la foto e la cucina, “anche se il tempo libero è poco”, ci dice. Il motivo? Il suo orgoglio più grande: “essere papà di due bimbi meravigliosi, Dario e Joshua”.
Link: www.myspace.com/vincenzosaetta
Carlotta Nobile



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