"Longobardi e il Sannio", il Teatro Eidos porta in scena "Un sogno infranto" dall'Adelchi

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Adelchi, foto: WikipediaAdelchi, foto: Wikipedia

Ancora sei appuntamenti per il progetto “I Longobardi e il Sannio” con il teatro Eidos che porterà in scena “Un sogno infranto” dall’Adelchi di Alessandro Manzoni.

Saranno sei le tappe dello spettacolo “Un sogno infranto (Adelchi)” tratto dall’opera di Alessandro Manzoni che il Teatro Eidos Soc. Coop. porterà in scena in altrettanti comuni sanniti, nell’ambito del progetto “I Longobardi e il Sannio”, patrocinato dalla Provincia di Benevento e co-finanziato dalla Regione Campania (Azione e Coesione III).

Lo “mise en space” in un atto, per la regia di Virginio De Matteo, debutterà venerdì 29 luglio a Buonalbergo, in Piazza Michele De Juliis alle ore 21,30. Lo spettacolo sarà preceduto da una presentazione delle testimonianze longobarde rinvenute nel centro, a cura di Elena Del Giudice.

Anche per le altre cinque “location” verrà rispettato il medesimo format in quanto rientra proprio nelle finalità del Progetto, redatto secondo le direttive regionali e dalla stessa Regione approvato, contribuire alla ri-scoperta delle emergenze longobarde sul territorio del Sannio.

Dopo il debutto del 29 luglio in Buonalbergo le altre tappe saranno: Arpaia domenica 31 luglio 2016, alle ore 21,15 presso le Mura Longobarde, Vitulano lunedì 01 agosto 2016, alle ore 21,15 presso il sagrato della Chiesa di San Pietro, Limatola martedì 02 agosto 2016, alle ore 21,15 presso il Castello Ducale, Sassinoro domenica 07 agosto 2016, alle ore 21,15 in Piazza Don Lino Cusano, Apice lunedì 08 agosto 2016, alle ore 21,15 nel Parco Papa Giovanni XXII.

Lo Spettacolo è con Virginio De Matteo, Raffaella Mirra, Mimmo Soricelli, Daniela Carbone, Piergiorgio Castaldi, Vincenzo De Matteo, Dina Iscaro, Angelo Lepore, Alessandro Pasquale, Carmine Pasquale. La scenografia è a cura di Claudio Mirra; i costumi sono di Maurizio Iannino; luci e fonica Ada De Matteo.

L’opera del Manzoni pubblicata nel 1822 e portata in scena per la prima volta nel 1843 è ambientata nell’VIII secolo, tra il 772 e il 774, si consuma la fine del Regno dei Longobardi in Italia, cui Alessandro Manzoni, nel 1822, dedicò l’Adelchi, tragedia in endecasillabi.

Questa la trama. Carlo Magno, re dei Franchi, ripudia, per ragioni di Stato, la sposa Ermengarda, figlia di Desiderio, ultimo re dei Longobardi. Per vendicare l’affronto, Desiderio dichiara guerra a colui che, molti anni più tardi, nell’800, diverrà il primo Imperatore del Sacro Romano Impero. Alcuni dei duchi di Desiderio, però, tradiscono il proprio re e così Carlo Magno ha campo libero: conquista Pavia, capitale del Regno Longobardo, e fa prigioniero lo stesso Desiderio.

Mentre Ermengarda, la sposa ripudiata, rifugiatasi presso la sorella Ansberga, nel monastero di San Salvatore a Brescia, muore di dolore avendo appreso delle nuove nozze di Carlo Magno, Adelchi, figlio di Desiderio, pur avendo in un primo momento avversato il padre per la sua decisione di combattere i Franchi, prende a sua volta le armi contro gli invasori, ma in uno scontro viene gravemente ferito.

Ormai in fin di vita, condotto alla presenza di Carlo Magno e del padre Desiderio, Adelchi invoca clemenza per il padre e lo consola: “Dhe, nol pianger…”. Carlo Magno conquisterà le città longobarde del nord, mettendone una parte sotto il controllo del Papato, essendo questi gli accordi politici e diplomatici alla base della spedizione militare. Il re dei Franchi, tuttavia, non riuscì a prendere anche Benevento, capitale della Longobardia meridionale, che conservò, sia pure a fatica, sotto il Principe Arechi II, la propria indipendenza.



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