Vivibilità province 2011: Benevento al 97° posto, ma è alta la percezione di miglioramento
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NOSTRO SERVIZIO - Da oltre vent’anni il dossier realizzato dal Sole 24 Ore misura la vivibilità delle 107 province italiane, attraverso una serie di dati statistici elaborati in 36 classifiche. Bologna e Bolzano guidano la pagella finale dell’edizione 2011, mentre Foggia è all’ultimo posto. Benevento arriva 97esima, perdendo 3 posizioni rispetto allo scorso anno. Dal rapporto emerge che le preoccupazioni degli italiani sono spalmate su diversi problemi. Questo fa sì che in cima ai pensieri non ci sia l’inflazione, almeno non per tutti. L’indice di percezione dell’incremento dei prezzi, infatti, per i sanniti è piuttosto alto, pari al 18,2% (89°posto). Per offrire un termine di paragone, i più tranquilli da questo punto di vista sono gli spezzini con un moderato 7,7%. Più fiduciosi nella ricerca del posto di lavoro in provincia di Benevento (70° posto); 83esima posizione per la percezione di problemi relativi a servizi, assistenza, ambiente e inquinamento. Molto meglio nella sensazione di miglioramento della qualità della vita rispetto a due o tre anni fa: la nostra provincia guadagna il 38° posto. Prima in questa classifica è Salerno che è l’unica provincia meridionale ad aggiudicarsi un primato. Si sentono al sicuro i beneventani dagli attacchi della criminalità e dai problemi di ordine pubblico, confermando il dato generale che ci si sente più sicuri nei piccoli centri (8° posto). Bassa, invece la soddisfazione per le strutture e l’offerta di attività per il tempo libero (105° posto), in controtendenza questa volta all’andamento della classifica: pare infatti che nelle aree minori gli svaghi siano più accessibili. Basso anche il Pil pro capite, pari a 16.343 (97° posto), contro una media nazionale di 24.481. Si scala la classifica, però, nei depositi per abitante (57°posto). L’importo medi dell’assegno mensile per chi è in pensione è di 488,71 euro (103esima posizione). Oculati i sanniti nei consumi privati (al 101° posto con 700,70 euro). L’indice Foi costo della vita è pari a 2,15 (92°). La rivincita i beneventani se la prendono sul costo al metro quadrato della casa, in media 1.550 euro, posizionandosi 21esimi in Italia in ordine crescente. Nota dolente quella del lavoro: la nostra provincia è all’85° posto per il livello di occupazione femminile e al 97°per quello giovanile. 82° posto per la presenza di infrastrutture, 23° per il clima, 87° per il tasso di emigrazione ospedaliera, 101° per numero di asili comunali, 96° per la velocità della giustizia, 84° per indice di natalità, 13° per divorzi e separazioni (ordine crescente), 80° per la quota di giovani sulla popolazione totale. Ottimo risultato per l’investimento in formazione, classifica nella quale Benevento è 13esima. Ancora scarsa nella nostra provincia la presenza di immigrati regolari (97° posto). Sul piano della sicurezza si rileva che il Sannio è al 24° posto nella classifica della microcriminalità, 33° in quella dei furti in appartamento, 69° per furti d’auto. Va peggio per quanto riguarda le estorsioni (87° posto), mentre è meno aggressivo il pericolo delle truffe (49° posto). Male, ma se ne erano riscontrati dei segnali già nei mesi scorsi, per gli acquisti in libreria, 89esimi. Un po’ meglio va per lo spettacolo, 69esimi, ma non per il cinema (99esimi) per lo scarso numero di sale. Benevento non brilla nemmeno nella ristorazione, fermandosi al 74° posto. Migliora, però, nella classifica dell’ospitalità (45esima). Pigri i beneventani, solo 90esimi nell’indice di sportività. Il sondaggio è stato realizzato dall’Istituto IPR Marketing tramite interviste effettuate tra il 15 settembre e il 5 novembre 2011. Per ognuna delle 110 province italiane sono stati intervistati 700 residenti maggiorenni, per un campione totale di 77mila soggetti. Il campione è stato disaggregato in ogni provincia per variabili che ne condizionano la rappresentatività: sesso, età (sei fasce), area di residenza. Sono stati campionati i comuni anche secondo l’ampiezza e il numero di residenti, in modo da intercettare quote di popolazione in piccoli, medi e grandi comuni. Il questionario era articolato in 14 domande, rivolte in parte con interviste telefoniche e in parte per via telematica.