Altrabenevento: 'Giunta Pepe deve dimettersi per responsabiltà politiche'

10:45:44 5017 stampa questo articolo

"Credo che l'esperienza amministrativa di questo consiglio comunale sia giunta ai titoli di coda. Il problema non è capire quanto sia colpevole il sindaco, che tra le persone coinvolte ha la posizione meno grave dal punto di vista giudiziario, la responsabilità è politica ed è grande perchè l'idea che passa è che in questo Ente non c'è sorveglianza, non c'è controllo. Anche se il sindaco non era indagato, vista la mole dei provvedimenti del magistrato, c'era comunque da chiedere le dimissioni dell'intero consiglio comunale". E' piuttosto chiara la posizione di Gabriele Corona e del gruppo di Altrabenevento, dopo la conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio di ieri a Palazzo Mosti. Un confronto lunghissimo, durato quasi due ore, dove Corona, assieme alla presidente dell'associazione Sandra Sandrucci ed a Vincenzo Fioretti che si è soffermato sulla vicenda di Parco Cellarulo. Una città "ad un punto di non ritorno, dove vige l'anarchia della prepotenza" e dunque dimissioni necessarie per mancanze politiche, non per le misure cautelari. Affollata la conferenza stampa di Altrabenevento, in aula consiliare era presente anche il sindaco Fausto Pepe, diversi assessori e consiglieri di maggioranza e minoranza, ma anche molti rappresentanti dell'ex giunta D'Alessandro. Già, perchè il dossier di Altrabenevento parte da lontano, precisamente dal luglio del 2004: alla stampa presente è stato consegnato un articolo del Corriere del Mezzogiorno di quel periodo, a firma di Maria Pirro: "Vendesi Casa di S.Gennaro, per 105mila euro". La polemica sulla Casa di S.Gennaro era nata giovedì scorso quando Corona rilasciò un'intervista a "Benevento Reporter" su questo tema. Pochi giorni dopo ci fu la seccata replica dell'ex assessore all'Urbanistica dell'allora giunta D'Alessandro, Fernando Petrucciano.

CASA DI S.GENNARO, DA 105 A 247MILA EURO. I RAPPORTI CON CAVALIERE
Prima l'introduzione del presidente Sandrucci, poi spazio alla questione legata alla casa di S.Gennaro ed ai rapporti tra il Comune di Benevento ed Antonio Cavaliere, l'imprenditore di S.Cipriano di Aversa coinvolto nell'inchiesta "Mani sulla città" ed attualmente in carcere: "Non capisco la reazione di Petrucciano - ha rimarcato Corona - l'ex assessore spieghi invece perchè sono stati spesi 247mila euro per l'acquisto della casa visto che si tratta di soldi pubblici. Di queste cose solitamente si occupa l'Ufficio Erariale e, in questo caso, non mi pare sia intervenuto". L'acquisto della struttura che si trova a pochi metri da piazza Cardinal Pacca (meglio conosciuta come piazza S.Maria), fu annunciata su Ascoben (il vecchio ufficio stampa del Comune) dall'allora sindaco D'Alessandro, il 26 maggio 2006, uno degli ultimi giorni dell'amministrazione comunale retta dal centrodestra prima dell'avvento di Fausto Pepe. Pochi mesi dopo il nuovo primo cittadino assegna la ristrutturazione dell'immobile al Consorzio Archè (coinvolto nell'inchiesta "Mani sulla città") assieme al restauro di altri vicoli del centro storico, come via III Settembre ad esempio: "I lavori non sono mai terminati e l'immobile, se si escludono interventi nel solaio, resta incompiuto". C'è poi la questione legata al prezzo della casa: acquistata nel 2002 per ventimila euro da un privato "che non ha mai detto che quella è la casa di S.Gennaro", poi nel 2004 un'agenzia immobiliare aveva messo in vendita l'immobile per 105mila euro come "casa di S.Gennaro": gran polverone mediatico, poi tutto finì nel dimenticatoio fino, appunto, all'annuncio dell'acquisto per 247mila euro. Secondo una stima di un consulente della Procura della Repubblica il suo valore era di 47mila euro. Infine ci sono dubbi circa la veridicità che quella sia stata realmente la casa del Santo. Poi spazio ai rapporti tra le amministrazioni comunali e Cavaliere (abbiamo già trattato l'argomento all'indomani degli arresti come testimonia l'articolo nel link sottostante intitolato "'Mani sulla città ': Le pavimentazioni di Cavaliere ed i lavori del Consorzio Arche"). Corona poi, come anticipò nell'intervista a "Benevento Reporter" (ascolta l'intervista dal minuto 11.30)


 ha ribadito i punti salienti della vicenda (le pavimentazioni della città, il documento congiunto dell'ex gruppo di Alleanza Nazionale, i progetti di Piazza Risorgimento e dell'area Terminal sotto la Giunta Pepe).

PARCO CELLARULO ED INCENTIVI AI FUNZIONARI COMUNALI
Su Parco Cellarulo il ghiaccio è stato rotto da Vincenzo Fioretti che, con carte alla mano, ha illustrato ai presenti le anomalie in questione: "Mi è sembrato alquanto strano che, dopo l'inaugurazione del Parco avvenuto nel mese di luglio del 2010, i lavori sono andati avanti. Quando abbiamo capito perchè ci siamo alquanto sorpresi: roba da non dormirci la notte!". Secondo Altrabenevento, l'intervento di Parco Cellarulo era doppio: da una parte quello estetico ed esteriore legato al Parco, dall'altro quello di sistemazione e di difesa idraulica, necessario ed indispensabile per una zona da sempre colpita dalle alluvioni a causa della ridotta vicinanza con il fiume. Chiaramente andava fatto prima l'intervento preventivo di raccolta acque, poi quello estetico: "Ed invece sono cominciati prima quelli di abbellimento - ha rimarcato Corona - in pratica è stata fatta una variante in diminuzione. Il fatto rilevante era il recupero dell'attigua Masseria Torre ed invece, dopo che il parco è stato inaugurato è stato messo a gara l'altro progetto!". Sempre sull'appalto di Parco Cellarulo, Corona ha denunciato che alcuni funzionari comunali coinvolti nell'inchiesta "Mani sulla città", avrebbero percepito circa 40mila euro per attività di progettazione e direzione e, tutto questo, all'interno degli orari di lavoro". Infine un passaggio sulle reazioni della città subito dopo gli arresti dello scorso 8 gennaio: "Non mi sento di dare solidarietà a poliziotti o magistrati, che hanno svolto con professionalità il loro lavoro, neppure a chi ha avuto un provvedimento restrittivo. La solidarietà va data ai beneventani ed a quei dipendenti comunali onesti che hanno fatto sempre il loro dovere". Corona ha poi chiamato in causa anche la gestione dell'asilo di via Firenze (attualmente gestito dal Lap@Asilo31), Umberto del Basso De Caro ("ha responsabilità politiche"), l'attuale e le precedenti amministrazioni ("il caso di Piazza Duomo è vergognoso"): "Questo Comune è interessato da otto indagini parallele - ha concluso - e forse questo ente non è in grado di tamponare la corruttela se un ci sono funzionari che fanno quello che vogliono. Ormai è passata progressivamente la regola che non ci sono regole".

Gaetano Vessichelli
.



Articolo di / Commenti