Arrestati 6 sanniti: auto acquistata con assegno a vuoto, poi cavallo di ritorno

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Avevano acquistato un’automobile, a Roma, pagandola con un assegno a vuoto, ma sono stati scoperti. Hanno poi tentato di restituirla al proprietario, con la tecnica detta del ‘cavallo di ritorno’, ma la vittima ha denunciato tutto ai carabinieri che hanno arrestato 6 sanniti con l’accusa di estorsione in concorso: si tratta di Mario Borrelli, 37enne originario di Ponte; Elena Falzarano, 49enne di San Giorgio del Sannio; Giovanni D’Ora, 44 anni, di San Giorgio del Sannio; Domenico Iannotti, 31 anni e Alessandro Zitani, 30 anni, di Benevento: Maria De Bellis, 41enne di San Nicola Manfredi. Alle due donne sono stati poi concessi i benefici degli arresti domiciliari.

L’operazione è stata avviata dai carabinieri della Stazione di San Giorgio del Sannio in collaborazione con quelli di Dentecane. “La storia comincia alla fine di giugno - spiegano i carabinieri - quando, nei pressi del raccordo anulare di Roma Mario, Borrelli, già noto alle forze dell’ordine, nota una Smart con apposto un cartello “Vendesi” e il numero di cellulare della proprietaria, una casalinga della provincia romana. Borrelli prende subito contatto con lei e dice di essere interessato all’acquisto dell’auto, si accordano sul prezzo e fissano un appuntamento a Montecompatri, vicino Roma, dove il compratore si presenta in compagnia di una donna, Elena Falzarano.

Tentano di farle abassare un po’ il prezzo e, alla fine, si accordano per 10.500 euro. Falzarano stacca un assegno della stessa cifra e lo consegna nelle mani del marito della proprietaria dell’auto, quindi, si dirigono presso il Comune della cittadina ed effettuano le operazioni necessarie per definire e formalizzare la compravendita. Un caffè, ringraziamenti reciproci e, poi, i saluti.

Per la famiglia romana la brutta sorpresa arriva la mattina seguente, quando la coppia si presenta in banca per riscuotere l’assegno che risulta collegato a un conto corrente chiuso dal 2003. Un attimo di smarrimento, qualche telefonata, poche risposte, e poi di corsa dai carabinieri di Frascati per denunciare la truffa subita.

Poteva finire così, senonché i truffatori hanno incontrato delle difficoltà: l’immediata denuncia sporta, infatti, inibisce loro la possibilità di effettuare registrazioni o passaggi di proprietà del mezzo sul PRA, impedendo di “piazzare” e, quindi, far sparire la macchina o, almeno di far perdere le loro tracce”.

”A questo punto – aggiungono i militari dell’Arma - per i truffatori scatta il piano B, non potendo gestire in altro modo quanto sottratto. Provano a ricontattare la vittima della truffa, proponendogli di restituire l’auto dietro il pagamento della somma di 3mila euro. Dopo qualche dubbio, la vittima si convince e si mette in viaggio per Benevento con in tasca i contanti chiesti per recuperare il maltolto, pronta a ricevere istruzioni sul luogo dell’incontro e sulle modalità dello scambio.

Il truffato, uscito al casello di Castel del Lago, però, viene sfiorato dal sospetto di dirigersi verso la seconda parte della truffa, il cui probabile epilogo poteva essere perdere ulteriori 3mila euro e di non vedere più l’auto. L’uomo decide quindi di rivolgersi ai carabinieri di San Giorgio del Sannio che, unitamente a quelli di Dentecane, raggiungono il casello autostradale, punto del primo contatto, approntano il dispositivo e attendono.

Cominciano i contatti e gli spostamenti, l’uomo viene portato a spasso per San Giorgio del Sannio e paesi limitrofi, fino ad arrivare a Benvenuto. I militari si spostano insieme a lui senza farsi notare, fino ad arrivare alla rotonda dei Pentri dove i truffatori, oramai indossate le vesti degli estorsori, si palesano e contattano direttamente la vittima.

L’intervento dei carabinieri è immediato. Tre uomini - Giovanni D’Ora, un commerciante sangiorgese, Domenico Iannotti, disoccupato beneventano già noto alle forze dell’ordine, e Alessandro Zitani, insegnante presso il carcere di Capodimonte, beneventano, incensurato, vengono bloccati, dopo aver ritirato i soldi dalle mani della vittima e portati in caserma.

Una volta arrivati presso la stazione di San Giorgio del Sannio, la storia si sviluppa ulteriormente e spunta un’altra donna, Maria De Bellis, ex moglie di Borrelli e pure lei nota alle forze dell’ordine. Quest’ultima con il compito di ricevere i soldi per conto di Borrelli che, nelle ultime settimane, si era tenuto ben distante da Benevento e che non avrebbe avuto l’ardire di presentarsi al truffato per ritirare i soldi.

In sostanza i soldi, una volta ritirati dai tre uomini, sarebbero stati consegnati alla Falzarano, passati poi alla De Bellis con l’incarico di recapitarli al Borrelli che avrebbe poi provveduto alla ripartizione dei vari compensi”.




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