Area Pip Roseto-Olivola sottoposta a vincoli stringenti ed IMU eccesiva. Protesta il Comitato Benevento Nord/Est

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Contrada OlivolaContrada Olivola

Il Comitato Benevento Nord/Est interviene sulle problematiche relative ai terreni delle zone di Olivola, Roseto, Campo di Aviazione e Fasanella, colpiti da vincoli e tariffe IMU elevate in base alle classificazioni derivanti dal PUC.

Il Comitato solleva nuovamente la questione in previsione dell’approvazione di una nuova valutazione delle aree fabbricabili, ai fini dell’applicazione della imposta municipale IMU, da parte del Consiglio Comunale per l’anno 2019. 

I vincoli dei terreni

La vicende ha radici lontane, quando i terreni di Olivola e Roseto, quando il Consiglio Comunale di Benevento deliberò nel 1987 il Piano di Insediamenti Produttivi di Olivola Roseto, ponendo così vincoli rinnovati, nel 1997, nel 2002/2003 e infine nel 2012 quando è stato approvato l’attuale Piano Urbanistico Comunale (PUC).

Il Comitato sottolinea che i terreni ricadenti in queste aree, hanno avuto esclusivamente un utilizzo agricolo, ma sono stati sottoposti a vincolo urbanistico con destinazione D1 nel PRG del comune di Benevento per porlo ad uso dei Piani Insediamenti Produttivi Olivola e per accogliere, di seguito, il POOl 2000, e successivamente anche il centro di smistamento di Poste Italiane.

Alla scadenza dei vincoli si è provveduto puntualmente al loro rinnovo senza che l’utilizzo effettivo sia diverso da quello agricolo. Per il Comitato, quindi, “si tiene in piedi un vincolo con destinazione D6 del PUC per una estensione di circa 3.000.000 di metri quadrati (aree per usi produttivi plurimi, logistica ed eventuali nuove aree ASI)”.

La richiesta del Comitato

Innanzitutto il Comitato evidenza che l’attuale PUC è scaduto e pertanto non ha più validità. Ma vendono mantenuti i vincoli di destinazione (D6 NDR) giustificandoli come “di natura conformativa e non espropriativa”; considerazione avversata dal Comitato che argomenta invece: “Come si possono gestire lotti di 100.000 metri quadrati senza un processo di acquisizione e di cessione da parte di un organismo superiore? Questi tipi di lotti erano stati creati ad uso e misura di IKEA ma adesso il progetto è sfumato per cui ci si chiede quando si porranno i correttivi di questo piano, visto che non esistono assolutamente richieste e le offerte di superfice soggetta a vincolo sono eccessivamente sproporzionate”.

Questa situazione contribuisce però ad un ulteriore problematica per i titolari dei terreni, perché contribuisce ad elevare la base imponibile ai fini IMU (€ 16.71 per i terreni edificabili destinati alla trasformazione NDR).

Il Comitato, conti alla mano, sottolinea che “i valori di stima inseriti nel sistema analitico, anche se probabilmente veritieri in via teorica, non sono attendibili all’atto pratico e quindi portano ad un risultato drammaticamente scostante rispetto alla realtà (per ogni 10.000 m.q. di terreno con parametro IMU di 16.71 e con aliquota di 10.6 per mille scaturisce un importo annuale di 1.770 euro, sproporzionati rispetto al reddito che si può ricavare da un terreno agricolo con culture tradizionali.

I quesiti sollevati dal Comitato

Il Comitato si chiede come sia sostenibile una imposizione fiscale di € 16.71 al mq? Come è sostenibile la conservazione di un vincolo di natura D6 con estensione in superfice di circa 3.000.000 mq? Quale iniziativa privata con capitale privato o pubblico/privato può permettersi il lusso di acquisire un lotto da 100.000 mq ad € 16.71 al mq (totale 1.671.000 €)? Come è possibile realizzare tutte le opere di urbanizzazione primaria e poi cominciare a costruire l’opificio? Tutto ciò sembra alquanto impossibile principalmente in questo periodo di congiuntura negativa.
Fra le altre cose, poiché i terreni interessati sopra menzionati sono stati assoggettati a vincoli urbanistici edificatori di natura industriale, senza alcun risultato concreto da oltre 40 anni, indipendentemente dalla configurazione di vincolo espropriativo o conformativo, di per certo, si configura un vincolo che va a svuotare il contenuto del diritto di proprietà.

Per il Comitato, quindi, occorre un immediato provvedimento di decadenza del vincolo oppure, in subordine dell’applicazione dell’articolo 39 del DPR 327 del 08-06-2001, provvedendo a corrispondere appropriato ristoro al vincolo patologico a cui sono assoggettati i terreni da tanti anni, con notevolissima restrizione del diritto di proprietà. Proprietari vessati – secondo il Comitato – da un susseguirsi di leggi e dal conseguente vortice burocratico che li porta ad essere considerati – senza esserlo – evasori.

Per dare il senso della pressione IMU, il Comitato esemplifica che nella zona Olivola il valore di valutazione ai fini IMU di € 20,05 al mq da ogni 10.000 m.q. con aliquota del 10.6 per mille scaturisce un importo annuale da pagare di euro 2125. Altro esempio quello della zona con destinazione D2 riferita alla fascia a ridosso della strada 372 direzione Benevento/Torre Palazzo/Telese, il valore impositivo IMU previsto è di € 59.81. Quindi ogni 10.000 m.q. di terreno con aliquota del 10.6 per mille bisogna pagare 6.400 euro di IMU nonostante la reale e continua vocazione agricola.



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